La figlia ebrea tedesca di un sopravvissuto dell’Olocausto avvertita perché non sostenga il BDS
05/10/2019 DI INVICTA PALESTINA |
“tutti respingiamo l’accusa ingannevole secondo cui il BDS in quanto tale è antisemita e sosteniamo che i boicottaggi sono uno strumento di resistenza legittimo e non violento”.
30 settembre 2019
Gli sforzi delle autorità tedesche per reprimere la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) hanno recentemente preso una svolta sinistra dopo che una cantante ebrea-tedesca e figlia di un sopravvissuto all’Olocausto è stata avvertita che sarebbe stato annullato un suo prossimo concerto se avesse fatto commenti a sostegno del BDS.
La minaccia, che indica come i funzionari tedeschi stiano controllando il modo in cui Israele viene dibattuto in eventi artistici e culturali, è arrivata a Nirit Sommerfeld sotto forma di una lettera in cui la cantante viene avvisata che, nel caso dovesse usare la parola BDS o qualsiasi cosa si ritenga essere ‘antisemita’, le autorità tedesche annulleranno il concerto di sabato a Monaco. Sommerfeld e la sua orchestra Shlomo Geistreich hanno in programma una conferenza in occasione del 20° anniversario della band.
I dettagli della lettera, scritta in tedesco e inviata a Sommerfeld la scorsa settimana, sono stati condivisi sui social media. Un blog in lingua tedesca ha pubblicato la risposta di Sommerfeld. Nella sua risposta l’artista ebrea ha espresso indignazione per il fatto che le sia stato chiesto di dare conferma scritta che non includerà alcun contenuto ‘antisemita’ nella sua esibizione.
Sommerfeld ha detto di non avere eseguito un solo concerto in cui non abbia cantato almeno una canzone sull’Olocausto e l’amore per la sua ‘patria Israele’. Provocata dall’affermazione di essere antisemita o che il suo sostegno ai diritti dei palestinesi possa essere considerato antisemita, Sommerfeld ha affermato che “da anni uso mezzi artistici per promuovere proprio Israele e diritti umani per i palestinesi. È abbastanza per essere sospettata di antisemitismo?”
Sommerfeld ammette che “il BDS non è il mio argomento in pubblico” e ha offerto le sue opinioni personali sull’argomento condividendo un link a una lettera redatta da 240 scienziati ebrei e israeliani che chiedevano ai partiti tedeschi di non equiparare il BDS all’antisemitismo. La lettera, che è stata pubblicata sia in inglese che in tedesco sul sito web di BDS Germany, affermava che “tutti respingiamo l’accusa ingannevole secondo cui il BDS in quanto tale è antisemita e sosteniamo che i boicottaggi sono uno strumento di resistenza legittimo e non violento”.
Dopo aver respinto l’affermazione secondo cui il suo sostegno al BDS potrebbe in qualche modo costituire antisemitismo, Sommerfeld ha ricordato alle autorità tedesche la sua eredità. “Posso ricordare che sono una donna ebrea nata in Israele, figlia di un sopravvissuto all’Olocausto, nipote di un nonno assassinato da ANTISEMITEN [antisemitismo] nel campo di concentramento di Sachsenhausen”? ha detto.
Sommerfeld è stata particolarmente disturbata dal fatto che si sarebbe dovuta impegnare a non essere antisemita. Si è infuriata per il fatto che, come ebrea, come democratica tedesca-israeliana che si è impegnata nella Legge fondamentale, ma che è anche critica nei confronti della politica israeliana, viene forzata ad assumere una posizione in cui dovrebbe dare assicurazione di non essere antisemita: è “scandaloso”.
Numerose figure ebraiche di spicco sono state prese di mira da gruppi pro-israeliani da quando a maggio la Germania ha votato per definire il BDS come antisemita. Peter Schafer, ex direttore del Museo ebraico di Berlino, è stato costretto a lasciare il suo lavoro dopo aver condiviso la lettera redatta da 240 scienziati ebrei e israeliani che chiedevano ai partiti tedeschi di non equiparare il BDS all’antisemitismo.
L’espulsione di Schafer dal suo incarico ha suscitato indignazione. Decine di studiosi ebrei hanno protestato redigendo una lettera a sostegno del direttore del Museo di Berlino. “Siamo profondamente preoccupati per la crescente censura della libertà di parola e per la possibilità sempre più ridotta di criticare o persino mettere in discussione le politiche del governo che si manifestano in questi recenti sviluppi”, hanno affermato nella lettera.
Un altro caso di spicco ha visto a giugno le dimissioni della guida del Museo ebraico di Berlino in segno di protesta contro quello che ha definito “il grossolano intervento politico da parte del governo tedesco e dello Stato di Israele nell’opera del museo”.
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org