General

L’impero dell‘assurdiozia


                                                                          
Di Uri Avnery أوري أفنيري אורי אבנרי
Tradotto da 
Milena Rampoldi, editato da  Fausto Giudice, Tlaxcala
Il
cosiddetto “terrorismo internazionale” non esiste. Dichiarare una
guerra contro il “terrorismo internazionale” è una cosa del tutto
insensata. I politici che lo fanno sono o imbecilli o cinici o
probabilmente tutti e due.

Il terrorismo è
un’arma. Come un cannone. Rideremo in faccia chiunque dichiarerebbe la
guerra contro un ”artiglieria internazionale”. Un cannone appartiene ad
un esercito, servendo gli obiettivi di questo esercito. Il cannone di
una parte spara sul cannone dall’altra parte.

Il
terrorismo costituisce un modus operandi frequente messo in atto da
popoli sottomessi, tra cui la resistenza francese contro i nazisti
durante la seconda guerra mondiale. Derideremo chiunque
dichiarerebbe la guerra contro “la resistenza internazionale”.

Carl von Clausewitz, il pensatore militare prussiano, ha  detto la famosa frase secondo cui la guerra era semplicemente la continuazione della politica con altri mezzi.   Se vivesse con noi oggi, direbbe: “Il terrorismo significa “una continuazione della politica con altri mezzi.”

Il terrorismo letteralmente significa far paura alle vittime, affinché capitolino dinnanzi alla volontà del terrorista.

Il
terrorismo è un’arma. Abitualmente è l’arma dei deboli, di coloro che
non possiedono bombe atomiche come quelle gettate su Hiroshima e
Nagasaki, terrorizzando i giapponesi per costringerli ad arrendersi.
Oppure gli aerei che distrussero Dresda, tentando (in vano) di
terrorizzare i tedeschi per costringerli alla resa.  


Visto
che la maggior parte dei gruppi e dei paesi che applicano il terrorismo
persegue diversi obiettivi che spesso si contraddicono tra loro, non
esiste nulla di “internazionale”, quando si tratta di terrorismo. Ogni
campagna terrorista ha un suo carattere del tutto specifico, per non
parlare del fatto che nessuno si considera terrorista, ma solo un
combattente per Dio, la Libertà e altro.

(Non riesco a smetterla di vantarmi della mia massima inventata tanto tempo fa secondo cui “il terrorista dell’uno sarebbe il combattente per la libertà dell’altro”).
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