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Usa, nasce il fronte ebraico anti-Trump.

di Davide Foa,
mosaico-cem,
08 Aprile 2016

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Donald Trump

Quando lunedì sera, 21 marzo, 
nella cornice dell’AIPAC (congresso americano pro-Israele),
Donald Trump si è avvicinato al palco per prendere la parola, alcuni
dei presenti hanno preferito alzarsi e lasciare la sala: rabbini
ortodossi e riformati, giornalisti, membri dell’Anti Defamation
League

Un unico grande ed eterogeneo gruppo di persone,
accumunate dal desiderio di far valere la propria voce con un gesto
inequivocabile.

Vogliamo mandare un messaggio
chiaro”, scriveva su
Haaretz
qualche giorno prima
Rabbi
Michael Knopf,
uno degli
organizzatori della protesta:
“noi
siamo contro il bigottismo, elemento centrale nella campagna di
Trump. (…) I suoi commenti apertamente xenofobi, islamofobi e
misogeni, sia prima che durante la sua campagna, sono offensivi e
superano il confine di una tollerabile retorica all’interno di una
società per bene”.

Costruire un muro tra Usa e Messico,
deportare i circa 11.5 milioni di immigrati clandestini presenti sul
territorio americano, ma anche registrare tutti i musulmani americani
in unico grande database: tutte proposte che Trump ha avanzato nel
corso dei suoi comizi elettorali.

Proprio contro questi pericoli si è
allora innalzato il movimento di protesta, di cui Rabbi Knopf è uno
dei portavoce. 

Non si tratta, come precisa Knopf, di una protesta
contro il congresso in sé, altrimenti il movimento non avrebbe
proprio presenziato a quella che di fatto è la più grande e
importante assemblea di ebrei americani.

Ci sentiamo moralmente obbligati
a mandare un messaggio a Donald Trump poiché crediamo che molte
delle sue idee, parole e azioni siano totalmente opposti ai valori
ebraici. Noi, in quanto ebrei, ci alzeremo in solidarietà con tutti
coloro che Trump ha continuamente denigrato: i nostri fratelli e
sorelle musulmani, messicani, latino-americani, immigrati, donne,
disabili e omosessuali”.

Eppure, non si può certo dire che
Trump sia stato mal accolto dal pubblico dell’AIPAC; migliaia di
persone sono rimaste ad ascoltarlo, concedendo anche diversi
applausi, mentre il tutto sommato piccolo gruppo di contestatori
lasciava la sala: è stata dunque una protesta fallimentare?
Assolutamente no”,
dichiara il rabbino
David
Paskin
, collaboratore per
Haaretz
e membro attivo del movimento ebraico anti-Trump,
“la
nostra protesta ha lanciato un messaggio chiaro”.

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David Paskin

Anzi, secondo Paskin, il fatto che
Trump sia stato ben accolto dall’AIPAC rende ancor più necessaria
e urgente la crescita di un movimento di opposizione.

Dobbiamo unirci in quanto
persone di fede e dire: “Mr. Trump lei non parla in nostro nome;
lei non ci rappresenta e noi non permetteremo ulteriore diffusione
del suo bigottismo, xenofobia, misogenia, razzismo e odio”