Uno studio austriaco evidenzia che la salute mentale continua a peggiorare: che fare?
Da Autori Vari, Tlaxcala, 8 febbraio 2021. Uno studio condotto dall’Università del Danubio di Krems mostra che la metà di tutti i giovani adulti soffrono di sintomi di carattere depressivo. Dall’inizio della pandemia del COVID-19, il Dipartimento di Psicoterapia e Salute Biopsicosociale di questa università ha fatto una ricerca riguardante la salute mentale della popolazione. Già ad aprile, giugno e settembre si è verificato un aumento dei sintomi depressivi, dell’ansia o dei problemi di insonnia. Un altro studio recente, finanziato dall’Associazione Federale Austriaca per la Psicoterapia (ÖBVP), mostra un ulteriore peggioramento verso la fine dell’anno.
In una conferenza stampa tenutasi il 27 gennaio 2021, l’autore della ricerca Univ.-Prof. Dr. Christoph Pieh, direttore del dipartimento di psicoterapia e salute biopsicosociale e il Dr. Peter Stippl, presidente dell’Associazione federale austriaca di psicoterapia, hanno presentato gli ultimi risultati della ricerca che mostra che circa un quarto della popolazione (il 26%) soffre di sintomi depressivi, il 23% di sintomi di ansia e il 18% di disturbi del sonno. Lo studio a cavallo dell’anno comprende un campione rappresentativo della popolazione di circa 1500 persone. “Dall’ultimo sondaggio di settembre si è notato un altro notevole deterioramento della salute mentale. Questi risultati sono allarmanti”, ecco il commento dell’autore della ricerca, Christoph Pieh.
Un gravame particolare riguarda i giovani adulti
I risultati sono particolarmente gravi per quanto riguarda i giovani tra i 18 ei 24 anni, da sempre i più esposti a questi problemi anche nelle ricerche condotte in precedenza. In questo contesto, si nota un aumento repentino dal 30 al 50% circa. Inoltre, sono le donne, i disoccupati e le persone sole ad essere particolarmente colpiti. Lo stesso aspetto si rispecchia in un notevole decremento della qualità della vita che è peggiorata di circa un quinto rispetto alla ricerca condotta nel 2019. Un’eccezione è rappresentata dal gruppo d’età al di sopra dei 65 anni, che, come nelle ricerche condotte in precedenza, riesce a superare meglio la crisi. Le persone che vivono in un rapporto di coppia, hanno un buon ambiente sociale e fanno sport regolarmente sono relativamente meno stressate.
Cause diverse
Ovviamente le cause dell’aumento dei problemi mentali sono diversificate e dipendono moltissimo dalla situazione del singolo. Oltre alle preoccupazioni per la propria salute, le paure per il futuro, le preoccupazioni finanziarie, la perdita del lavoro o la solitudine possono giocare un ruolo importante. “Oltre alla pandemia stessa, la situazione economica alquanto difficoltosa, le conseguenze e le misure di contenimento sono vissute come particolarmente stressanti. D’altra parte, l’ambiente familiare o sociale, il superamento dello stress, lo sport o altri hobby vengono percepiti come utili”, spiega Pieh. Oltre alla durata della pandemia, dovrebbe avere un suo impatto anche il periodo di indagine intorno a Natale e all’inizio dell’anno.
prima del COVID sintomi depressivi sintomi di ansia disturbi del sonno
Fig. 1: Gravame mentale dell’intera popolazione nel tempo (Indagine sulla salute austriaca (2019) I Pieh et al. (2020), Löwe et al. (2008) I Probst et al. (2020), Wittchen et al. (2011) I Dale et al. al. (2021))
I casi depressivi molto gravi sono decuplicati
“Lo sviluppo è preoccupante. Ormai, è un quarto della popolazione a soffrire di sintomi depressivi, tra i giovani anche la metà, mentre nel 2019 era meno del cinque per cento”, riferisce Pieh. Il cambiamento è particolarmente evidente nei casi depressivi molto gravi, che sono aumentati di dieci volte rispetto allo scorso anno. “Le misure adottate fino ad ora ovviamente non sono sufficienti per tenere sotto controllo lo stress psicologico. In questo contesto, invece, è necessario un ripensamento a molti livelli”, ha affermato il presidente dell’ÖBVP Dr. Peter Stippl.
