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Test di verginità in Svezia, una realtà assurda

di Milena Rampoldi, ProMosaik e.V., pubblicato da Fausto
Giudice, Tlaxcala, 3.11.2015. 
Qui di seguito trovate un riassunto del programma svedese Kalla fakta (fatti
a freddo) del canale TV4 sui test di verginità in Svezia, una realtà assurda.

 Il test di virginità
viola la dignità femminile

Per miliardi di persone in tutto
il mondo il fatto che la donna debba essere vergine al matrimonio riveste
un’importanza cruciale. In Svezia i giornalisti del canale TV4 analizzano il
fenomeno nel proprio paese. All’inizio del documentario, il giornalista parla
di una ragazza cristiana che chiama Sara e i cui futuri suoceri prima del
matrimonio con il loro figlio richiedono un test di verginità.


Test di questo tipo violano i
diritti delle donne. Per questo, le Nazioni Unite perseguono l’obiettivo di
vietarli. Un controllo dei genitali femminili contro la volontà della donna
rappresenta una grave violazione del diritto di autodeterminazione e dei diritti
personali della donna, conferma la ginecologa svedese intervistata. Segue
l’esempio di Arezoo che sta per sposarsi e dalla quale si richiede un test di
verginità per potersi sposare. Il problema è che l’imene è un mito e una
membrana di questo tipo neppure esiste. L’unione svedese di educazione
sessuale, RFSU, da anni nelle sue campagne combatte questo mito. L’apertura
vaginale è aperta, afferma l’ostetrica intervistata, visto che come nel caso
dell’ano si tratta di un’apertura. Di conseguenza, in quel punto non si trova
nessuna membrana. L’ostetrica Asa Enervik racconta di donne che hanno paura di danneggiare
l’imene, facendo equitazione o altri sport. Ora segue il racconto di Sara che
viene recitato fedelmente da un’attrice. Anche il nome della ragazza è stato
modificato per proteggere il suo anonimato. Quando Sara, che proviene da una
famiglia cristiana severissima, all’età di tredici anni viene promessa al
cugino, in famiglia la controllano e la picchiano persino per garantire che
mantenga a tutti i costi la propria verginità. All’età di 15 anni le succede
qualcosa di inaspettato in occasione di una visita presso un’amica. La mettono
sul letto e le chiedono di spogliarsi. Viene toccata e costretta ad un test di
verginità. Fa male ed è orribile essere controllata in questo modo da qualcuno,
racconta Sara. Dopo questo test ha iniziato a farsi la doccia 5-6 volte al
giorno per liberarsi da questa vergogna.

Ora TV4, ricorrendo a delle
persone in incognito, si reca in un centro di salute a Malmö, ove si sa che
vengono eseguiti dei test di verginità. Qui sarebbe anche possibile ottenere il
cosiddetto “certificato di verginità”. L’interprete e la zia, recitati dagli
attori in incognito, raccontano al medico che la ragazza necessita un
certificato di questo tipo per il matrimonio. Il medico si dichiara disponibile
ad esaminare la ragazza. Non importa se la ragazza dà il suo consenso o se si
oppone al test. Ora il medico dice che la ragazza deve prendere un nuovo
appuntamento per eseguire il test di verginità a titolo oneroso. Anche il
certificato viene emesso, pagando un sovrapprezzo.

Ritorniamo a Sara e al controllo
della sua verginità da parte della sua famiglia, ossessionata da continui dubbi
che la ragazza forse avrebbe avuto rapporti sessuali, ogni volta che era
ammalata o si sentiva poco bene. La madre si permette persino di dire al padre
di uccidere la propria figlia perché ha avuto rapporti sessuali e dunque è una
puttana. Ma Sara è innocente. Non ha fatto niente. E questo cerca di farlo
capire anche ai propri genitori. Ma nella comunità cristiana irachena si crede
al mito dell’imene. Sara racconta come questo mito faccia parte al 100% della
cultura del suo popolo. Il culto della verginità viene ricondotto a Maria
Vergine, spiega un parroco di Lund a TV4. La Vergine Maria era pura. E la
stessa purezza appartiene alla Chiesa e all’animo cristiano autentico. Secondo
la Bibbia, Gesù è nato da una Vergine ed è dunque divino. Sarebbe dunque una
grave offesa, mettere in dubbio la verginità di Maria.

Fino al 19esimo secolo le donne
svedesi che avevano perso la loro verginità venivano punite con un’ammenda o
costrette a portare un “berretto da puttanella”. Anche nel dizionario
dell’Academia Svedese l’imene viene indicata e definita. Si dice infatti che
questa pelle finissima copre una parte dell’apertura vaginale e normalmente si
rompe appena durante il primo rapporto sessuale. E questo mito di quest’imene
inesistente viene trasmesso da generazione in generazione.  

