Tunisia : ulcerati dalla sospensione della loro squadra di calcio, gli abitanti di Chebba minacciano di emigrare in Italia
Omar Tiss 01/11/2020 |
La decisione della Federazione tunisina di calcio (FTF), il 17 ottobre 2020, di sospendere l’attività della Mezzaluna Sportiva di Chebba ha provocato una reazione di collera rara negli abitanti, sostenuti dal Comune. Tanto che un comitato ha iniziato ad organizzare una procedura di migrazione collettiva degli abitanti verso l’Italia: la minaccia è innanzitutto simbolica, ma rischia di avere delle reali conseguenze, spiega il nostro Osservatore.
Tradotto da Silvana Fioresi
Lo scontro tra la federazione e la squadra risale a dei reclami per degli errori di arbitraggio, da parte dei dirigenti della squadra, durante una partita di Ligue 1 tunisina nel settembre 2019. Il comitato della squadra, allora, aveva utilizzato la pagina Facebook ufficiale della squadra per inviare le sue critiche al presidente della FTF. Queste pubblicazioni sono state considerate offensive da parte della Lega nazionale di calcio professionale, che ha dato una grossa multa alla squadra, di 180.000 dinari tunisini (circa 55.000 euro). La tensione tra il presidente della FTF, Wadii Jarii, e il presidente della MS di Chebba, Taoufik Mkacher, è ulteriormente aumentata dopo la decisione di escludere la squadra dalla stagione 2020-2021, a causa di un “dossier incompleto consegnato oltre la data limite”. A titolo di risposta la MS di Chebba ha mobilitato gli abitanti per protestare contro le decisioni definite “ingiuste” della federazione. L’appello ha avuto il suo effetto. Il 19 ottobre uno sciopero generale, sostenuto dal Comune, ha paralizzato la cittadina costiera di 30.000 abitanti. Tutti gli ingressi sono stati bloccati per diversi giorni. Parallelamente un comitato locale di sostegno alla squadra si è spinto fino a chiamare gli abitanti a migrare collettivamente e illegalmente verso l’Italia. Due mila persone si sono registrate in una lista di partenza in tende montate appositamente all’ingresso del porto commerciale.
Tra queste, ritroviamo anche dei giovani giocatori di categorie inferiori della squadra, venuti a iscriversi il 29 ottobre, come lo mostra questo video, filmato e commentato in diretta sulla pagina ufficiale della squadra su Facebook.
“Tutte queste azioni puntano a fare pressione sulla Federazione tunisina di calcio”
Nebrass Heddhili è un giornalista del quotidiano Al-Arab che abita a Chebba. Lui afferma che l’iniziativa di una migrazione collettiva non è seria e punta soprattutto a fare pressione sulla FTF:
Immediatamente dopo la decisione dell’esclusione della squadra, delle persone si sono riunite davanti al Comune, la sera del 17 ottobre, per protestare contro “l’ingiustizia” subita dalla squadra e dalla città. Durante questo assembramento è stato formato un comitato di coordinazione per sostenere la squadra, con qualche dipendente della squadra e dei tifosi amici del presidente. Il giorno dopo hanno sbarrato le strade che portano alla città per una decina di giorni.
Poi, si sono diretti verso il porto della città dove hanno preparato delle tende per ricevere le persone che volevano far parte di questa migrazione collettiva. Anche dei proprietari di imbarcazioni medie e grandi hanno affermato che erano pronti a mobilitare una quindicina di barche per trasportare i migranti verso l’Italia.
Il comitato di organizzazione della migrazione collettiva, che rileva del comitato di sostegno per la squadra, registra i nomi in un computer, con un numero di carta d’identità. Penso tuttavia che questa iniziativa non sia volta realmente a fare migrare illegalmente le persone: è solo un modo per far pressione sulla federazione.
“Temo che questa iniziativa esca completamente dal controllo da parte dei comitati che l’organizzano”
Nonostante le smentite del comitato organizzativo, la maggior parte degli abitanti di Chebba è cosciente che questa iniziativa non è seria. Ma cio’ che temo è che esca completamente dal controllo del comitato e delle autorità, visto che gli abitanti delle città e dei paesi vicini, che hanno considerato questa azione come una possibilità per lasciare il paese, hanno cominciato a venire al porto per registrare i loro nomi. La polizia locale ha finito per intervenire facendo evacuare le persone che non abitano nella città. Spero che questa iniziativa non finisca per generare delle rivolte, quando le persone che ci hanno creduto vedranno le loro speranze evaporarsi.
La questione che oppone la MS di Chebba alle decisioni nazionali del calcio tunisino ha cosi’ preso una svolta politica. L’Unione generale tunisina del lavoro (UGTT), la principale centrale sindacale del paese, ha espresso, in un comunicato, la sua preoccupazione sulle possibili ripercussioni sociali e di sicurezza della decisione di esclusione.
Da parte sua, il Primo ministro Hichem Mechichi ha dichiarato che “tutto il mondo sa che non possiamo immischiarci nelle decisioni sportive, ma esistono delle vie legali con le quali si possono contestare le decisioni della FTF”.