L’uomo più potente d’Europa di cui non avete mai sentito parlare
Il Post, 13 marzo 2018
Si chiama
Martin Selmayr ed è un avvocato tedesco di 47 anni: da settimane si discute
della sua fulminea ascesa a uno degli incarichi più importanti della
Commissione europea
Martin Selmayr ed è un avvocato tedesco di 47 anni: da settimane si discute
della sua fulminea ascesa a uno degli incarichi più importanti della
Commissione europea
(AP
Photo/Virginia Mayo) |
Da tre
settimane nel mondo politico di Bruxelles non si fa altro che parlare di quello
che è stato chiamato il “Selmayr gate”, uno scandalo che riguarda il principale
collaboratore del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
“Selmayr” è Martin Selmayr, un avvocato tedesco di 47 anni appena promosso
all’incarico non politico più importante di tutta l’Unione: segretario generale
della Commissione, cioè capo degli oltre 35 mila funzionari che mandano avanti
il governo dell’Europa. Il caso è iniziato alla fine di febbraio, quando
Selmayr è stato nominato con un’oscura e intricata manovra che ha scosso il
sonnolento ambiente politico di Bruxelles.
settimane nel mondo politico di Bruxelles non si fa altro che parlare di quello
che è stato chiamato il “Selmayr gate”, uno scandalo che riguarda il principale
collaboratore del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
“Selmayr” è Martin Selmayr, un avvocato tedesco di 47 anni appena promosso
all’incarico non politico più importante di tutta l’Unione: segretario generale
della Commissione, cioè capo degli oltre 35 mila funzionari che mandano avanti
il governo dell’Europa. Il caso è iniziato alla fine di febbraio, quando
Selmayr è stato nominato con un’oscura e intricata manovra che ha scosso il
sonnolento ambiente politico di Bruxelles.
Chi non è
abituato a seguire le cronache politiche di Bruxelles potrebbe essere colpito
dalla particolare inconsistenza delle critiche a Selmayr e alla sua nomina, se
paragonate agli scandali che di tanto in tanto coinvolgono e agitano la
politica nazionale di molti paesi europei. Le procedure di nomina di Selmayr,
infatti, sono state formalmente corrette: il problema è il modo poco
trasparente con cui sono state portate avanti e il fatto che Selymar sia visto
da anni come un personaggio controverso.
abituato a seguire le cronache politiche di Bruxelles potrebbe essere colpito
dalla particolare inconsistenza delle critiche a Selmayr e alla sua nomina, se
paragonate agli scandali che di tanto in tanto coinvolgono e agitano la
politica nazionale di molti paesi europei. Le procedure di nomina di Selmayr,
infatti, sono state formalmente corrette: il problema è il modo poco
trasparente con cui sono state portate avanti e il fatto che Selymar sia visto
da anni come un personaggio controverso.
Selmayr è
un sostenitore senza compromessi del progetto di integrazione europea, e per
questo gli sono ostili innanzitutto i governi più euroscettici, come gran parte
di quelli dell’Europa dell’est. Inoltre è considerato un accentratore e un
fedelissimo esecutore della volontà del presidente Juncker, e per questo si è
fatto molti nemici tra gli altri Commissari europei, tra i loro staff e nella
burocrazia della macchina europea, quella che ora ha il compito di comandare.
Selmayr inoltre è tedesco e quindi non piace molto a tutti coloro che
considerano già troppo elevata l’influenza della Germania sulle istituzioni
dell’Unione. È anche un cristiano-democratico, e quindi non è molto simpatico
ai socialisti e ai verdi. Infine, a causa del suo carattere e per via dell’opacità
della sua nomina, Selmayr si è attirato parecchie critiche anche dai
giornalisti.
un sostenitore senza compromessi del progetto di integrazione europea, e per
questo gli sono ostili innanzitutto i governi più euroscettici, come gran parte
di quelli dell’Europa dell’est. Inoltre è considerato un accentratore e un
fedelissimo esecutore della volontà del presidente Juncker, e per questo si è
fatto molti nemici tra gli altri Commissari europei, tra i loro staff e nella
burocrazia della macchina europea, quella che ora ha il compito di comandare.
