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Acquisto armi: Arabia Saudita e Turchia in testa in Medio Oriente

3 maggio 2018, Nena News
Secondo uno studio dell’Istituto Sipri di Stoccolma, la regione mediorientale è quella che vanta la spesa militare più alta rispetto al prodotto interno lordo. Per gli 11 paesi dell’area di cui si dispongono i dati l’acquisto di forniture militari è stato pari nel 2018 a 145 miliardi di dollari.

Arabia Saudita e Turchia sono i due paesi in Medio Oriente che hanno speso di più in armi lo scorso anno. Ad affermarlo è uno studio dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (Sipri) pubblicato a inizio settimana. Il rapporto sottolinea inoltre come il Medio Oriente sia la regione che vanta la spesa militare più alta rispetto al prodotto interno lordo. I numeri sono emblematici: nel 2018 sei paesi di quest’area si sono piazzati tra i primi 10 stati al mondo per spesa in rapporto al Prodotto interno lordo: Arabia Saudita (8,8% del Pil); Oman (8,2%); Kuwait (5,1%); Libano (5%); Giordania (4,7%); Israele (4,3%). La spesa militare totale nel 2018 per gli 11 paesi della regione per i quali sono disponibili i dati è stata pari a 145 miliardi di dollari. L’acquisto di armi è aumentato ogni anno tra il 2009 e il 2015 diminuendo significativamente nel 2016. Ha quindi segnato un incremento nel 2017 per poi scendere dell’1,9% nel 2018.
Secondo i dati del Sipri, Riad è al terzo posto nella classifica mondiale degli armamenti dopo Stati Uniti e Cina con una spesa totale nel 2018 pari a 67,6 miliardi di dollari in calo di 4,6 miliardi rispetto al 2017. Dopo un aumento della spesa militare del 72% tra il 2009 e il 2015, gli acquisti di forniture militari da parte del regno wahhabita sono diminuite del 28% nel 2016, cresciute dell’11% nel 2017 e hanno registrato un nuovo calo (6,5%) l’anno scorso. Una diminuzione che non deve però trarre in inganno: è infatti ancora considerevole l’importazione di armi da parte di Riad soprattutto per il suo ruolo da protagonista nella guerra allo Yemen. La Turchia (in 15esima posizione nella classifica Sipri) registra la percentuale di crescita più alta tra i primi 15 Stati della lista: il suo incremento in termini di spesa militare tra il 2017 e il 2018 è pari al 28% (19 miliardi di dollari). I finanziamenti per gli armamenti sono aumentati rapidamente nel 2018 soprattutto per via delle operazioni militari di Ankara contro i curdi in Siria.
La spesa militare dell’Iran è stata di 13,2 miliardi di dollari nel 2018 (-9,5% rispetto al 2017). Un calo che secondo il Sipri è ascrivibile all’entrata in recessione della Repubblica Islamica. Leggero aumento (0,7%) in forniture militari rispetto l’anno precedente l’ha invece segnato Israele (15,9 miliardi di dollari nel 2018). Dopo il picco raggiunto nel 2015 in seguito all’offensiva “Margine Protettivo” sulla Striscia di Gaza del 2014, la spesa militare dello stato ebraico è diminuita del 13% nel 2016 e dell’1% nel 2017. Un calo considerevole rispetto al 2017 l’ha invece registrato l’Egitto la cui spesa militare nel 2018 è stata di 3,1 miliardi di dollari, 73% in meno rispetto a due anni fa e in calo del 20% rispetto al 2009.
Non sono disponibili dati affidabili relativi a Qatar, Siria, Emirati Arabi Uniti (Eau) e Yemen. Sull’Eau, però, la stima più recente disponibile a riguardo è di 22,8 miliardi di dollari nel 2014. Secondo lo studio del Sipri, considerate le operazioni militari che Abu Dhabi conduce all’estero e i grandi progetti di acquisto di armi, è possibile affermare che la spesa emiratina sia almeno pari a quella del 2014.