Dai Savi di Sion alle ragazzine di Epstein: teorie della cospirazione, tra discorsi e realtà
Gilad Atzmon 29/08/2019 |
A seguito del presunto suicidio di Jeffrey Esptein, c’è stato uno tsunami di storie che non hanno aderito ai mutevoli rapporti ufficiali sulla sua morte.
Tradotto da Alba Canelli
Alcuni dei segreti intimi degli uomini più potenti del pianeta saranno probabilmente sepolti con Epstein. Anche se è razionale credere che persone abbastanza potenti da impoverire continenti interi o lanciare guerre mondiali uccidendo decine di milioni di persone potrebbero facilmente organizzare la morte di un criminale sessuale in una cella di una prigione di New York, chiunque abbia osato proporre un simile scenario, per quanto plausibile, è stato immediatamente accusato di cospirazionismo.
“Teoria della cospirazione”, è così che i media dominanti caratterizzano ogni storia che differisce dalla loro riproduzione della linea ufficiale. Cos’è una teoria del complotto? Possiamo definirla in termini categorici? Una teoria della cospirazione può essere suffragata in modo forense o confutata con mezzi simili? Quali criteri dovrebbero essere applicati per differenziare una teoria del complotto da fantasticherie teoriche?
Etichettare una teoria come “complottista” ha lo scopo di screditare i suoi autori e negarne la validità. Una “teoria della cospirazione” contiene generalmente una tesi esplicativa che indica una cospirazione malevola che spesso coinvolge una parte interessata nascosta. Il termine “teoria della cospirazione” ha una connotazione peggiorativa: implica che questa teoria ricorra ad un pregiudizio e/o una narrazione inverosimile e non documentata, basata su prove insufficienti.
Chi si oppone alle teorie cospirative sostiene che esse resistono alle prove di falsificazione e sono rafforzate dal ragionamento circolare, che si basano soprattutto su credenze, che sono l’opposto del ragionamento accademico o scientifico.
Ma questa critica non si basa realmente su validi principi di ragionamento. Non sono solo le teorie di cospirazione che resistono alle prove di falsificazione o sono rafforzate da un ragionamento circolare. Il filosofo Karl Popper, che ha definito il principio di falsificabilità, afferma categoricamente che la psicoanalisi freudiana e il marxismo sono fallimenti per le stesse ragioni. Il complesso di Edipo, ad esempio, non è mai stato scientificamente provato e non può essere dimostrato falso o convalidato scientificamente. Il marxismo anche resiste alle prove di falsità. Nonostante le previsioni scientifiche di Marx, la rivoluzione proletaria non ha mai avuto luogo. Personalmente, non ho mai incontrato nessuno che si riferisce a Marx o Freud come “teorici della cospirazione”. La “resistenza alle prove di falsificazione” e il “rinforzo con ragionamento circolare” sono caratteristiche delle teorie non scientifiche e non si applicano solo alle “teorie di cospirazione”.
Il dizionario Oxford di inglese definisce la teoria della cospirazione come “la teoria che un evento o fenomeno si verifica come risultato di una cospirazione tra le parti interessate: in particolare la convinzione che un’agenzia clandestina ma influente (con motivazione politica e intento repressivo) sia responsabile di un evento inspiegabile”.
Il dizionario di Oxford non sviluppa criteri che definiscono una teoria del complotto in termini categorici. La storia umana è satura di riferimenti a trame nascoste guidate da parti influenti. Il problema di confutare le teorie della cospirazione è che spesso sono più eleganti ed esplicative delle narrazioni ufficiali concorrenti. Tali teorie tendono a dare la colpa ai poteri egemonici. In passato, le teorie cospirative erano popolari soprattutto nei circoli marginali, ora stanno diventando un luogo comune nei mass media. Le narrazioni alternative sono ampiamente utilizzate attraverso i social media. In alcuni casi, sono state addirittura trasmesse dai media ufficiali e persino dall’attuale Presidente degli Stati Uniti. È probabile che il rapido aumento della popolarità delle teorie esplicative alternative sia indice di una crescente sfiducia nei confronti dell’attuale classe dirigente, dei suoi ideali, interessi e composizione demografica.
La risposta alla storia del suicidio di Epstein è un buon esempio. La narrazione ufficiale ha provocato una reazione che è stata un misto di incredulità espressa in modo satirico e ha ispirato una pletora di teorie che cercano di spiegare la saga che si è intensificata fino a diventare il più grande scandalo sessuale nella storia degli Stati Uniti e oltre.