Selmayr inoltre è tedesco e quindi non piace molto a tutti coloro che
considerano già troppo elevata l’influenza della Germania sulle istituzioni
dell’Unione. È anche un cristiano-democratico, e quindi non è molto simpatico
ai socialisti e ai verdi. Infine, a causa del suo carattere e per via dell’opacità
della sua nomina, Selmayr si è attirato parecchie critiche anche dai
giornalisti.
Selmayr e
il suo stile autoritario e accentratore erano già molto discussi quando era
capo di gabinetto di Juncker, ma le critiche al suo operato non erano mai uscite
dalla cerchia ristretta degli esperti di Unione Europea. Lo scorso febbraio,
con una complicata manovra burocratica, Juncker ha imposto a sorpresa la sua
nomina a segretario generale della Commissione. Dopo settimane di analisi, gli
esperti hanno concluso che nessuna norma è stata violata, ma questo non toglie
che sia avvenuta in maniera insolita per gli standard delle istituzioni
europee. «Nominare Selmayr», ha scritto
Politico.eu, uno dei giornali che hanno seguito più da vicino la vicenda, «ha
richiesto la liberazione di tre posizioni nell’organico della Commissione, il
loro rapido riempimento con nuove figure, ha comportato la riduzione della
pubblicità data al rimpasto che era in corso e, in un caso, ha comportato la
proposta di una finta candidatura – la vice di Selmayr stesso – solo per poter
dire che una donna era stata presa in considerazione per l’incarico, facendola
però ritirare immediatamente e permettendo così a Selmayr di ottenere la
nomina».
il suo stile autoritario e accentratore erano già molto discussi quando era
capo di gabinetto di Juncker, ma le critiche al suo operato non erano mai uscite
dalla cerchia ristretta degli esperti di Unione Europea. Lo scorso febbraio,
con una complicata manovra burocratica, Juncker ha imposto a sorpresa la sua
nomina a segretario generale della Commissione. Dopo settimane di analisi, gli
esperti hanno concluso che nessuna norma è stata violata, ma questo non toglie
che sia avvenuta in maniera insolita per gli standard delle istituzioni
europee. «Nominare Selmayr», ha scritto
Politico.eu, uno dei giornali che hanno seguito più da vicino la vicenda, «ha
richiesto la liberazione di tre posizioni nell’organico della Commissione, il
loro rapido riempimento con nuove figure, ha comportato la riduzione della
pubblicità data al rimpasto che era in corso e, in un caso, ha comportato la
proposta di una finta candidatura – la vice di Selmayr stesso – solo per poter
dire che una donna era stata presa in considerazione per l’incarico, facendola
però ritirare immediatamente e permettendo così a Selmayr di ottenere la
nomina».
L’intera
manovra, che ha richiesto settimane di pianificazione e l’accordo di diversi
membri del circolo ristretto di Juncker, si è compiuta lo scorso 21 febbraio
quando Juncker ha presentato ai suoi colleghi commissari la proposta di
promozione. Secondo le ricostruzioni dei giornalisti, nessuno degli altri
commissari era stato avvertito. Nessuno sapeva nemmeno che il precedente
segretario generale, l’olandese Alexander Italiener, aveva un accordo con
Juncker per andare in pensione il primo marzo 2018 (i giornali scrivono che
Italiener lo aveva promesso alla moglie e che Juncker non lo aveva rivelato per
evitare di danneggiare la sua autorevolezza). La manovra è stata così rapida
che, in base alle prime informazioni uscite, diversi giornali avevano
ipotizzato che la nomina violasse alcune regole interne della Commissione. La
risposta impacciata e reticente data dalla Commissione in un primo momento
aveva confermato i sospetti, ma una serie di documenti pubblicati
successivamente mostrano che in realtà tutte le procedure sono state seguite
scrupolosamente, anche se, come scrive Politico.eu: «L’intera vicenda porta i
segni di complotti tessuti in segreto e di manipolazioni machiavelliche».