Prendere sul serio i gravami psicologici
Ma se i problemi diventano troppo grandi, è necessario cercare aiuto. “Di solito è necessario un aiuto professionale, soprattutto nei casi più gravi”, spiega l’autore dello studio Christoph Pieh. “Il notevole aumento dei disturbi di carattere psichico illustra gli effetti psicologici della pandemia e richiede una reazione immediata adattata alla situazione attuale”, raccomanda Pieh.
Link allo studio: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3773439
Richiesta di informazioni
Univ.-Prof. Dr. Christoph Pieh
Universitätsprofessur für Psychosomatische Medizin und Gesundheitsforschung Department für Psychotherapie und Biopsychosoziale Gesundheit
Donau-Universität Krems
Tel. +43 (0)2732 893-2530
christoph.pieh[at]donau-uni.ac.at
www.donau-uni.ac.at/psycho
Una società depressa: che fare?
di Milena Rampoldi
Sembra importante di mettere in rilievo il deterioramento della situazione psicologica della popolazione in collegamento non solo con la pandemia, ma soprattutto a causa delle misure di contenimento del Coronavirus e della grave crisi economica e finanziaria che ne deriva. In Austria, le persone soffrono sempre di più di depressione, ansia e insonnia. Qui un commentario sullo studio austriaco.
Senza dubbio, la pandemia del Coronavirus è una situazione speciale. È chiaro a tutti. Per questo motivo, l’obiettivo consiste nell’analisi di come la prevalenza delle malattie psichiche dovute alle condizioni del lockdown causate dagli scenari di pericolo di vita derivanti dalle misure di contenimento del coronavirus a lungo termine colpiscano le persone. La ricerca condotta dalla Donau-Universität Krems ha esaminato 1500 persone di età superiore ai 18 anni. I disturbi psichici esaminati erano depressione, sintomi di ansia e insonnia. Anche la qualità di vita è stata misurata e confrontata con la qualità di vita prima della pandemia del Covid-19.
A seguito della pandemia, le depressioni nella popolazione sono quadruplicate o quintuplicate. Per quanto riguarda l’ansia, il Prof. Sippl sottolinea ulteriormente come una popolazione in cui il 20% delle persone soffre di sintomi di ansia non può essere esattamente descritta come una popolazione sana.
Secondo il Prof. Sippl, la pandemia esercita un’influenza del tutto particolare sulle capacità di pianificazione. Pertanto, i sintomi depressivi sono aumentati di dieci volte, ad esempio nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni. I piani dei giovani adulti riguardanti gli studi, la carriera e le ambizioni di realizzazione, insomma un progetto di vita, non funzionano più a causa della pandemia del Coronavirus e delle misure volte a contrastare la diffusione della stessa. Infatti, al momento manca semplicemente la “normalità” per farlo.
In questo contesto, ci sono due direzioni della depressione, quella rivolta verso l’interno e quella rivolta verso l’esterno. La seconda forma di depressione incrementa anche la violenza domestica. Il numero di donne e bambini vulnerabili che hanno bisogno di aiuto è in aumento durante la pandemia. Tuttavia, anche la violenza contro sé stessi è in aumento. A causa della pandemia, di conseguenza, aumenta la prevalenza del suicidio. Il Prof. Sippl descrive il suicidio come la peggiore forma di violenza rivolta contro sé stessi.
