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“Ci impegniamo a favore della costruzione di un ampio movimento popolare, cosciente, critico e mobilizzato”: Jérôme Duval, del CADTM

di Tlaxcala, 13.04.2016.


Milena Rampoldi میلنا رامپلدی 
Übersetzt von  Alba Canelli
Herausgegeben von  Fausto Giudice Фаусто Джудиче فاوستو جيوديشي

Jérôme Duval è un militante del  CADTM, il Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo, fondato nel 1990 a Liegi in Belgio e divenuto oggi una rete internazionale. Il CADTM ha partecipato in particolare all’audit del debito pubblico in Ecuador e alla Commissione parlamentare per la verità sul debito pubblico in Grecia e partecipa ai movimenti contro i debiti odiosi in numerosi paesi. Gli siamo grati per aver risposto alle nostre domande, alla vigilia dell’assemblea mondiale che si terrà a Tunisi alla fine di aprile di quest’anno. –Milena Rampoldi, ProMosaik/Tlaxcala



Quali sono gli obiettivi principali del CADTM?

Come stabilito nei nostri testi di fondazione, il CADTM si impegna a favorire l’emergenza di un mondo più giusto nel rispetto della sovranità dei popoli, della giustizia sociale e dell’eguaglianza tra uomini e donne. Il suo lavoro principale incentrato sul problema dei debiti consiste nella realizzazione di iniziative e nell’elaborazione di alternative radicali, che mirano all’emergenza di un mondo basato sulla sovranità, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli, il rispetto della natura, l’eguaglianza, la giustizia sociale e la pace. Si tratta di porre fine alla spirale infernale dell’indebitamento insostenibile sia del sud che del nord del mondo e di pervenire e creare dei modelli di sviluppo socialmente giusti e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il debito fa parte di un sistema che si tratta di combattere nel suo insieme, ma per CADTM l’annullamento del debito illegittimo non costituisce un fine a se stesso. Si tratta di una condizione necessaria, anche se non sufficiente, al fine di garantire la soddisfazione dei bisogni e dei diritti umani. Si deve dunque andare necessariamente al di là di questo, mettendo in pratica delle alternative radicali per liberare l’umanità da tutte le forme di oppressione sociale, patriarcale, neocoloniale, razziale, di casta, culturale, sessuale e religiosa.


Può spiegare ai nostri lettori il termine “debito illegittimo”?

Il debito illegittimo non è una nozione tecnica giuridica, ma un concetto politico. Un debito illegittimo consiste in un debito che si oppone agli interessi della popolazione e che questa dunque non ha l’obbligo di rimborsare. La Commissione per la verità sul debito publico greco, fondata dalla presidente del parlamento ellenico Zoe Konstantopoulou per identificare gli aspetti spregevoli, illegali, illegittimi ed insostenibili del debito pubblico greco, definisce questo concetto come segue:

“Il debito illegittimo è un debito che il debitore non può essere costretto a rimborsare  in quanto tale prestito, titoli, garanzie o termini e condizioni per il prestito sono contrari al diritto (nazionale e internazionale), o all’interesse pubblico o perché questi termini sono chiaramente ingiusti, eccessivi, offensivi o discutibili in qualsiasi modo; o perché le condizioni alla concessione del prestito, a sua garanzia, contengono misure politiche che violano le norme nazionali o le leggi sui diritti umani; o infine perché il prestito o la garanzia non viene utilizzato a beneficio delle persone o che il debito è il prodotto da una conversione del debito privato (o commerciale) in debito pubblico sotto la pressione dei creditori.”

È importante ricordare che tale definizione si basa sui principi generali del diritto internazionale. È su questo concetto che si poggiano i movimenti sociali per esigere l’insolvenza su ogni debito considerato illegittimo, e questo rappresenta una grande parte del debito pubblico dei nostri Stati nel cui nome le autorità applicano politiche antisociali di austerità.


Quali sono gli aspetti chiave dell’oppressione a livello collettivo?

Viviamo in un mondo fatto di guerre per l’accaparramento delle risorse naturali e del territorio in cui vi è la ricerca del profitto per pochi a scapito di tutti gli altri. Questo mondo genera crescenti disuguaglianze ed esclusioni, guerre e carestie. Esso si basa sullo sfruttamento sistematico della nostra forza lavoro, una manipolazione del pensiero attraverso il nostro sistema educativo e mediatico e la repressione fisica del dissenso. Questa oppressione s’intromette furtivamente nel nostro quotidiano per diventare la norma fino a quando quella che fu una vera guerra in Algeria non appare più nei manuali francesi di storia o il cosiddetto “piano di salvataggio” concesso ad uno Stato, che in realtà consiste nel salvare le banche private. Si va a colpevolizzare il cittadino, diventato semplice consumatore affinché riduca le sue dipendenze energetiche con lampadine a basso consumo, mentre schermi video ad alta intensità energetica sono installati nelle metropolitane per inondarci di pubblicità. In un mondo dove si spinge a un eccesso di consumo di mercanzie confezionate, ci incitano a riciclare i nostri rifiuti mentre i paesi industrializzati esportano i loro rifiuti tossici nei paesi poveri e continuano a promuovere il nucleare, gli armamenti e l’industria chimica che potrebbero trasformare il mondo in un’immensa discarica.

