Francia: Appello collettivo di sostegno per il Briansonese, perché rimanga un territorio solidale con gli esuli
Auteurs divers 22/09/2020 |
Il neoeletto sindaco di Briançon ha deciso di chiudere il rifugio solidale e la sala di soccorso dedicata agli esuli (leggere
Briançon, Francia : Il rifugio solidale sulle Alpi minacciato di chiusura). Volontari e associazioni si mobilitano per opporsi a questa decisione, che avrebbe conseguenze umanitarie drammatiche.
Tradotto da Silvana Fioresi
Già da cinque anni più di 11.000 uomini, donne e bambini finiti sulla strada dell’esilio hanno attraversato, a rischio della loro vita, la frontiera alpina franco-italiana, di notte, al freddo dell’inverno, nel mezzo di montagne di cui ignoravano i pericoli. Hanno tutti transitato per Briançon, per una o due notti, breve tappa nel loro viaggio migratorio.
Uno slancio di solidarietà portato da migliaia di volontari e associazioni, con il sostegno della città e dei comuni del Briansonese, ha permesso di accogliere degnamente tutte queste persone. Il rifugio solidale, edificio intercomunale messo a disposizione dall’associazione Refuges Solidaires, mette al sicuro, da tre anni, gli esuli di passaggio per qualche giorno. Qui le persone ricevono, grazie all’azione dei volontari, cure, cibo, vestiti, consulenze legali sul diritto d’asilo, e calore umano. Si tratta di un’esemplare iniziativa di accoglienza messa in luce dai media del mondo intero, e ricompensata dall’attribuzione della menzione speciale del premio dei Diritti umani del 2019 all’associazione Tous Migrants da parte della Commissione Consultiva francese dei Diritti umani.
Questa esemplarità è oggi messa a repentaglio dalla decisione presa dal nuovo sindaco di Briançon e presidente dell’intercomunalità, Arnaud MURGIA, di chiudere il rifugio solidale e il locale tecnico delle maraudes [pattuglie di soccorso].
Infatti la convenzione sull’occupazione del luogo, scaduta lo scorso 30 giugno, non sarà ricondotta dalla nuova giunta comunale, che ha inviato al rifugio solidale un’ingiunzione a lasciare i locali entro il 30 ottobre. Il sindaco ha ribadito questa ingiunzione senza nessuna alternativa in occasione di un incontro con i responsabili del rifugio che ha avuto luogo lunedì 14 settembre, su loro richiesta. Il “Rifugio solidale” e il locale tecnico delle maraudes si trovano così pressantemente minacciati di chiudere. Si tratta quindi di un ostacolo grave alle operazioni di salvataggio e di accoglienza degli esuli.
Con piena cognizione di causa, questa decisione mette in pericolo la vita degli esuli che attraversano la frontiera franco-italiana!
È in effetti grazie alle maraudes, sostenute da Medici del Mondo, che centinaia di esuli persi, estenuati, in ipotermia, hanno potuto sfuggire alla morte. Senza le maraudes, il bilancio di 5 esuli morti e 3 handicappati a vita, che la regione ha conosciuto negli ultimi tre anni, sarebbe stato ancora più terribile. La decisione del sindaco costituisce un ostacolo grave alle operazioni di salvataggio e di soccorso in montagna. Altra conseguenza sarà di gettare per strada gli esuli, non lasciando loro altra soluzione che dormire all’aperto, sapendo che le temperature sono già intorno allo zero di notte a Briançon, e che è fisicamente impossibile passare la notte all’aperto in pieno inverno.
In questo modo il sindaco di Briançon crea le condizioni di un vero e proprio dramma umanitario, con nuovi morti in montagna, alle porte del nostro paese. E la responsabilità morale sarà interamente sua.
Aldilà di questo, si tratta in effetti di una grave violazione del diritto, per associazioni e volontari, di organizzarsi per portare soccorso. Esigendo la chiusura di questi due luoghi complementari e indispensabili al buon funzionamento delle operazioni umanitarie, il nuovo sindaco vuole indebolire l’ecosistema associativo e di volontariato locale, e volta le spalle, per ragioni ideologiche, alla più elementare solidarietà montanara. Questo atteggiamento fa da eco ai recenti divieti di distribuzioni alimentari nel territorio di Calais, alle multe a volontari umanitari durante il lockdown e, in modo più largo, agli ostacoli sempre più importanti contro le azioni associative e collettive, come documentano diverse ricerche.
Il dovere di assistenza a persone in pericolo è un dovere morale e giuridico: si impone a tutti i cittadini, alle associazioni ma anche e soprattutto alle collettività territoriali e allo Stato. Il fatto che il governo non rispetti i suoi obblighi riguardo l’accoglienza e il soccorso alle persone e che chiuda volontariamente gli occhi sui drammi umani di cui l’attualità fa eco quotidianamente, dal Mediterraneo alle montagne, non giustifica nessuno.
