Quello che il Corano dice realmente sugli ebrei
di Adnan Oktar, frontierenews, 29 Aprile 2016
Il
Corano viene spesso utilizzato per giustificare l’anti-giudaismo. A
torto.
L’analista turco Adnan Oktar spiega perché l’odio verso gli
ebrei è anti-islamico (oltre che, ovviamente, immorale sotto ogni
altro punto di vista)
Il nostro mondo ha un bisogno
disperato di pace, questo è palese. Ogni contributo alla pace, sia
esso grande o piccolo, è di gran valore. Per questo motivo ritengo
necessario fare chiarezza su cosa il Corano dica realmente sugli
ebrei, questione fondamentale su cui c’è tuttora molta confusione.
Per decenni alcune autorità
religiose, purtroppo spesso in aree a maggioranza musulmana, hanno
dato credito a tradizioni, superstizioni e hadith (detti del
profeta Muhammed) inventati per creare odio anti-giudaico in altri
musulmani. Alcuni si sono spinti fino al punto di dichiarare ogni
ebreo come discendente dai maiali.
È fondamentale che molti, musulmani e
non, abbandonino questo approccio totalmente non-coranico, falso,
irrispettoso e profondamente razzista.
Infatti, Mosè è il profeta
maggiormente citato nel Corano.
La Torah, il profeta Mosè e altri
ebrei giusti sono elogiati in molti versi del Corano.
Nei tre versi che alcuni radicali
provano a usare (che lo sappiano o meno) Dio ha condannato coloro,
presenti nelle comunità ebraiche dell’epoca, che hanno violato gli
ordini divini.
In questi versi, i trasgressori che hanno causato
dolore agli ebrei pii sono apostrofati con espressioni metaforiche,
venendo paragonati a maiali e scimmie.
Bisogna notare che, in molti
altri versi del Corano, i trasgressori musulmani sono chiamati in
modi molto simili. Perciò prendere questi versi fuori dal contesto e
provando ad attribuirli ad un’intera categoria di persone (che,
ricordo, Dio ci chiede di amare e proteggere) è una distorsione del
Corano, nonché una palese forma di razzismo, vietato dal Corano
stesso.
Diamo ora uno sguardo ai versi in questione e vediamo perché
un tale approccio è inaccettabile.
GLI EBREI NEL CORANO
– Innanzitutto e soprattutto, i musulmani amano tutti i profeti,
tra cui emerge il profeta Mosè. Va ricordato anche che i musulmani
accettano tutto quanto, all’interno della Torah, non contraddice il
Corano.
Ma ci sono alcuni versi che portano i radicali a
interpretazioni sbagliate.
Di’: “Posso forse
annunciarvi peggior ricompensa, da parte di Allah? Coloro che Allah
ha maledetto, che hanno destato la Sua collera e che ha trasformato
in scimmie e porci, coloro che hanno adorato gli idoli, sono questi
che hanno la condizione peggiore e sono i più lontani dalla retta
via”.
(Corano, 5:60)
Il Corano ha una bellezza
auto-esplicativa e in alcuni casi un versetto è necessario per
comprendere pienamente un altro verso. Per questa ragione,
estrapolare un verso dal proprio contesto può portare a conclusioni
errate.
Ed è ciò che accade spesso col verso in questione.
Dalla lettura dei versi precedenti,
capiamo che il verso 60 si riferisce a peccatori tra i cristiani e
gli ebrei, apostrofati con espressioni metaforiche. Dopo aver
mostrato gli errori di alcuni, Dio fa una chiara distinzione tra i
giusti e gli ingiusti di queste comunità, elogiando coloro che
agiscono rettamente:
Coloro che credono, i giudei,
i sabei o i nazareni e chiunque creda in Allah e nell’Ultimo Giorno
e compia il bene, non avranno niente da temere e non saranno
afflitti.
(Corano, 5:69)
Nel secondo verso ampiamente usato dai
fondamentalisti, è scritto:
Quando poi per orgoglio si
ribellarono a ciò che era stato loro vietato, dicemmo loro: “Siate
scimmie reiette!”.
(Corano, 7:166)
Come il verso stesso chiarisce, questa
condanna è per chiunque abbia ignorato gli ordini divini.
E ancora una volta il verso è preceduto da una netta distinzione tra
i giusti e i trasgressori.
Nel verso 164, Dio parla di alcuni ebrei
che ha ammonito con persistenza gli ingiusti della loro comunità,
provando a riportarli sulla retta via.
E nel verso 159 dello stesso capitolo,
il Signore porta all’attenzione alcune persone tra le comunità
ebraiche:
Tra il popolo di Mosè c’è
gente che si dirige con la verità e in base ad essa agisce con
giustizia.
(Corano, 7:159)
L’ultimo verso usato dai
fondamentalisti si riferisce in realtà, ancora una volta, a coloro
che hanno disobbedito agli ordini di Dio. Dopo aver esaltato i giusti
tra i cristiani e gli ebrei, nel verso 62, il Corano condanna i
trasgressori che hanno infranto lo Shabbath, nel verso 65:
In verità, coloro che
credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, tutti coloro che
credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono il bene
riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da
temere e non saranno afflitti.
(Corano, 2:62)
Avrete saputo di quelli dei
vostri che trasgredirono il Sabato ai quali dicemmo: “Siate scimmie
reiette”
(Corano, 2:65)
Questi versi condannano chiaramente
soltanto coloro che trasgrediscono la volontà di Dio.
Leggendo il Corano nella sua
interezza, diventerà chiaro che non c’è una visione avversa agli
ebrei in quanto tali, anzi, ebrei giusti e pii sono spesso lodati dal
nostro Signore in molti versi in cui viene rivelato che per loro ci
sarà una grande ricompensa. Infatti lo stesso profeta Muhammad è
stato un grande esempio di questo approccio.
Basti pensare alla
Costituzione di Medina, la prima costituzione scritta nella storia
che tuteli la vita, il credo, l’onore e i diritti degli ebrei,
considerandoli come fratelli dei musulmani.
Speriamo che i musulmani di tutto il
mondo abbandoni l’ostilità verso gli ebrei con una giustificazione
di pretesa religiosità. Dio vuole che amiamo e proteggiamo i nostri
fratelli del “popolo del libro”.
Non possiamo permetterci di essere
divorati da rabbia e odio quando i dettami religiosi che diciamo di
seguire ci spingono a fare il contrario. Dovremmo tenere a mente che
gli errori di alcuni non possono giustificare l’ostilità verso
un’intera società, e soprattutto non ci sono giustificazioni
religiose a questo atteggiamento.