Rapporti trapelati mostrano come le polizie dell’UE stiano pianificando una rete pan-europea di database per il riconoscimento facciale
Zach Campbell – Chris Jones 09/03/2020 |
Un investigatore di polizia in Spagna sta cercando di risolvere un crimine, ma ha solo un’immagine del volto di un sospetto, catturata da una telecamera di sicurezza nelle vicinanze.
Tradotto da Centro di Cultura e Documentazione Popolare
La polizia europea ha da tempo accesso al database di impronte digitali e DNA nei 27 paesi dell’Unione europea e, in alcuni casi, negli Stati Uniti. Ma presto questo investigatore sarà anche in grado di cercare in una rete poliziesca di banche dati di volti, che copre l’intera Europa e gli Stati Uniti.
Secondo quanto trapelato da documenti interni all’Unione europea, l’UE sarà presto in grado di creare una rete di banche dati delle polizie nazionali per il riconoscimento facciale. Un rapporto preparato dalle forze di polizia nazionali di 10 stati membri dell’UE, guidati dall’Austria, chiede l’approvazione della legislazione UE per introdurre e interconnettere queste banche dati in tutti gli stati membri. Il report, che The Intercept ha ottenuto da un funzionario europeo interessato allo sviluppo di tale rete, è circolato nell’UE e tra le autorità nazionali nel novembre 2019. Se i precedenti accordi di condivisione dei dati sono una guida, è probabile che la nuova rete di riconoscimento facciale sia collegata a database simili negli Stati Uniti, creando ciò che i ricercatori sulla privacy chiamano un massiccio consolidamento transatlantico di dati biometrici.
Il rapporto è stato prodotto nell’ambito delle discussioni sull’espansione del sistema Prüm, un’iniziativa in tutta l’UE che collega database di DNA, impronte digitali e immatricolazione dei veicoli per la mutua ricerca. Un sistema simile esiste tra gli Stati Uniti e tutti i paesi che fanno parte del Visa Waiver Program, che comprende la maggior parte dei paesi dell’UE. Gli accordi bilaterali consentono alle agenzie statunitensi ed europee di accedere reciprocamente ai database delle impronte digitali e del DNA.