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Grecia, Ucraina, Porto Rico, Egitto

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In che modo i popoli possono liberarsi e lottare contro l’oppressione di ogni tipo?

Non credo alle ricette miracolose perché tutto dipende dal contesto sociale e politico e, in fine dei conti, dal rapporto di forza, ma la solidarietà tra i popoli e l’azione di auto-emancipazione sono due fattori essenziali. Ma nel mondo capitalista in cui viviamo, gli interessi privati sono esacerbati da una grande competitività tra le aziende e gli esseri umani. Bisogna intendere il capitalismo come un sistema distruttivo e mortale, agli antipodi della vita, un sistema che disumanizza e privatizza tutto. Dall’acqua che ci disseta fino alla nostra futura pensione, tutto diventa mercanzia. E’ quindi essenziale umanizzare le nostre relazioni quotidiane, di socializzare la conoscenza e rafforzare le esperienze e resistenze che si moltiplicano al di fuori dei grandi dibattiti mediatici. Dobbiamo essere noi i mezzi di comunicazione se vogliamo diffondere le molte vittorie di lotte locali che non vengono riprese ma anzi soffocate dai grandi gruppi mediatici privati. Queste buone notizie (vedere ad esempio il sito Bonnes nouvelles in francese) per piccole che siano, ci dimostrano ogni giorno che le alternative sono possibili, esse lavorano alla demolizione del dogma capitalistico come quello che non esistono alternative, il famoso TINA (“There is no alternative“, Non esiste alternativa, di Margaret Thatcher) deve morire. Queste informazioni vitali e sovversive possono incoraggiarci e radunarci per ampliare i cerchi che resistono all’ordine capitalista oppressivo. Naturalmente questo non è evidente, ma come diceva Antonio Gramsci,  bisogna coniugare “il pessimismo dell’intelligenza all’ottimismo della volontà”. Bisogna recuperare le parole continuamente deviate per adattarsi al sistema che stiamo combattendo per parlare, creare, resistere insieme per vivere finalmente nel presente. L’emancipazione dei popoli attraverso la loro coscienza di classe, la loro unificazione come “popoli-classe” del 99% contro l’1% che lo sfrutta, ma la consapevolezza non può avvenire senza la libertà di parola.

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26 anni di lotta

Ci parli della rete CADTM

Nel 1989, “l’appello della Bastiglia” lanciato a Parigi afferma che “solo la solidarietà dei popoli può rompere il potere dell’ imperialismo economico” e invita tutte le forze popolari del mondo ad unirsi per la cancellazione immediata e incondizionata del debito dei paesi cosiddetti “in via di sviluppo”. In risposta a questo appello, il Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM) è stato fondato in Belgio il 15 marzo 1990. Il CADTM International è ora una rete di trenta organizzazioni in oltre 25 paesi e 4 continenti. Ogni tre anni per coordinare il suo lavoro internazionale e continentale, il CADTM tiene la sua Assemblea Mondiale. La prossima assemblea si terrà a Tunisi dal 26 al 30 Aprile 2016. RAID ATTAC Tunisia, membro della rete, ha proposto di ospitare l’Assemblea Mondiale del CADTM nel suo paese dal momento che le autorità marocchine hanno rifiutato di dare la loro approvazione per organizzare questa attività internazionale in Marocco come previsto inizialmente (1). Rifiutando di riconoscere la ricezione dei dossiers depositati nelle prefetture delle città di Ait Melloul e Bouznika, il Marocco sprofonda in una via antidemocratica. Tale divieto degno di un regime totalitario si aggiunge a continue restrizioni che affliggono l’associazione ATTAC CADTM Marocco e ai rifiuti di rinnovare la sua ricevuta legale perché essa possa operare in conformità con la legge.
L’Assemblea mondiale della rete è un momento importante del comitato in cui si decide collettivamente per nuove adesioni di organizzazioni che ne fanno richiesta. Proporremo probabilmente un cambio di nome per l’organizzazione perché il “Terzo Mondo” non è più ad appannaggio di un sud lontano, si sta diffondendo in tutto il mondo a partire dalla Grecia e l’Ucraina in Europa. Sviluppiamo anche un intenso lavoro nei paesi del Nord e siamo per esempio particolarmente attenti alla nascita di nuovi movimenti sociali che vogliono controllare il debito e ripudiare il pagamento come in Spagna e continuiamo il nostro lavoro di audit del debito greco. Non c’è in ogni caso un mondo sviluppato e un mondo sottosviluppato, ma un mondo sviluppato male, ci ricorda il CETIM. (2)
Il rafforzamento dei movimenti sociali è una priorità per il CADTM. Esso partecipa in una prospettiva internazionalista, alla costruzione di un vasto movimento popolare, consapevole, critico e mobilitato. Convinto della necessità di unire le lotte per l’emancipazione, il CADTM International sostiene tutte le organizzazioni e coalizioni che lavorano per l’uguaglianza, la giustizia sociale, la conservazione della natura e della pace.