La domanda ovvia è: cosa ha portato le cosiddette “teorie del complotto” ad acquisire popolarità? Mi spingerei ancora oltre, chiedendo perché una società che afferma di essere “libera” si sente minacciata dall’emergere di storie esplicative alternative?
In realtà, la domanda stessa è perversa. Nessuno teme davvero le “teorie del complotto” di per sé. Non sarai arrestato o licenziato dal tuo lavoro se sei un “negazionista del cambiamento climatico”. Potete speculare quanto volete o anche negare l’allunaggio. Siete liberi di speculare sull’assassinio di Kennedy, purché non parliate del Mossad. Potete anche sopravvivere essendo un ricercatore della verità sull’11 settembre e sposare tutte le storie alternative che desiderate, anche se suggerire che “Israele è responsabile dell’11 settembre” vi porterà in guai seri. Considerando i Protocolli dei Savi di Sion come un’opera letteraria immaginaria ma profetica può, in alcuni paesi, condurti alla cella della prigione. Scavare la vera origine del bolscevismo e la composizione demografica della rivoluzione russa è un atto praticamente suicida. Dire la verità sull’accordo di Hitler con l’agenzia sionista alla fine porterà alla tua espulsione dal Partito laburista britannico e sarai accusato di essere almeno un cospirazionista.
Sospetto che sia lecito discostarsi dai racconti ufficiali e speculare su complotti segreti su qualsiasi argomento, a meno che probabilmente si tratti di ebrei.
È qui che le cose si complicano, perché non ci sono complotti ebraici, tutto viene fatto in piena vista di tutti. Israele, i sionisti, le istituzioni e gli individui ebrei operano pubblicamente e non nascondono le loro azioni. L’AIPAC non cerca di nascondere la sua agenda, né i politici usamericani eletti si sforzano di nascondere la loro spudorata capitolazione alle conferenze dell’AIPAC. Il fatto che gli Amici laburisti di Israele stiano agendo contro il partito laburista e il suo leader eletto fa notizia. I jet israeliani che attaccarono la nave USS Liberty l’8 giugno 1967 erano decorati con simboli ebraici. Jeffrey Epstein non ha nascosto la sua “Pedophile Island”. Stava operando sotto gli occhi di tutti. Temo che non ci siano molte prove di cospirazioni ebraiche. Ma ci sono molte prove della soppressione istituzionale di qualsiasi tentativo di discutere di questi punti. L’agenda dell’AIPAC è sventolata sotto il naso di tutti, criticarla è severamente proibito. Lo stesso vale per altre attività della lobby israeliana, crimini di guerra israeliani o addirittura crimini commessi da individui ebrei. Il potere ebraico, come lo definisco io, è il potere di sopprimere qualsiasi discussione sul potere ebraico.
Gli ebrei, per ovvie ragioni, sono allarmati dalle teorie incentrate sulla loro politica, cultura, religione, folklore e così via. Sembra che le organizzazioni ebraiche abbiano avuto abbastanza forza per mettere a tacere la maggior parte dei tentativi di criticare la politica ebraica e israeliana. Questo solleva la questione del perché gli ebrei, il sionismo, l’ebraismo e l’ebraicità sono così spesso “oggetto di teorie cospirative”. E’ a causa di questo buon vecchio e antico pregiudizio antisemita, come al solito, o c’è qualcosa nell’ideologia, nella cultura e nella politica ebraica che invita a queste teorie? Vale la pena consultare The United States of Paranoia: A Conspiracy Theory di Jesse Walker. Secondo questo autore, ci sono cinque tipi di teorie del complotto:
Il “Nemico Esterno” si riferisce a teorie basate su figure che dovrebbero agire contro una comunità dall’esterno.
Il “Nemico Interno”, che vede i cospiratori che lavorano all’interno della nazione, senza essere distinguibili dai cittadini comuni.
Il “Nemico dall’alto”, cioè persone potenti che manipolano gli eventi a proprio vantaggio.
Il “Nemico dal basso”, riferendosi alle classi inferiori che lavorano per sovvertire l’ordine sociale.
“Cospirazioni benevoli”, riferendosi alle forze angeliche che lavorano dietro le quinte per migliorare il mondo e aiutare le persone.
È facile immaginare che ogni tipo di cospirazione citato da Walker descriva un aspetto apertamente manifesto della politica, della cultura o della religione ebraica.
