Siria, l’offensiva delle Ong
di Mostafa El Ayoub, 24 giugno 2016.
Dura ormai da oltre 5 anni la drammatica crisi
siriana. Non vi sono dati certi circa il numero delle vittime del
sanguinoso conflitto armato che oppone l’esercito regolare siriano e i
suoi alleati (russi, iraniani e Hezbollah) a una miriade di gruppi
armati, in gran parte di matrice jihadista sunnita, i cui combattenti
sono in parte siriani e in parte mercenari stranieri. Alcuni vengono
considerati “moderati”, altri terroristi come al Nusra e il Gruppo Stato
islamico (Is).
Diversi di essi sono sostenuti dagli Usa e dai suoi
alleati.
La guerra ha devastato il paese: centinaia di migliaia di morti,
oltre 11 milioni tra sfollati e profughi. La speranza di vita dei
siriani nel 2010 era di 75 anni; questo dato è drasticamente sceso nel
2015 a 50 anni. Si consideri che i morti per mancanza di cibo, acqua e
cure sanitarie, sono oltre 70mila (The Guardian 11/2/2016).
Lo scopo principale di questa guerra per procura è quello di far
cadere Al-Assad. I gruppi armati convergono tutti verso questo
obiettivo. Nel mentre, i governi occidentali hanno scatenato
un’offensiva mediatica contro Damasco. La propaganda sull’uso di armi
chimiche da parte dell’esercito siriano nell’agosto 2013 era in linea
con questo scopo.
Ma ad oggi la guerra per procura e la propaganda mediatica non hanno
raggiunto i risultati sperati.
Il sostegno politico e militare dei russi
a Damasco è stato determinante in tal senso. L’accordo tra la Casa
Bianca e il Cremlino per un “cessate il fuoco” in Siria (27 febbraio) è
avvenuto in un momento in cui i gruppi jihadisti hanno cominciato a
perdere terreno a causa dell’offensiva militare russa e l’avanzata via
terra dei soldati siriani. Questi ultimi nell’aprile scorso hanno
cacciato l’Is da Palmira e avviato un’offensiva militare per riprendere
Aleppo.
Mezzi d’informazione e organizzazioni umanitarie hanno accusato i
militari di aver bombardato l’ospedale Al Quds.
La stampa italiana ha
veicolato la notizia affermando che l’offensiva aerea siriana ha causato
anche la morte dell’ultimo pediatra di Aleppo. Cosa non vera, ma per la
propaganda mediatica tutto è lecito, compreso la strumentalizzazione
della vita dei bambini…
Nel conflitto siriano sono implicate anche organizzazioni non
governative (ong) che operano nel campo umanitario.
Medici senza
frontiere (Msf), ai quali i media hanno attribuito a torto la proprietà
dell’ospedale Al Quds, che dovrebbero essere neutrali, hanno invece
avallato la tesi del bombardamento dell’ospedale che non risulta nella
lista ufficiale del ministero della sanità.
In Siria, Msf prestano servizio solo nelle zone controllate dai
jihadisti e sono noti per la loro parzialità nella crisi siriana: hanno
attribuito la colpa a Damasco circa la faccenda delle armi chimiche nel
2013. Tra i finanziatori dei Msf risultano multinazionali come Goldman
Sachs, Microsoft, Google, Bain Capital di Mitt Romey (vedi il rapporto
Msf 2010).
Nel comitato di patrocinio di questa organizzazione
umanitaria siedono banchieri della Goldman Sachs e di altri istituti
finanziari occidentali. Msf operano anche nel confine tra Siria e
Turchia. Quest’ultima, membro della Nato, è pienamente coinvolta nel
sostegno diretto dell’Is e di Al-Qaida. Vi è quindi un ragionevole
dubbio sulla neutralità dei Msf nella guerra in Siria. Stefan Cornish,
di Msf, ha ammesso che, nelle unità sanitarie nelle quali operano i
medici dell’organizzazione, i combattenti hanno la priorità sui civili.
È noto ormai l’uso delle Ong nella destabilizzazione dei paesi non
allineati. Dal 2013 opera sul terreno di battaglia un’organizzazione
siriana di nome Caschi Bianchi (Cb).
Il dipartimento di stato americano,
via Usaid, ha versato oltre 23 milioni di dollari nelle casse dei Cb,
che inoltre hanno ricevuto oltre 18 milioni di sterline dal Foreign
Office britannico.
Vi sono diverse testimonianze che attestano
l’esistenza di rapporti stretti tra questa organizzazione “umanitaria” e
i jihadisti.
Con molta probabilità il drammatico conflitto armato è destinato a
perdurare e a normalizzarsi. Ciò è di per sé un discreto risultato a
favore degli Usa/alleati perché lo stato siriano è molto indebolito e la
Russia è impegnata a sorreggerlo. Ed è anche probabile che vengano
accesi nuovi focolai di conflitti armati – sempre utili per l’industria
bellica – per scopi ancora una volta geostrategici, ad esempio nell’Asia
centrale, per contenere l’avanzamento dei russi e dei cinesi, facendo
ricorso a strumenti di destabilizzazione di cui sopra!
FONTE: Nigrizia