Le centinaia di volontari e le associazioni attive in loco tra cui Refuges Solidaires, Tous Migrants, Secours Catholique, Médecins du Monde…sono scandalizzati dalla decisione unilaterale presa dal nuovo sindaco e lanciano un appello affinché il Briansonese non diventi un cimitero. Non ci siamo rassegnati. Per evitare nuovi drammi, continueremo ad accogliere, a soccorrere e a esigere il rispetto dei diritti degli esuli.
Perché rifiutiamo che le nostre montagne diventino un cimitero, al pari del Mediterraneo, perché rifiutiamo che una persona, chiunque sia, si ritrovi per strada, chiamiamo i cittadini, le associazioni, le istituzioni, i rappresentanti municipali, le collettività a sostenere la nostra battaglia per mettere a disposizione dei locali indispensabili all’accoglienza di persone esiliate e in situazione di difficoltà, per far rispettare i loro diritti fondamentali e arrestare i procedimenti contro i volontari, i difensori dei diritti e le associazioni.
Primi firmatari:
Mgr Xavier Malle, évêque de Gap et d’Embrun, Edgar Morin, sociologue, Thuram Lilian, footballeur, Rubirola Michèle, maire de Marseille, Berger Laurent, secrétaire général CFDT, Autissier Isabelle, navigatrice, écrivaine, présidente de WWF France, Trouvé Aurélie, économiste, ex-coprésidente d’Attac, Torreton Philipe, comédien, Pinar Selek, écrivaine, enseignante-chercheuse, Gumpel Georges, enfant juif caché, Honneth Axel, philosophe, université de Columbia, Héran François, professeur au Collège de France, Laugier Sandra, professeur université paris 1 Sorbonne, Ghassan Hage, anthropologue, professeur université Melbourne, W. Scott Joan, professeur émérite à l’Institute for adavanced study Princeton, Wajdi Mouawad, auteur, Balibar Etienne, philosophe, Lavinas Lena, économiste, université Rio de Janeiro, Rosanvallon Pierre, Collège de France, Olivier Py, directeur du Festival d’Avignon, Pouria Amirshahi, président-directeur Politis, Nancy Huston, écrivaine, Brochen Julie, comédienne, Benbassa Esther, sénatrice, Olivier le cour Grandmaison, universitaire, Pierre Cours-Salies, sociologue, professeur émérite Paris 8, Didier Fassin, professeur à l’Institut d’étude avancée de Princeton et au Collège de France, Mechmache Mohammed, Association collectif liberté égalité fraternité ensemble unis (Aclefeu), Eric Fassin, sociologue, Université Paris 8, Wieviorka Michel, sociologue, Mnouchkine Ariane, metteur en scène, directrice du Théâtre du Soleil, Carème Damien, député européen, Wihtol de Wenden Catherine, directrice de recherche CNRS, Pascal Hugo, assistant de Mireille Delmas Marty, professeur émérite au Collège de France, Piketty Thomas, économiste, De Cock Laurence, historienne, Bertina Arno, écrivain, Bodet Stéphanie, écrivaine, grimpeuse, Botiveau Raphael, réalisateur, Massiah Gustave, économiste, altermondialiste, Nahoum Grappe Véronique, anthropologue, Testard Jacques, biologiste, Mouhoud El Mouhoub, professeur d’économie, Paris-Dauphine, De Botton Philippe, président de Médecins du Monde, Robert Christophe, délégué général Fondation Abbé-Pierre, Coudrion Cécile, présidente d’Amnesty International France, Masson Henry, président de La Cimade, Riot-Sarcey Michèle, historienne, Paris, Ernaux Annie, écrivaine, Combes Maxime, économiste, porte-parole d’Attac, Bayou Julien, porte-parole d’EELV, Herrou Cédric, Emmaüs Roya, Bourdon William, avocat au Barreau de Paris, Brengarth Vincent, avocat au Barreau de Paris, Cage Julia, professeur sciences politiques, Agier Michel, Massilia sound system, Christian Mahieux, réseau syndical international de solidarité et de luttes, Del Biaggio Cristina, géographe, université Grenoble Alpes et Laboratoire pacte, Bennahmias Jean-Luc, membre du Cconseil économique et social, Daudet Lionel, écrivain, alpiniste, Noguier Nicolas, président fondateur du Refuge, E. Harcourt Bernard, professeur de droit et de sciences politiques, université de Columbia, Maynadier Mathieu, guide de haute montagne, Lieneman Marie-Noëlle, sénatrice, Leras Gérad, ancien vice-président de la région Rhône-Alpes, Christian Terras, directeur de Golias, Cosnay Marie, ecrivaine, Salmon Christian, écrivain, Salvayre Lydie, écrivaine, Amilhat Szary Anne-Laure, professeur de géographie, université de Grenoble, directrice de Pacte.