A questo punto, si deve mettere in rilievo come questi problemi non si risolveranno quando finirà la pandemia. Infatti, non svaniranno nel nulla. Comunque, va ripetuto che sono strettamente correlati al gruppo di età a cui appartengono le persone. Le persone anziane sono più consolidate e hanno sviluppato un livello più elevato di resilienza all’insicurezza e alle preoccupazioni per il futuro. Di conseguenza, dimostrano la miglior capacità di gestione della pandemia. Dunque, possiamo e dobbiamo imparare dalle persone anziane come affrontare le crisi e forse anche come viverle.
Un aspetto importante affrontato dal Prof. Sippl è che non si può semplicemente passare all’ordine del giorno. Se il 30% degli intervistati soffre di sintomi depressivi, la società deve reagire per contrastare questo fenomeno così diffuso.
Uno dei motivi per cui così tante persone soffrono di depressione è la perdita di ricompense come i contatti sociali, l’attività sportiva all’aria aperta e gli hobby. Poiché l’aggressività non può più essere scaricata con l’attività sportiva all’aria aperta, viste le pesanti restrizioni imposte al movimento dalle misure volte al contenimento del coronavirus, durante la pandemia c’è un maggiore potenziale di violenza contro sé stessi e gli altri. Come sempre, sono le donne ad essere le principali vittime della violenza.
Sono le donne a portare il fardello più pesante della pandemia. Socialmente le donne sono molto più sollecitate degli uomini, soprattutto a causa dell’educazione dei figli, della famiglia e del trasferimento delle attività professionali nell’home office. Anche l’home schooling grava più sulle madri che sui padri.
Durante la pandemia, i bambini hanno bisogno di cure più intensive. Manca loro la motivazione. I bambini sono i principali perdenti di questa pandemia. Il loro sviluppo delle abilità sociali e dell’intelligenza emotiva è rallentato a causa della situazione legata alla pandemia.
Un’altra importante distinzione è percepibile tra le persone che vivono da sole rispetto a quelle che vivono con un partner o in famiglia. Le persone che vivono insieme ad un partner o in famiglia sono meno esposte allo stress psicologico delle persone che vivono da sole. La convivenza con un partner e la famiglia garantiscono sicurezza e stabilità. Inoltre, promuovono un sentimento di speranza individuale che le persone insieme riusciranno a superare questa pandemia. Le persone in famiglia programmano la loro vita dopo la pandemia.
Il Prof. Sippl accenna anche all’importanza fondamentale della religione, nel caso dell’Austria della fede cristiana, basata sui valori della famiglia e dell’amicizia e capace di creare legami di solidarietà tra le persone.
Un altro aspetto importante è il lavoro. La disoccupazione, in particolare se di lunga durata, si traduce in un atteggiamento di depressione, aumenta l’ansia e incrementa i fenomeni legati all’insonnia. Dal febbraio del 2020, il numero dei disoccupati in Austria è raddoppiato.
Servono due cose: una motivazione urgente e la volontà di fare qualcosa a favore della propria comunità. In questo contesto, è essenziale non trascurare il ruolo della psicoterapia. Molte persone sono stressate a livello psicologico, senza essere veramente malate. Infatti, reagiscono in modo del tutto normale alla situazione “anormale” presente nel loro ambiente e causata dalla pandemia e dalle misure volte al contenimento della stessa. Pertanto, alcuni sintomi regrediranno quando finirà la pandemia.
Non appena le cause saranno eliminate, gran parte dello stress psicologico non ci sarà più. Tuttavia, non va sottovalutato che ci sarà ancora molto lavoro da fare dopo la pandemia. Forse dal dolore da noi provato dovremmo trarre la forza, la motivazione e l’energia per riposizionarci e riorganizzarci.
Una revisione biografica può anche essere utile in questo senso. Possiamo guardare al passato per individuare i momenti difficili che siamo riusciti a superare. Possiamo riattivare delle vecchie strategie per gestire la crisi. La società ha bisogno di meno egoismo e più agire comune per rendere più bello questo meraviglioso pianeta terra e per preservarlo.