manovra, che ha richiesto settimane di pianificazione e l’accordo di diversi
membri del circolo ristretto di Juncker, si è compiuta lo scorso 21 febbraio
quando Juncker ha presentato ai suoi colleghi commissari la proposta di
promozione. Secondo le ricostruzioni dei giornalisti, nessuno degli altri
commissari era stato avvertito. Nessuno sapeva nemmeno che il precedente
segretario generale, l’olandese Alexander Italiener, aveva un accordo con
Juncker per andare in pensione il primo marzo 2018 (i giornali scrivono che
Italiener lo aveva promesso alla moglie e che Juncker non lo aveva rivelato per
evitare di danneggiare la sua autorevolezza). La manovra è stata così rapida
che, in base alle prime informazioni uscite, diversi giornali avevano
ipotizzato che la nomina violasse alcune regole interne della Commissione. La
risposta impacciata e reticente data dalla Commissione in un primo momento
aveva confermato i sospetti, ma una serie di documenti pubblicati
successivamente mostrano che in realtà tutte le procedure sono state seguite
scrupolosamente, anche se, come scrive Politico.eu: «L’intera vicenda porta i
segni di complotti tessuti in segreto e di manipolazioni machiavelliche».
Anche i
più critici, però, non mancano di notare come la scelta del segretario generale
rientri nelle facoltà del presidente della Commissione. Dopotutto, Italianer
era stato nominato dal predecessore di Juncker senza causare particolare
turbamento. A sua volta, Selmayr è stato nominato con un voto all’unanimità dei
Commissari: nessuno ha colto l’opportunità per esprimere il suo dissenso.
Diversi funzionari, che hanno parlato ai giornali a condizione di rimanere
anonimi, dicono che nella nomina di Selmayr non c’è niente di strano tranne la
rapidità e la segretezza con cui è stata messa in atto. L’ostilità di queste
settimane sarebbe quindi principalmente dovuta al carattere del nuovo
segretario generale, autoritario e non particolarmente accomodante. Altri lo difendono
sottolineando che è sbagliato identificarlo come un rappresentante degli
interessi tedeschi in Europa. Selmayr sarebbe prima di tutto un sostenitore del
federalismo europeo e quindi di una maggiore integrazione, un tema su cui non
tutti i tedeschi si trovano d’accordo.
più critici, però, non mancano di notare come la scelta del segretario generale
rientri nelle facoltà del presidente della Commissione. Dopotutto, Italianer
era stato nominato dal predecessore di Juncker senza causare particolare
turbamento. A sua volta, Selmayr è stato nominato con un voto all’unanimità dei
Commissari: nessuno ha colto l’opportunità per esprimere il suo dissenso.
Diversi funzionari, che hanno parlato ai giornali a condizione di rimanere
anonimi, dicono che nella nomina di Selmayr non c’è niente di strano tranne la
rapidità e la segretezza con cui è stata messa in atto. L’ostilità di queste
settimane sarebbe quindi principalmente dovuta al carattere del nuovo
segretario generale, autoritario e non particolarmente accomodante. Altri lo difendono
sottolineando che è sbagliato identificarlo come un rappresentante degli
interessi tedeschi in Europa. Selmayr sarebbe prima di tutto un sostenitore del
federalismo europeo e quindi di una maggiore integrazione, un tema su cui non
tutti i tedeschi si trovano d’accordo.
Nelle
ultime settimane è stato proprio un giornalista, il corrispondente del
quotidiano francese Libération, Jean Quatremer, a condurre le indagini più
accurate e taglienti sulla nomina di Selmayr, riprese da gran parte degli altri
quotidiani europei (in uno degli
articoli,è arrivato a definire la nomina un “golpe”). Quatremer, ha raccontato
David Carretta sul Foglio, sta capeggiando una sorta di rivolta della sala
stampa di Bruxelles, che nelle ultime settimane ha insistito molto per ricevere
chiarimenti sulla nomina di Selmayr ed è stata estremamente critica con la
decisione di Juncker. Una settimana fa il Financial Times ha dedicato alla
questione un editoriale in cui è arrivato a chiedere un’indagine “rapida e
approfondita” sul caso. Lunedì la nomina di Selmayr è arrivata
anche al Parlamento europeo, dove durante la sessione plenaria di
Strasburgo, deputati di quasi tutti gli schieramenti si sono alternati nel
chiedere chiarezza e nel criticare duramente la promozione di Selmayr, accusata
per le sue modalità di “distruggere la credibilità” delle istituzioni europee.
