Commissione Grandi Rischi: possibile “effetto Vajont” sulla diga di Campotosto
22 Gennaio 2017
“Nella zona di Campotosto c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è ‘l’effetto Vajont’”. Lo ha detto al Tg3 Sergio Bertolucci, presidente della Commissione Grandi Rischi, aggiungendo che “se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione”. In caso di un crollo, i 10 metri di distanza tra il livello dell’acqua e la sommità della diga potrebbero non essere sufficienti a contenere l’ondata che si formerebbe all’impatto.
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
“Ipotizziamo che la faglia sottostante Campotosto sia in grado di generare un terremoto di magnitudo 6.5-6.6″ spiega Fabrizio Galadini dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Dal 24 agosto – data della disastrosa scossa di Amatrice – in quella zona non c’erano stati segni di riattivazione della faglia. “Ma le scosse del 18 gennaio sono state molto vicine. E da allora con la neve è stato impossibile condurre rilievi”.
La relazione per la Protezione Civile
“Non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento. Le faglie attive dal 24 agosto “hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (6-7)”, scrive la Commissione nella sua relazione per la Protezione Civile, invitando al contempo cittadini e istituzioni a “mantenere alta la guardia”.