Il “Nemico Esterno” potrebbe essere il risultato di una legittima reazione patriottica/nazionalista usamericana alla dominazione straniera sulla politica estera degli USA. Questo tipo di argomentazione è supportato da un lavoro accademico ben fondato come quello di Mearshehimer e Walt o James Petras, che hanno studiato la lobby israeliana e il suo impatto. Questa ostile dominazione straniera è stata esplorata da vari media, tra cui Al Jazeera, che ha esposto il lavoro della lobby israeliana in Gran Bretagna e negli USA. L’attuale amministrazione USA e la sua politica distorta a favore delle posizioni israeliane dà credito a coloro che considerano Israele il “nemico esterno”. Tuttavia, nessuna delle precedenti ha “cospirato” dietro le quinte. Tutto è fatto all’aperto. Semplicemente non può essere messo in discussione apertamente.
Il “Nemico Interno” potrebbe facilmente riferirsi all’intenso lavoro dei contendenti pro-israeliani, delle lobby ebraiche (AIPAC, J Street ecc.) e dei pupazzi israeliani nella politica usamericana e occidentale (Gran Bretagna, Francia ecc.). Allo stesso modo, coloro che si impegnano per i valori cristiani possono identificare elementi ebraici progressisti come nemici del loro stile di vita conservatore. Lo stesso vale per i nemici dell’immigrazione che vedono i sostenitori ebrei dell’immigrazione come loro nemici interni. Il ruolo preminente di Jared Kushner e la sua vicinanza al presidente non aiutano a dissipare i dubbi sul cosiddetto “nemico interno”. Ma la lobby ebraica negli USA è molto forte e i sostenitori progressisti e pro-immigrazione ebrei fanno almeno altrettanto rumore. Kushner non nasconde la sua appartenenza al Chabbad e le sue simpatie sioniste. In breve, non c’è un complotto segreto, ma non si può discuterne apertamente.
Il “Nemico dall’alto” è una descrizione appropriata della stretta orbita di Epstein e della sua alta connettività con le classi dirigenti mondiali. E come sappiamo, non si è preoccupato di nascondere le sue operazioni. Chiamare il suo Boeing 727 Lolita Express non era lontano dal battezzare la sua flotta privata Pedo Air o United PedoLines. Bernie Madoff rientrava nella stessa categoria. L’uomo che aveva raggiunto il punto di presiedere il NASDAQ, non stava lavorando troppo duramente per coprire il suo schema Ponzi, ha ammesso di essere stato sorpreso dall’incapacità delle forze dell’ordine di denunciare i suoi crimini. Alcuni possono vedere George Soros come il prototipo del “nemico dall’alto”. Soros è un miliardario ebreo che usa la sua fortuna per finanziare cause identitarie e cambiamenti sociali che non sono esattamente bene accolti dalla folla conservatrice/nazionalista. Ancora una volta, Soros non nasconde nulla. Fornisce finanziamenti attraverso il suo Open Society Institute. Tuttavia, per qualche motivo, criticare l’agenda di Soros è spesso denunciato come un modo per perpetuare le “teorie del complotto”.
Il “Nemico dal basso” può essere illustrato dal coinvolgimento degli ebrei nei movimenti rivoluzionari, nelle campagne per i diritti umani, nella rivoluzione di genere, nel movimento femminista, nella difesa delle LGBT e così via. Ripetiamolo, niente di tutto questo sta accadendo dietro un sipario. Gli ebrei spesso si vantano del loro ruolo preminente in queste cause progressiste e umanitarie. Ma le critiche a questi movimenti e in particolare ai loro sostenitori sono ampiamente proibite.
Le “Cospirazioni benevoli” sono illustrate dalla filosofia di Tikun Olam: l’idea che sia compito degli ebrei “riparare il mondo e ripristinare la sua etica”, chi rifiuta di lasciarsi “riparare” può vedere gli elementi ebrei al centro di una causa progressiva e può vedere, dietro questo altruismo, una forza oscura e malvagia.
Le persone usano queste teorie del complotto per trarre vantaggio da te e manipolarti affinché voti contro i tuoi stessi interessi
La maggior parte dei gruppi etnici o di interesse rientrano solo in una o due delle categorie descritte dal modello della teoria della cospirazione di Walker. La politica ebraica entra in tutte loro. Agli occhi dei fanatici nazionalisti europei come Tommy Robinson, gli immigrati musulmani rappresentano un “nemico esterno”. I razzisti che odiano i neri possono vedere quelli con la pelle scura come il “Nemico interno”. Coloro che disapprovano i gay e la loro cultura possono vederli come “nemici dal basso”. Eppure è curioso vedere come facilmente tutti e cinque i tipi di teorie cospirative di Walker si possono trovare tra politici, individui, istituzioni, reti di attivisti e campagne ebraiche.