ultime settimane è stato proprio un giornalista, il corrispondente del
quotidiano francese Libération, Jean Quatremer, a condurre le indagini più
accurate e taglienti sulla nomina di Selmayr, riprese da gran parte degli altri
quotidiani europei (in uno degli
articoli,è arrivato a definire la nomina un “golpe”). Quatremer, ha raccontato
David Carretta sul Foglio, sta capeggiando una sorta di rivolta della sala
stampa di Bruxelles, che nelle ultime settimane ha insistito molto per ricevere
chiarimenti sulla nomina di Selmayr ed è stata estremamente critica con la
decisione di Juncker. Una settimana fa il Financial Times ha dedicato alla
questione un editoriale in cui è arrivato a chiedere un’indagine “rapida e
approfondita” sul caso. Lunedì la nomina di Selmayr è arrivata
anche al Parlamento europeo, dove durante la sessione plenaria di
Strasburgo, deputati di quasi tutti gli schieramenti si sono alternati nel
chiedere chiarezza e nel criticare duramente la promozione di Selmayr, accusata
per le sue modalità di “distruggere la credibilità” delle istituzioni europee.
La
promozione comunque è fatta: non c’è modo di rimuovere Selmayr senza l’accordo
di Juncker (che al momento non sembra intenzionato a darlo). Con ogni
probabilità, Selmayr rimarrà segretario per tutti i 20 mesi di mandato che
restano all’attuale Commissione (che si insediò dopo le elezioni europee del
2014) e, se non sarà rimosso dal successore di Juncker, continuerà a mantenere
l’incarico anche dopo la fine del suo mandato. Di fatto è passato dal ricoprire
un incarico politico, capo di gabinetto del presidente della Commissione, a un
incarico amministrativo e dirigenziale, in teoria slegato dai cicli politici.
Se fossimo in Italia, sarebbe come se un collaboratore di un ministro venisse
nominato a un importante incarico dirigenziale del ministero.
promozione comunque è fatta: non c’è modo di rimuovere Selmayr senza l’accordo
di Juncker (che al momento non sembra intenzionato a darlo). Con ogni
probabilità, Selmayr rimarrà segretario per tutti i 20 mesi di mandato che
restano all’attuale Commissione (che si insediò dopo le elezioni europee del
2014) e, se non sarà rimosso dal successore di Juncker, continuerà a mantenere
l’incarico anche dopo la fine del suo mandato. Di fatto è passato dal ricoprire
un incarico politico, capo di gabinetto del presidente della Commissione, a un
incarico amministrativo e dirigenziale, in teoria slegato dai cicli politici.
Se fossimo in Italia, sarebbe come se un collaboratore di un ministro venisse
nominato a un importante incarico dirigenziale del ministero.
Anche se
sulle prime pagine dei quotidiani europei il suo nome è comparso soltanto nelle
ultime settimane, Selmayr è noto da tempo a Bruxuelles. Tra i molti soprannomi
che gli sono stati affibbiati, quasi tutti non molto lusinghieri, uno dei più
celebri è “Rasputin”. Secondo i critici Selmayr è “l’eminenza grigia” dietro
Juncker, il suo principale consigliere e soprattutto il leale esecutore delle
sue disposizioni. Selmayr ha lavorato a lungo in Europa e nella commissione. È
stato per lungo tempo portavoce e poi capo dell’ufficio di Viviane Reding, per
quattro volte Commissaria europea. Da lì è diventato il capo della campagna di
Juncker per l’elezione a presidente della Commissione e quindi suo capo di
gabinetto, cioè di fatto il suo braccio destro, incaricato di mettere in
pratica le decisioni politiche del presidente: un incarico che ha svolto, anche
i critici sono concordi, con grande efficienza.
sulle prime pagine dei quotidiani europei il suo nome è comparso soltanto nelle
ultime settimane, Selmayr è noto da tempo a Bruxuelles. Tra i molti soprannomi
che gli sono stati affibbiati, quasi tutti non molto lusinghieri, uno dei più
celebri è “Rasputin”. Secondo i critici Selmayr è “l’eminenza grigia” dietro
Juncker, il suo principale consigliere e soprattutto il leale esecutore delle
sue disposizioni. Selmayr ha lavorato a lungo in Europa e nella commissione. È
stato per lungo tempo portavoce e poi capo dell’ufficio di Viviane Reding, per
quattro volte Commissaria europea. Da lì è diventato il capo della campagna di
Juncker per l’elezione a presidente della Commissione e quindi suo capo di
gabinetto, cioè di fatto il suo braccio destro, incaricato di mettere in
pratica le decisioni politiche del presidente: un incarico che ha svolto, anche
i critici sono concordi, con grande efficienza.