E il debito degli Stati Uniti, che è il primo al mondo, con più di 18.000 miliardi di dollari, cose ne dite?

Il debito degli Stati Uniti è stato gravato per salvare le banche con un piano chiamato “di salvataggio” di oltre 3.300 miliardi di dollari non riscossi tra il 2008 e il 2013 e le stesse banche hanno espulso più di 14 milioni di famiglie dalle loro case dal 2005. Detto questo, ci sono differenze fondamentali con il debito di altri paesi. Se gli Stati Uniti sono i più indebitati al mondo, con più di 19.000 miliardi di dollari dall’inizio di marzo 2016 (ossia il 103% del PIL), le problematiche non sono le stesse che per gli altri paesi impoveriti dal “sistema di debito” per diverse ragioni.

Facciamo una breve retrospettiva. Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti si sono imposti come il più grande creditore del mondo. Principale potenza economica mondiale del sistema capitalistico, controllano le grandi istituzioni finanziarie internazionali che indebitano tutto il pianeta come il FMI e la Banca Mondiale site a Washington, e dove gli Stati Uniti godono di un diritto di veto. Inoltre, gli Stati Uniti non hanno bisogno di grandi riserve in valuta estera in quanto il mondo accetta il dollaro come moneta di pagamento internazionale, questo è un altro privilegio fondamentale.
Inoltre, i titoli del debito pubblico di alcuni paesi sviluppati come le obbligazioni del tesoro USA sono attivi considerati meno rischiosi e facilmente trovano acquirenti. Questo è il caso della Cina, che ne detiene 1.240 miliardi o del Giappone. Ciò che è meno noto è che questo è anche il caso di molti paesi africani e della Russia che ha aumentato i suoi investimenti nel 2015 e sembra essere il 15° detentore del debito degli Stati Uniti per la somma di 92 miliardi di dollari. Se gli Stati Uniti riescono a tenere questo livello di indebitamento che supera i 19.000 miliardi di dollari, vale a dire, quasi 10 volte il debito pubblico totale estero dei paesi in via di sviluppo (1800 miliardi di dollari), è perché il resto del mondo presta loro denaro. Tra l’altro i buoni del Tesoro beneficiano di una nota positiva dalle agenzie di rating private che loro remunerano e controllano (Fitch Ratings, Standard & Poors e Moody’s (3) e gli Stati Uniti possono continuare ad indebitarsi a buon mercato e quindi finanziare i loro deficit.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno la possibilità di prendere in prestito dalla Federal Reserve (FED, equivalente di una banca centrale). Così, del totale del debito pubblico (19 000 miliardi di euro), 5 300 miliardi rappresentano il debito nazionale del governo verso la FED. Ricordate che questa opzione è vietata all’interno dell’Unione europea in cui gli Stati membri non sono autorizzati a prendere in prestito dalla loro banca centrale nazionale o dalla Banca centrale europea e non hanno altre soluzioni oltre a prendere in prestito a tassi elevati dalle banche private, che a loro volta ricevono denaro dalla BCE molto a buon mercato. Un business redditizio per le banche …

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Infine, non si può ignorare il debito privato degli studenti basato su un sistema di istruzione privata insostenibile. Il debito degli studenti negli Stati Uniti, ora rappresenta più di 1200 miliardi di dollari. Questa cifra è ben al di sopra del debito estero pubblico accumulato da America Latina e Africa. Al termine degli studi, molti studenti disoccupati sono intrappolati in debito che li strangola, 35.000 di dollari in media nel 2015.
Un debito che faticano a pagare a volte anche fino all’età del pensionamento. Il collettivo cittadino  Strike Debt federa gli studenti indebitati e li sostiene nella loro lotta contro le banche.

Note
1) ATTAC / CADTM Marocco, “Le autorità marocchine rifiutano di approvare l’associazione il ATTAC Marocco Associazione per organizzare l’Assemblea Mondiale della rete CADTM,” 22 marzo, 2016. http://cadtm.org/Les-autorites-marocaines-refusent
3) Queste agenzie sono responsabili della valutazione del rischio di mancato rimborso del debito di uno stato, regione, comune o società per consigliare gli investori. Come promemoria, quattro giorni prima del crollo della Enron nel 2001, queste agenzie le avevano assegnato il punteggio più alto, idem alla vigilia della crisi di Lehman Brothers…