Storia delle biblioteche mobili
08 Giugno 2016
Possono
sembrare una moda di oggi ma esistono da metà dell’Ottocento: portavano i
libri nelle zone rurali dove procurarseli era più difficile.
A maggio la divisione indiana della grande casa editrice Penguin Random House ha introdotto una
libreria mobile per raggiungere alcune zone dell’India dove trovare
libri da leggere e comprare è particolarmente difficile. Il progetto si
chiama “Penguin on Wheels”
(cioè “Penguin su ruote”) ed è realizzato insieme a due librai, Satabdi
Mishra e Akshaya Ravtaray, che da dicembre 2015 vendono libri nel nord
dell’India utilizzando un camioncino, il Walking BookFairs.
In giro per il mondo di librerie come Penguin on Wheels ce ne sono
molte e l’idea non è nuova: le prime biblioteche mobili nacquero tra la
metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per portare i libri a chi
viveva nelle zone rurali.
Le prime biblioteche mobili
La prima biblioteca mobile di cui si ha notizia era
attiva nel nord dell’Inghilterra, in particolare tra otto cittadine
della Cumbria, nel 1857: era un carro trainato da cavalli e lo
gestiva un commerciante e filantropo di nome George Moore. Negli Stati
Uniti la prima biblioteca mobile girava la contea di Fairfax, in
Virginia, dal 1890 fin dopo la Seconda guerra mondiale. Il numero di
biblioteche mobili americane crebbe all’inizio del Novecento. Nel 1905
la biblioteca Washington County Free iniziò a portare i libri su un
carro a chi abitava in zone isolate della contea di Washington, nel
Maryland. Nel 1910 il carro fu distrutto
da un treno in un incidente e nel 1912 fu sostituito da un veicolo a
motore. Un’altra delle prime biblioteche mobili a motore fu quella della
bibliotecaria Sarah Byrd Askew, che nel 1920 si mise a guidare una Ford
T per portare i libri nella campagna del New Jersey.
Dopo
la crisi economica del 1929 il governo americano finanziò le
biblioteche mobili in Kentucky e nella regione montuosa degli Appalachi;
tra il 1936 e il 1942 la maggior parte di queste biblioteche non era
ancora motorizzata.
Alla fine degli anni Trenta c’erano circa 60
biblioteche mobili negli Stati Uniti. Durante la Seconda guerra mondiale
il loro numero diminuì e tornò a crescere negli anni Cinquanta.
C’è anche un romanzo del 1917 ispirato a queste biblioteche: Il parnaso ambulante dello
scrittore e giornalista Christopher Morley, pubblicato in Italia da
Sellerio. Racconta la storia di una donna che acquista una libreria
ambulante e si mette a girare gli Stati Uniti. In Italia la prima
biblioteca mobile, il “bibliobus”, fu introdotta dallo scrittore Luciano
Bianciardi – autore, tra gli altri, di La vita agra
– quand’era direttore della Biblioteca Chelliana di Grosseto, tra il
1951 e il 1954. Bianciardi raccontò così i motivi per cui la mise in
piedi:
«Una parte assai larga dei 37.940 cittadini del comune
rimaneva ancora estranea alla vita della biblioteca, specialmente nei
ceti operai, artigiani e contadini. Questi potenziali lettori andavano
cercati, avvicinati, educati […] con letture, presentazioni, recensioni.
Ma non è tutto: restano i piccoli agglomerati rurali, le fattorie, le
case coloniche. Ebbene, anche queste verranno raggiunte con un mezzo
radicalmente nuovo, il bibliobus».
Le biblioteche e le librerie mobili di oggi
scrittore e giornalista Christopher Morley, pubblicato in Italia da
Sellerio. Racconta la storia di una donna che acquista una libreria
ambulante e si mette a girare gli Stati Uniti. In Italia la prima
biblioteca mobile, il “bibliobus”, fu introdotta dallo scrittore Luciano
Bianciardi – autore, tra gli altri, di La vita agra
– quand’era direttore della Biblioteca Chelliana di Grosseto, tra il
1951 e il 1954. Bianciardi raccontò così i motivi per cui la mise in
piedi:
«Una parte assai larga dei 37.940 cittadini del comune
rimaneva ancora estranea alla vita della biblioteca, specialmente nei
ceti operai, artigiani e contadini. Questi potenziali lettori andavano
cercati, avvicinati, educati […] con letture, presentazioni, recensioni.
Ma non è tutto: restano i piccoli agglomerati rurali, le fattorie, le
case coloniche. Ebbene, anche queste verranno raggiunte con un mezzo
radicalmente nuovo, il bibliobus».