La democrazia araba e Israele
28/05/2020 DI INVICTA PALESTINA |
…coloro che pensano ancora che dopo 72 anni la democrazia araba abolirà il sionismo, si sbagliano di grosso.
Fonte: English version
Ernest Khoury – 22 Maggio 2020
Il mondo sembra essere completamente disconnesso dalla causa dei palestinesi e dalla loro liberazione da un’occupazione razzista e coloniale. Le fazioni armate e le sporadiche operazioni di guerriglia non sono più un mezzo di azione, ma piuttosto risposte limitate a reati di furto, occupazione, omicidio, detenzione, cambiamento demografico e falsificazione della narrativa storica.
Le condizioni per la lotta armata sono diventate quasi impossibili e lo scenario arabo non ha più spazio per nient’altro che alleanze dei governi arabi con Israele. L’atmosfera globale generale non è a nostro favore, indipendentemente da chi sia responsabile di aver perso la battaglia per il consenso dell’opinione pubblica internazionale e del sostegno dei governi democratici in Asia, Europa, America Latina e Africa, che un tempo erano al nostro fianco. Il mondo si sta spostando verso destra a un ritmo allarmante e quindi schierandosi dalla parte del più forte, e nel contesto palestinese, ciò significa con l’occupazione.
Siamo di fronte a un asse arabo-israeliano, guidato da Arabia Saudita, Egitto e Emirati Arabi Uniti, mentre dall’altro lato c’è l’asse iraniano. Più questo asse appoggia la Palestina e le azioni che si presume la aiutino, più nuoce alla Palestina e ai palestinesi, dividendo ulteriormente il popolo in fazioni e cercando di stabilire un dominio settario raggiunto uccidendo più arabi trasformando la loro identità.
I risultati ottenuti dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) vengono vanificati quotidianamente, mentre il drammatico impegno dell’Autorità Palestinese (PA) per il suo attuale operato, pur essendo apolide, corrisponde solo alle lotte interne che dividono i palestinesi. Date le varie tragedie, tutto ciò che resta della Palestina sono pochi acri di terra su cui sono costruiti molti campi, e forse saranno anche inclusi nell’annessione della Cisgiordania.
Di fronte a una tale realtà, quali benefici trarrebbe la Palestina dai paesi arabi?
Prevale la convinzione del legame organico che unisce la possibilità di salvare ciò che può essere salvato dei diritti, della terra e della storia palestinesi, e di stabilire un rapporto tra democrazia e modernità nei paesi arabi. Solo i paesi legittimamente democratici i cui cittadini sono veramente uguali nella regione che circonda la Palestina possono minacciare le fondamenta e il pilastro “teorico” in cui il sionismo ha investito per 72 anni: un faro democratico moderno e illuminante nella foresta di arretratezza e dominazione araba.
Propaganda piena di falsità che potrebbero non aver raggiunto la confutazione e la negazione attraverso la storia precisa della regione, in cui si afferma che la vera opportunità per la modernità e l’illuminazione araba e l’istituzione di sistemi ragionevoli nella sua democrazia è stata completamente vanificata dopo l’istituzione dello stato di occupazione, e in nome della sua lotta specifica.
Tuttavia, è ancora possibile assediare Israele con il cordone dei paesi democratici che denunci il razzismo di questo paese, i suoi crimini quotidiani e smentisca la narrazione del nazionalismo che abbraccia (a meno che la divisione dei cittadini in prima, seconda e decima classe sia considerato un atto di uguaglianza).
Ciò che terrorizza i governanti di Tel Aviv è una democrazia pluralista, specialmente in Egitto, Siria, Giordania, Iraq e Libano.
In quel caso, la legittimità dello stato ebraico sarebbe disprezzata come quella che regolava lo stato di apartheid in Sudafrica.
Non è casuale che la caduta del regime di apartheid sudafricano coincise con la fase di speranza per una più ampia diffusione della democrazia liberale in tutto il mondo (tra il 1990 e il 1993).
Qui, in Palestina, i nostri rappresentanti hanno deciso di accettare un regalo con una confezione spessa e accattivante, con l’idea di un’autorità nazionale, senza uno stato, in altre parole, nient’altro che una fabbrica di privilegi, stipendi, patrocinio e burocrazia. Carte VIP e auto di lusso anziché sovranità, terra e liberazione. Per quanto riguarda la richiesta di un unico stato democratico per tutti i suoi cittadini, arabi ed ebrei, si è dovuta confrontare solo con il tradimento, il nostro hobby nazionale preferito.
La vera democrazia araba è l’inizio del percorso per fermare la nostra sconfitta palestinese. Questa è una delle occasioni mancate dall’ondata di sollevazioni della Primavera Araba. Una lezione che alcuni hanno capito in modo opposto – con l’illusione che il riavvicinamento con Israele fornisce sostegno alla battaglia per la democratizzazione nei paesi arabi. Un fallimento intellettuale, coloro che pensano ancora che dopo 72 anni la democrazia araba abolirà il sionismo, si sbagliano di grosso.
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org