Tunisia: sei studenti condannati per omosessualità
Tlaxcala, 18. Dezember 2015. |
Mathieu Galtier | ||
Übersetzt von Milena Rampoldi میلنا رامپلدی |
I giudici di Kairouan hanno condannato a tre anni di reclusione i sei accusati. Sono in altro stati messi al bando dalla città per cinque anni. L’omosessualità in Tunisia è ancora vietata. Si hanno circa cinquanta condanne all’anno.
Sei studenti sono stati condannati a tre anni di reclusione per sodomia e a cinque anni di messa al bando dalla città di Kairouan in Tunisia, ove sono stati arrestati il 4 dicembre. Si tratta della pena massima, prevista dall’articolo 230 del Codice Penale che criminalizza la sodomia. I tre giudici che hanno emesso la loro sentenza in data 10 dicembre sono andati oltre, imponendo il bando ai ragazzi (ai sensi dell’articolo 5 del codice penale). “La punizione del bando è la prima volta che viene applicata in dei casi del genere”,conferma l’avvocatessa Fadoua Braham, specializzata nei processi di omosessuali. “La legge risale al 1913. È stata applicata molto raramente e riguardava soprattutto le donne prostitute degli anni 60 e 70.”
Test anale
Uno dei condannati aveva già preso sei mesi di reclusione in più per “oltraggio al pudore”, visto che i poliziotti avevano trovato dei video pornografici sul suo PC. I sei accusati hanno anche dovuto subire un test anale durante il loro interrogatorio. Si tratta di una pratica denunciata come “avvilente” da parte di diverse associazioni per i diritti umani.
I difensori e i parenti dei sei studenti sono preoccupati delle condizioni deplorevoli della reclusione. La loro paura principale riguarda il fatto che vengano reclusi in delle celle insieme a dei prigionieri omofobi che potrebbero aggredirli fisicamente.
Gli studenti vivevano nella residenza per studenti di Rakada a Kairouan, una città molto conservatrice in Tunisia centrale. Le circostanze dell’interpellanza non sono ancora del tutto chiare. Secondo l’associazione Shams di difesa delle minoranze, sarebbero stati arrestati all’interno della residenza per studenti, mentre due di loro intrattenevano rapporti sessuali. Secondo Fadoua Braham, l’arresto avrebbe avuto luogo al di fuori della resistenza per studenti. I giovani sarebbero stati denunciati da dei vicini.
Una cinquantina di personalità al momento si mobilizzano per denunciare l’articolo 230 del codice pensale che criminalizza l’omosessualità. La campagne ha avuto inizio il 10 dicembre in occasione dell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e durerà fino a fine mese. Foto: DR
Sensibilizzazione
Questa sentenza rilancia il dibattito relativo alla criminalizzazione dell’omosessualità in Tunisia. Il 10 dicembre in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, l’associazione Shams ha voluto organizzare una manifestazione a favore dei diritti degli omosessuali. “Le autorità hanno vietato la manifestazione, dicendoci che si occupavano della lotta contro il terrorismo e non dei froci”, si indigna Ahmed Ben Amor, il vice-presidente di Shams.
Questa settimana l’associazione ha deciso di lanciare una campagna virtuale di sensibilizzazione. “Intensificheremo la nostra campagna “Esistiamo, e siamo criminalizzati” contro l’articolo 230,” assicura a sua volta Ali Bousselmi, il cofondatore dell’associazione Mawjoudin per i diritti delle persone LGBT. “C’è una vera e propria caccia agli omosessuali.”
In settembre uno studente della regione di Sousse era stato condannato ad un anno di reclusione per omosessualità dopo aver subito un esame anale. Grazie al suo avvocato, Fadoua Braham, e alla mobilizzazione della società civile era stato rimesso in libertà attendendo la sua sentenza in appello che verrà emessa giovedì (17 dicembre). Il ministro della giustizia dell’epoca, Mohamed Salah Ben Aissa, aveva richiesto l’abrogazione dell’articolo 230, ma era stato rimesso in linea dal presidente Béji Caïd Essebsi (e dimesso poco dopo).
“Ci sono oltre 50 casi di condanne pe omosessualità all’anno, e una cinquantina di omosessuali nel 2015 si sono suicidati a causa del rigetto da parte della società e della loro famiglia”, ritiene Ahmed Ben Amor.
Articolo 230 del Codice Penale
“La sodomia, se non rientra in alcun caso previsto agli articoli precedenti, viene punita con una pena di reclusione di tre anni” |