Svolta nell’Islam italiano: le donne musulmane possono guidare la preghiera
KARIMA MOUAL 05/12/2017 |
Le donne musulmane possono guidare la preghiera? Certamente, risponde il presidente dell’Ucoii Izzedine Elzir, durante la trasmissione del Tg2 “Lavori in corso”, a ridosso di un servizio che raccontava delle inedite moschee guidate da donne Imam in Occidente con interviste ad alcune di loro, come Ani Zonneveld, fondatrice e presidente di Muslims for Progressive Values, un’associazione di musulmani progressisti.
La risposta del Presidente dell’Ucoii è molto significativa, dato che il servizio riprendeva la storia di Zannoveld che vive a Los Angeles, imam a tutti gli effetti, che guida la preghiera del venerdì per uomini e donne, celebra matrimoni interreligiosi, eterosessuali, omosessuali e persino tra transessuali. Insomma un islam sottotraccia, quello liberale, femminista e progressista, ostacolato dalle istituzioni islamiche classiche, che fatica a prendere spazio ma che esiste, e scende sempre più in campo proprio grazie alle donne, non più disposte a stare ai margini.
Sentire Izzedine Elzir, il presidente dell’Ucoii, una delle più importanti organizzazioni islamiche in Italia – rispondere positivamente alla possibilità di donne imam alla guida della preghiera è importante per almeno due motivi. Se infatti le moschee miste guidate da donne, rimangono iniziativa di un islam occidentale (tanto che sono già bollate negativamente con tanto di Fatwa dalle istituzioni religiose classiche come “Dar al-Iftah al Masriyya, oltre all’Università di Al Azhar), il presidente dell’Ucoii va contro-corrente, sposando il messaggio progressista e liberale delle donne imam, Ma il Presidente dell’Ucoii denuncia anche le interpretazioni patriarcali del Corano, che tengono ai margini le donne musulmane, e porta ad esempio l’ultima iniziativa Ucoii, che vede per la prima volta quattro donne imam varcare le nostre carceri per seguire i detenuti di fede musulmana in un programma di de-radicalizzazione. Tradotto, c’è un messaggio nuovo che l’Ucoii vuole trasmettere, non solo ai fedeli, e che ha finalmente al centro la tanto discussa questione delle donne.
Complice, forse, di questo cambiamento e riposizionamento più critico e aperto, è la minaccia del radicalismo sanguinario, sfociato più violentemente nell’ideologia dell’Is, che ha fatto dichiarare allo stesso Elzir come il terrorismo jihadista sia qualcosa di interno dell’islam da combattere e denunciare. Ora, le parole sono certamente importanti, e l’Imam di Firenze, Elzir, nonché presidente dell’Ucoii sembra voler aprire il più possibile a un islam più in sintonia con i cambiamenti, e pronto a un’autocritica interna. Bisogna però vedere se i musulmani del nostro paese sono pronti ad intraprendere il percorso. E bisognerà poi vedere se ci sono donne pronte a guidare una preghiera di uomini e donne come a Berlino. Se sono disposte a farlo contro le fatwe, e se insieme a loro ci saranno altri uomini pronti a difendere il loro diritto.