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Dove sono i diritti dei bambini durante il lockdown? La politica e le associazioni hanno veramente imparato così poco dal passato?

di Deutscher Kinderverein e.V., Presseportal, 8
gennaio 2021, traduzione italiana di Milena Rampoldi, di ProMosaik. 
Continuando
e inasprendo il lockdown, i bambini e gli adolescenti devono rimanere di nuovo chiusi
in casa fino alle ultime classi delle superiori. Questo significa che vengono
lasciati soli con i genitori. E anche questa volta i bambini che non stanno
bene in famiglia diventano invisibili. Si tratta di bambini per i quali andare
alla scuola dell’infanzia è l’unico momento di gioia della giornata, o forse
anche l’unica protezione.

 

Di nuovo la
politica e le associazioni di tutela dell’infanzia ritengono che sia compito
dei genitori decidere quali bambini devono frequentare la scuola dell’infanzia
e quali devono recarsi a scuola – decidendo dunque anche del destino di coloro
che verranno resi invisibili. Qual è il destino dei bambini a rischio di cui si
occupano gli operatori delle scuole dell’infanzia e delle scuole dell’obbligo?
Che cosa succede alle famiglie già assistite dall’ufficio della gioventù perché
è a rischio il benessere dei bambini? Che cosa succede alle famiglie in cui i
bambini e i ragazzi hanno bisogno estremo di frequentare quotidianamente la
scuola dell’obbligo e quella dell’infanzia e i centri di assistenza
ambulatoriali?

L’allontanamento
dalla scuola dell’infanzia e dell’obbligo colpisce soprattutto quei bambini le
cui madri e padri già prima della pandemia, a causa di abuso di sostanze o per
via di altri gravi disturbi psichiatrici, non erano in grado di occuparsi dei
fabbisogni dei loro figli. Non si può e non si deve affidare a questi genitori
la decisione se il bambino continuerà ad avere contatti con le sue persone di
fiducia alla scuola dell’infanzia o dell’obbligo che gli offriranno il sostegno
e la protezione necessari. Ecco la posizione del direttore dell’associazione
tedesca Deutscher Kinderverein e.V. Rainter Rettinger. “Chi isola i bambini per
settimane dal mondo esterno, ha bisogno di approcci nel trattare con le
famiglie in cui i genitori sono dipendenti da sostanze stupefacenti o da
videogiochi e ove persino la relazione tra il genitore e il figlio è diventata
una relazione tra carnefice e vittima”.

Quello che a
volte nel contesto delle relazioni ben riuscite tra genitori e figli viene
persino percepito come un’opportunità per passare del tempo prezioso in famiglia,
per i bambini a rischio invece rappresenta una situazione molto pericolosa,
soprattutto se si considerano il numero crescente di richieste di aiuto da
parte di persone vittime di violenza durante lo scorso lockdown o l’aumento
significativo di video di bambini violentati in rete. Per quanto riguardo
l’abuso sessuale e la violenza di carattere emotivo e fisico, il numero dei
casi non denunciati è molto elevato. E i politici sanno benissimo che i bambini
colpiti sono esposti alla violenza senza alcuna protezione. Anche in questo
caso i bambini sono da soli con i loro genitori. Nessun parla di diritti
dell’infanzia e nuovamente vengono poste delle domande che in passato non sono
state affrontate: Ora chi vede i bambini vittime di abusi o di sfruttamento
sessuale?

C’è una
comunicazione tra gli insegnanti e gli uffici della gioventù? Nelle lezioni
online ai bambini viene chiesto come si sentono e come stanno? Le offerte di
sostegno per i bambini vengono mostrate chiaramente sui media e sulle
piattaforme didattiche? Le famiglie con problemi vengono sostenute dalle visite
a domicilio degli assistenti sociali per i giovani? Quando giungerà finalmente
il momento in cui gli uffici della gioventù verranno finanziati meglio,
aumentando anche il numero dei loro dipendenti? Che possibilità hanno i bambini
per ottenere aiuto online o telefonico?

Oggi come
oggi ancora non ci sono degli approcci su tutto il territorio per incoraggiare
i bambini in difficoltà a rivolgersi con fiducia, anche senza informare i
propri genitori, a delle persone di fiducia qualificate nella propria scuola
dell’infanzia o dell’obbligo.

I politici
al momento stanno riponendo tutte le loro speranze nel vaccino. Attualmente si
focalizza sugli anziani. E di nuovo sono i bambini ad essere trascurati. Che
dire dei bambini e degli adolescenti assistiti in gruppi giornalieri o
settimanali dell’assistenza giovanile e di quei bambini che vivono in collegi e
appartamenti condivisi? Anche in questo settore mancano degli approcci
convincenti per l’insegnamento a distanza e non si dispone di un numero
sufficiente di dispositivi terminali e di personale di assistenza. Per paura
del contagio, i bambini e gli adolescenti assistiti in queste strutture
potrebbero essere nuovamente isolati dal mondo esterno. Perché questi giovani
membri della nostra società che di per sé sono oppressi e deboli e gli esperti
che li assistono a turni non sono in cima alle liste di attesa per il nuovo
vaccino? Chi pensa ai bambini in questa pandemia?

Il
cancelliere Angela Merkel aveva proclamato che i bambini non devono essere le vittime
della pandemia – ma l’associazione Deutscher Kinderverein oggi come oggi già li
vede come vittime in tutto il mondo. “È comprensibile che in tempi di pandemie
i diritti fondamentali debbano essere limitati al fine di salvare delle vite
umane. Ma ci vogliono dibattiti ed approcci per evitare di causare danni
permanenti ai gruppi sociali più deboli, che dipendono dall’aiuto dello Stato”,
afferma Rainer Rettinger.