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Iran: domani al voto, cosa cambierà?

18 Maggio 2017

Morris Mottale, professore presso la facoltà di Scienze Politiche della Franklin University, spiega cosa ci dobbiamo aspettare da queste elezioni presidenziali in Iran

Domani gli iraniani andranno al voto per eleggere il Presidente della Repubblica Islamica – ricordiamo che contemporaneamente alle elezioni presidenziali ci saranno anche le elezioni amministrative -. Dopo gli ultimi botta e risposta tra il Presidente uscente Hassan Rouhani, appartenente all’ala riformista, e il religioso Ebrahim Raisi, conservatore, oggi ci sarà una giornata di silenzio alla vigilia del voto. Al momento il candidato favorito rimane il Presidente uscente Rouhani, anche se qualcosa potrebbe cambiare le carte in tavola poiché, pur essendo di fatto un ʹregimeʹ, la Repubblica islamica consente alla popolazione una certa ʹlibertàʹ di scelta durante la chiamata al voto.

C’è da dire che non tutta la popolazione andrà al voto, una buona fetta si asterrà o lascerà la scheda in bianco perché solo in questo modo si può esprimere il proprio dissenso nei confronti del ʹregimeʹ in Iran. Le elezioni iraniane non sono affatto assimilabili ai modelli elettorali occidentali: l’Iran, infatti, pur essendo uno dei Paesi mediorientali più avanzati, è culturalmente e politicamente molto lontano dalle nostre ʹdemocrazieʹ. Per cui, quando parliamo di elezioni presidenziali in Iran bisogna ricordare che nel ʹregimeʹ l’ultima parola è sempre quella della Guida Suprema, che di fatto racchiude nelle sue mani il massimo potere politico e religioso.