Le
critiche più difficili da evitare, però, sono arrivate proprio da alcuni dei
suoi difensori. Secondo Tim
King, opinionista di Politico.eu, la promozione non dovrebbe destare
scandalo per le sue modalità, né per il fatto che Selmayr è tedesco o perché
Juncker ha deciso di promuovere un uomo a lui fedele. Il problema non è
l’ambizione di Selmayr, ma il suo carattere unito alle sue idee. Secondo King,
Selmayr, come il suo capo Juncker, «trasforma quasi ogni decisione di politica
in una prova di fede nel progetto europeo: non essere d’accordo con lui
significa essere contrari al progetto. Questa non è la ricetta migliore per
fare buona politica e non è nemmeno un modo di mettere a frutto il talento. È
invece una buona spiegazione del perché Selmayr abbia sentito il bisogno di
diventare segretario generale: per prendere il controllo di un’organizzazione
nei confronti dei cui dirigenti non ha fiducia. Il tutto, per il bene superiore
dell’Unione Europea».
critiche più difficili da evitare, però, sono arrivate proprio da alcuni dei
suoi difensori. Secondo Tim
King, opinionista di Politico.eu, la promozione non dovrebbe destare
scandalo per le sue modalità, né per il fatto che Selmayr è tedesco o perché
Juncker ha deciso di promuovere un uomo a lui fedele. Il problema non è
l’ambizione di Selmayr, ma il suo carattere unito alle sue idee. Secondo King,
Selmayr, come il suo capo Juncker, «trasforma quasi ogni decisione di politica
in una prova di fede nel progetto europeo: non essere d’accordo con lui
significa essere contrari al progetto. Questa non è la ricetta migliore per
fare buona politica e non è nemmeno un modo di mettere a frutto il talento. È
invece una buona spiegazione del perché Selmayr abbia sentito il bisogno di
diventare segretario generale: per prendere il controllo di un’organizzazione
nei confronti dei cui dirigenti non ha fiducia. Il tutto, per il bene superiore
dell’Unione Europea».
Questa
strategia di “scontro frontale” contro gli scettici ha già portato a parecchi
scontri in Europa: per esempio tra la Commissione e i paesi dell’Est Europa,
che non hanno accettato il piano per la condivisione dei richiedenti asilo
proposta da Juncker. Secondo King e secondo altri opinionisti, se non ci fosse
la Brexit a mettere in ombra tutto il resto, la spaccatura tra Commissione e
governi dell’Est oggi sarebbe molto più visibile e discussa. Il rischio nella
nomina di Selmayr è che queste spaccature si facciano più numerose e profonde e
il tutto mentre in uno dei ruoli più importanti della Commissione siede una
persona nominata in maniera opaca, che non si fida di gran parte dei suoi 35
mila dipendenti e che forse a sua volta non gode della loro fiducia.
strategia di “scontro frontale” contro gli scettici ha già portato a parecchi
scontri in Europa: per esempio tra la Commissione e i paesi dell’Est Europa,
che non hanno accettato il piano per la condivisione dei richiedenti asilo
proposta da Juncker. Secondo King e secondo altri opinionisti, se non ci fosse
la Brexit a mettere in ombra tutto il resto, la spaccatura tra Commissione e
governi dell’Est oggi sarebbe molto più visibile e discussa. Il rischio nella
nomina di Selmayr è che queste spaccature si facciano più numerose e profonde e
il tutto mentre in uno dei ruoli più importanti della Commissione siede una
persona nominata in maniera opaca, che non si fida di gran parte dei suoi 35
mila dipendenti e che forse a sua volta non gode della loro fiducia.