Perché un gruppo etnico relativamente piccolo è in grado di incarnare tutti i tipi di teorie cospirative? Nel mio recente libro Being in Time, spiego che gli ebrei tendono a dominare discorsi che sono rilevanti per la loro esistenza e i loro interessi. Lo chiamo istinto ebraico per la sopravvivenza. Gli attivisti ed intellettuali ebrei tendono a dominare il dissenso sui sintomi problematici associati con la propria identità di gruppo: gli ebrei sono, ad esempio, associati al capitalismo, alle banche e alla ricchezza in generale e sono anche identificati con l’opposizione marxista e socialista al capitalismo. Evidentemente, molti ebrei sono associati allo Stato ebraico e al progetto sionista, ma non è un segreto che gli ebrei di sinistra dominano il discorso e la politica antisionista. Gli ebrei, almeno agli occhi di alcuni, sono i principali sostenitori dell’immigrazione. Ma anche alcuni dei più rumorosi abbaiatori contro l’immigrazione e i musulmani sono ebrei.
In Being in Time, sostengo che, il fatto che gli ebrei dominano entrambi i poli di molti temi legati alla loro esistenza non è necessariamente una “cospirazione”. Per gli ebrei etici e umanistici, è del tutto naturale opporsi al sionismo, o a Wall Street. E’ anche naturale, data la loro storia, che gli ebrei come gruppo si oppongano all’immigrazione e la sostengano simultaneamente. Per quanto sia “naturale”, il fatto che gli ebrei siano presenti in posizioni chiave ideologiche, politiche, culturali e finanziarie è innegabile. E’ più che probabile che il loro dominio su entrambe le parti di così tante questioni cruciali per il dibattito politico possa generare pensieri di cospirazione.
L’economista ebreo Murray Rothbard contrappone teorie cospirative “profonde” e “superficiali”. Secondo lui, un cospiratore superficiale osserva un evento e si chiede: chi trae vantaggio dal crimine? Poi salta alla conclusione che il presunto beneficiario è responsabile di aver avuto un’influenza nascosta sugli eventi. Secondo questa teoria, il fatto che Israele abbia beneficiato degli eventi dell’11 settembre, ne fa un sospettato principale. Questa è spesso una strategia del tutto legittima ed è esattamente il modo in cui operano detective e ricercatori. Per identificare l’autore del reato, possono porsi la domanda su chi trae beneficio dal reato. Questo è ovviamente solo il primo passo per dimostrare la colpa.
Secondo Rothbard, il cospiratore “profondo” inizia con un’intuizione e poi cerca la prova. Rothbard descrive questa teoria come il risultato della conferma che alcuni fatti sono coerenti con la “paranoia” iniziale.
Questa interpretazione spiega anche come funziona la scienza. Ogni teoria scientifica definisce il campo dei fatti che possono sostenere o confutare la sua validità. La scienza è un processo di ragionamento deduttivo per cui è la teoria che dà rilevanza all’evidenza. Rothbard descriverebbe la fisica di Newton come un “complottismo profondo”? Ne dubito fortemente. Tenendo presente ciò che dice Rothbard, tenderei a credere che attribuire una “natura cospirativa” a una teoria è un tentativo di negare la rilevanza delle prove che presenta. Se, per esempio, la teoria che Epstein fosse un agente del Mossad è una “cospirazione”, allora il fatto che fosse un partner commerciale di Ehud Barak e coinvolto in una società che utilizza metodi di intelligence militare israeliana perde ogni rilevanza. Lo stesso vale per l’ammissione dell’ex procuratore federale Alex Acosta che Epstein era un ufficiale dei servizi segreti e che questo era il motivo per cui aveva un’indulgenza così ridicola. Se, per esempio, la teoria secondo cui gli ebrei guidarono la rivoluzione bolscevica del 1917 è una “cospirazione”, allora i fatti sulla composizione demografica di coloro che guidarono quella rivoluzione e sulla loro natura criminale sono irrilevanti. Etichettare una teoria come cospirazione è un tentativo di cancellare prove imbarazzanti cambiando l’ordine di priorità di rilevanza di alcuni fatti.
Sembra che Rothbard e altri non siano riusciti a produrre criteri categorici per identificare o definire le teorie cospirative. Allo stato attuale delle cose, dobbiamo accettarlo: non esistono standard categorici per definire una teoria del complotto. Potremmo dover imparare a convivere con il fatto che alcune teorie sono superiori, più semplici ed eleganti di altre. Dovremo accettare che alcune di queste teorie mettono a disagio alcune persone, che cercheranno in tutti i modi di screditare tali teorie e i loro autori. Assegnare una natura cospirativa ad una teoria esplicativa è solo uno di questi metodi.