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CORONAVIRUS. Unicef: “Bambini sempre più poveri in Medio Oriente”

21 aprile 2020, Nena News
Sebbene utili a contrastare la diffusione del Covid-19, le misure di lockdown e coprifuoco hanno però aggravato la situazione economica di milioni di famiglie nell’area mediorientale. Secondo il Fondo per l’Infanzia dell’Onu, 4 milioni di bambini saranno colpiti dalla perdita di 1,7 milioni di posti di lavoro.

Milioni di bambini in Medio Oriente diventeranno più poveri a causa delle misure poste in campo dai governi per fronteggiare l’epidemia del Coronavirus. È drammatico l’appello lanciato ieri dal Fondo per l’Infanzia delle Nazioni Unite (Unicef): secondo l’Agenzia, infatti, almeno 4 milioni di bambini saranno direttamente colpiti dalla perdita di 1,7 milioni di posti di lavoro in conseguenza delle chiusure di negozi, salari non pagati e degli altri effetti dovuti alle politiche di lockdown. “E’ evidente che la pandemia sta colpendo in primo luogo i bambini. Molte famiglie nella regione stanno diventando più povere a causa della perdita dei posti di lavoro, soprattutto di quelli a giornata” ha detto in un comunicato Ted Chaiban, direttore dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.
“Le famiglie – ha aggiunto Chaiban – hanno difficoltà a portare il cibo in tavola a causa delle misure di contenimento”. Un problema segnalato già da tempo da numerose organizzazioni umanitarie non governative: per quanto utili per fermare l’arresto del Covid, i coprifuochi e le misure di lockdown implementati dai governi regionali stanno impoverendo milioni di persone. Secondo le stime dell’Unicef, sono attualmente 25 milioni i bambini di quest’area del mondo che necessitano di aiuti. A pagare un prezzo più alto sono i rifugiati e gli sfollati interni dei conflitti: dallo Yemen alla Libia, passando per l’Iraq, Siria e Territori Occupati palestinesi. L’Agenzia chiede pertanto 92 milioni di dollari per aumentare i suoi sforzi per fronteggiare l’emergenza. 
I problemi da risolvere sono tanti: mancano cure sanitarie adeguate, cibo, acqua ed elettricità. A ciò si aggiunga la già difficile situazione che si vive in questi Paesi a causa degli effetti della guerra. “La combinazione di mancanza o inadeguati servizi di base e anni di conflitto povertà, mancanze a cui si aggiunge ora anche il Covid stanno colpendo soprattutto i bambini più vulnerabili rendendo le loro vite insopportabili”, ha detto Chaiban. Una situazione che pare ben lontana dal risolversi: il Covid è infatti tutt’altro che debellato. E se timide aperture si registrano in alcune parti della regione, nella maggior parte dei Paesi permangono le chiusure perché continuano i contagi. Il rischio che la situazione emergenziale possa aggravarsi si fa pertanto sempre più concreto. Nena News