Si prosegue verso un centro di
salute a Göteborg con i prossimi attori in incognito di TV4. Nuovamente la zia
e l’interprete spiegano il caso di una ragazza persiana, sottolineando
l’importanza della verginità come una questione d’onore. Nuovamente si richiede
di eseguire un test di verginità. Il medico conferma di averlo già fatto per
altre ragazza e che sarebbe disposta a farla anche alla ragazza. E questo
nonostante il fatto che l’attrice che recita la parte della ragazza non sia
affatto d’accordo e sia triste. Il medico vuole partire direttamente con il
test, ma l’attrice si oppone e grida di non voler fare il test e lascia la
stanza. Mentre Arezoo esce dalla stanza, il medico offre un’altra opzione alla
zia e all’interprete, ovvero di cucirla direttamente prima del matrimonio, 1-2
giorni prima. Arezoo ritorna nello studio medico e continua ad opporsi al test,
dicendo che l’imene neppure esiste. Infatti dopo il primo rapporto sessuale il
corpo a livello puramente fisico non subisce alcun cambiamento. Ma su internet
ci sono consigli senza fine per provocare l’emorragia della ragazza durante la
prima notte di nozze. Ci sono persino immagini artificiali dell’imene prima e
dopo l’atto sessuale. Questo mito per donne e uomini significa oppressione. Nel
2011 in Egitto le donne che si erano unite alle proteste sono state costrette a
subire dei test del genere, raccontano le attiviste per i diritti umani. Una
testimone racconta di questa tortura subita da parte della polizia. Anche le
giovani indonesiane che desiderano diventare poliziotte vengono sottoposte a questo
test. Secondo una testimone si tratta di una pratica che viola la dignità
femminile. Questi test vengono eseguiti in tutto il mondo: in Africa, Europa,
negli stati balcanici, in Turchia, in Polonia. In India le donne che non
superano il test delle “due dita” vengono persino uccise. Secondo Human Rights
Watch si tratta di un test del tutto ridicolo.

Questa pratica del tutto
insensata è diffusa in tutto il mondo e non può essere ricollegata ad una
religione specifica. Sara paragona questo test con una tortura. Il test infatti
viola i diritti delle donne, statuiti dal diritto internazionale, in quanto si
oppone al diritto della donna di decidere liberamente e in modo indipendente se
sottoporsi ad un controllo medico che le viene spiegato correttamente oppure
no.

Molte donne che hanno subito
questi test sul loro corpo, li paragonano con uno stupro visto che anch’essi
includono la penetrazione all’interno dei genitali femminili senza
l’autorizzazione da parte della donna. Dunque il test rappresenta un atto di
violenza contro le donne che deve essere assolutamente vietato.

In Turchia il giornalista
incontra la Prof. Yakin Ertürk, un’esperta di diritti delle donne. Anche lei
paragona i test con lo stupro, visto che in entrambi i casi si tratta di una
violenza contro le donne a vantaggio degli uomini. Infatti si tratta di una
violazione del corpo femminile e di una penetrazione all’interno di esso senza
l’autorizzazione da parte della donna e con violenza. Uno stupro equivale ad
una tortura. E questo è il caso di questi test.

Di ritorno a Stoccolma la terza
attrice in incognito si reca di un altro centro a Stoccolma. Anche qui il test
viene concesso. Il medico spiega il test alla ragazza, facendo riferimento ad
alcune immagini. Arezoo anche qui si oppone al test. Dice chiaramente di non
volersi sposare e di non voler neppure fare il test. Nonostante tutto il medico
insiste, dicendo che si tratta di un test rapido e semplice. Dice di averlo
persino eseguito su delle bambine per verificare se erano vergini.

Human Rights Watch afferma il
proprio stupore riguardante il fatto che questi test vengano eseguiti fino ad
oggi persino in Svezia. Anche la professoressa turca lo trova strano. Secondo
le statistiche, in Svezia vivono circa 70.000 ragazze, provenienti dalle cosiddette
“culture dell’onore”, in cui la verginità riveste un’importanza prioritaria. Ma
sembra che non vi siano dati statistici sul numero dei test di verginità
eseguiti in Svezia. L’istituto Karolinska ha condotto una ricerca sul tema. Da
questa ricerca si evince che i test è molto comune in Svezia. 500 dei 1000
ginecologhi svedesi hanno partecipato alla ricerca. Il 66% di loro, ovvero 330,
hanno anche confermato di aver rilasciato un certificato del test. Le Nazioni
Unite hanno messo in rilievo diverse volte che questi test sarebbero
paragonabili con la tortura. Secondo Human Rights Watch questi test di
verginità sono vietati dalla legge internazionale. Ma in Svezia non sono state
emesse le rispettive direttive nazionale, un problema che deve essere risolto
con urgenza. Infatti la Svezia viola le direttive internazionali e i diritti
delle donne. Le donne devono essere protette dalla legge svedese contro dei
test talmente denigranti.