General

Mosul, Onu: «L’Isis ha accumulato armi chimiche»

11 Novembre 2016

Allarme delle Nazioni Unite: «I jihadisti hanno a disposizione grandi quantità di sostanze tossiche». Paura per possibili raid aerei sui depositi. Civili usati come scudi umani e appesi ai pali. Circa 48 mila gli sfollati.

L’Isis ha accumulato a Mosul, sua roccaforte nel Nord dell’Iraq, «grandi quantità» di sostanze tossiche che possono essere usate come «armi chimiche» dai jihadisti o che possono essere diffuse nell’aria se colpite, anche solo involontariamente, da raid aerei della Coalizione internazionale a guida americana.
Questo mentre il Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha accusato per la prima volta il governo siriano di aver usato armi proibite nella guerra in corso nel Paese, proprio come fatto dall’Isis.
Venerdì mattina era stato invece il turno della Russia, stretto alleato di Damasco, ad accusare le opposizioni armate siriane di aver fatto ricorso ad «armi chimiche» nell’area di Aleppo, dove operano milizie filo-iraniane e soldati russi.
CORPI DI CIVILI APPESI AI PALI. L’allarme per la situazione a Mosul è invece arrivato dalle Nazioni Unite, secondo cui i jihadisti si sono macchiati di altri crimini: per esempio, martedì scorso avrebbero appeso ai pali della luce della città i corpi di circa quarantina civili messi a morte perché colpevoli di ‘tradimento’.
L’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha detto che in una settimana il numero di sfollati da Mosul è raddoppiato: sono ora 48 mila i civili in fuga.
L’Onu ha poi ricordato di aver ricevuto prove di fosse comuni e di notizie di casi di sfruttamento sessuale di donne e bambine, torture e uccisioni, reclutamento di bambini e altre gravi aberrazioni da parte di miliziani dell’Isis.
«USATI COME SCUDI UMANI». In città rimangono più di un milione di civili. Le Nazioni Unite hanno già riferito di notizie, non verificabili in maniera indipendente sul terreno, di civili «usati come scudi umani» e di almeno quattro morti dopo aver respirato gas tossici provenienti da un deposito di zolfo in fiamme il 23 ottobre scorso a seguito degli scontri a Sud della città. Da Ginevra, la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, Ravina Shamdasani, ha parlato di notizie provenienti da Mosul circa la presenza di «grandi quantità di ammoniaca e zolfo immagazzinate in aree dove si trovano civili. Possiamo solo immaginare come loro (l’Isis) intendano usare» queste sostanze.
«Stiamo soltanto suonando l’allarme per dire che questo è quello che sta succedendo», ha aggiunto la portavoce.
RISCHIO DI RAID SUI DEPOSITI. L’allarme è rivolto anche ai jet della Coalizione perché siano al corrente che nei raid possono colpire i depositi di sostanze tossiche: «Bisogna prestare molta attenzione», ha detto Shamdasani.
Sul terreno, prosegue l’offensiva delle forze di Baghdad, sostenute dall’aviazione della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti: secondo fonti locali vicine alla zona del fronte, si combatte casa per casa nei quartieri periferici a Est e a Sud-Est del centro cittadino. Le fonti affermano che i governativi tentano di farsi strada nel quartiere di Qadisiya e Zuhur e di stabilizzare la loro presenza nel rione di Tahrir, a Est e Nord-Est della roccaforte jihadista.