General

Eros e Thanatos – il reset del Covid19

Di Leopoldo
Salmaso, ProMosaik, 19 marzo 2020. Quando il nostro PC o telefonino va in tilt,
che facciamo? Lo resettiamo! Il mondo intero sta andando in tilt per questo
virus… e allora proviamo a resettarlo. 
Con un linguaggio il più possibile divulgativo, ecco una proposta di resettaggio
di entrambi i sistemi: il sistema virus e il sistema uomo.


 VIRUS = INTERNET DELLA VITA. La vita sulla Terra è sbocciata 3,7 miliardi di anni
fa. Per i primi due miliardi di anni c’erano solo i procarioti (per
semplificare: batteri) che svilupparono tutte le biotecnologie (permeabilità
selettiva, fermentazione, fotosintesi, ossido-riduzione, catalisi, etc.)
essenziali anche per gli esseri viventi superiori. Inoltre, i batteri
stabilizzarono le condizioni macro-ambientali (temperatura, umidità, salinità, 

Ph, etc.) che tengono aperta la finestra della vita sul nostro pianeta (
Gaia1). Poi comparvero
i protozoi (cellule
con nucleo ben definito) e organismi pluricellulari come meduse, molluschi e
vermi, fino all’esplosione cambriana (pesci, anfibi, rettili, uccelli). Poi
ancora le piante sessuate (coi fiori) e gli insetti, i grandi sauri, e infine i
mammiferi. Per ogni specie presente oggi, almeno 999 altre specie si sono
estinte, ma la Vita ha sempre potuto poggiare sullo zoccolo duro dei batteri, e
così rifiorire e continuare a differenziarsi nella caleidoscopica varietà che
ammiriamo.




A qualsiasi livello di complessità, la differenziazione è possibile
grazie alla sessualità (ricombinazione di codici genetici). Mentre nella specie
umana bisogna attendere almeno una dozzina di anni prima che due individui
possano ricombinare i geni delle proprie cellule sessuali, i batteri e, in
misura minore, le cellule eucariotiche (comprese le cellule somatiche
dell’uomo) ricombinano il proprio DNA in qualsiasi momento, tramite i virus. I
virus non sono altro che pezzetti di codice genetico, messaggi (con o senza
bottiglia) nell’oceano della vita. E sono talmente diffusi (molto più dei
batteri) da costituire l’internet della Vita.
Circa l’8% del DNA di ogni nostra cellula codifica lo sviluppo del corpo (ossa,
muscoli, organi, cervello, sangue, etc., ciascuno alla propria “postazione di
lavoro”). Il rimanente 92% sono frammenti di codici accumulati negli eoni della
co-evoluzione, sono un “archivio virale” grazie al quale gli embrioni
ripercorrono le maggiori tappe della storia evolutiva prima di giungere al
traguardo della nascita.
La maggior parte dei ricercatori in tutto il mondo, selezionata in base
all’ideologia meccanicistico-deterministica
e neo-darwinista, non capendo a che cosa serva quel 92% del nostro DNA, lo
chiama “DNA spazzatura”. Per loro, batteri, virus, parassiti, sono solo nemici
da combattere, senza se e senza ma. Però la vita non potrebbe mantenersi, e
tantomeno co-evolvere, senza i batteri e senza l’internet virale. Ogni cellula
vivente è interconnessa in un’intricata rete di endo-simbiosi (es: i mitocondri
di ogni cellula animale) ed eco-simbiosi (es: la flora intestinale, l’alveare,
fino a
Gaia stessa). Quelli che noi chiamiamo parassiti sono
semplici commensali, come dice l’etimologia greca.
Le malattie infettive sono “incidenti di percorso” lungo il cammino
co-evolutivo. Infatti le leggi della vita sono tali da incentivare la
convivenza pacifica e da penalizzare ogni conflitto cruento: un parassita che
uccida il proprio ospite sega il ramo su cui poggia. Nelle infezioni la malattia
è un’eccezione, mentre la regola è lo stato di portatore sano. Non solo: in
molti casi la malattia è scatenata da una risposta immunitaria anomala contro
un pacifico intruso.
I virus, non essendo esseri viventi, non possono essere “aggressori”.
La loro funzione basilare è di mantenere il “consenso informato” ad ogni
livello di interazione vitale. Anche coi virus si possono avere incidenti di
percorso: quando la modifica all’informazione cellulare provoca crescita
tumorale, suicidio, aggressività. In ogni caso l’attore
è la cellula, non il virus. A che cosa servono i coronavirus in particolare?
Non lo sappiamo, ma di sicuro svolgono
un compito utile nella co-evoluzione. E che succede quando un coronavirus muta
e provoca malattie anche mortali? Ci sono due possibilità: o rientra nei ranghi
per la semplice legge statistico-biologica della regressione alla media,
o è condannato all’emarginazione.
UOMO = VITA AUTOCOSCIENTE. Quanto riguarda salute e malattia del corpo umano
rientra nel quadro generale riassunto sopra. Ma l’uomo ha anche una dimensione
mentale, spirituale, sociale ed ecologica, ciascuna con relative dinamiche
fluttuanti fra stato di ben-essere e mal-essere, ciascuna interagente col corpo
fisico. Ebbene, filosofie/ religioni/scienze di ogni epoca e latitudine
concordano su poche dinamiche fondamentali, in definitiva sulla dialettica
Eros/Thanatos,
Amore/Morte, Salute/Malattia, Fiducia/Paura.
Esaminiamo un caso “meccanicistico” per eccellenza: l’incidente stradale. Nelle
nostre statistiche registriamo solo pochi, specifici, fattori concorrenti:
alcool, droghe, coperture assicurative… Tuttavia quell’incidente può essere
stato causato da un particolare stato mentale (euforia o depressione); o
spirituale (conflitto di coscienza); o sociale (lex versus jus); o ecologico
(da una banale allergia fino a una perturbazione elettromagnetica cosmica…).
Nessuno ha difficoltà ad ammettere quelle variabili come possibili cause di un
incidente stradale, eppure è impossibile trattarle
a livello scientifico: nessuna ricerca su simili correlazioni verrebbe mai
pubblicata. Perché? Perché quelle variabili non sono quantificabili, non si
sottomettono al dogma della misurabilità. La Medicina ufficiale respinge
qualsiasi approccio che non sia galileiano, cartesiano; accetta solo
“spiegazioni” in base ai postulati della chimica e della fisica classica: poco
importa se, da più di un secolo, nelle scienze esatte per eccellenza,
Matematica e Fisica, viene considerata non-scientifica qualsiasi pretesa di
misurazione certa, oggettiva.
In tale contesto, delle dinamiche Eros/Thanatos possono occuparsi preti,
filosofi, poeti, liberi pensatori. Un medico può spingersi fino al limite
consentitogli dalla scienza ufficialmente costituita. Su quel confine troviamo
le malattie psico-somatiche (dermatiti atopiche, colon irritabile,
fibromialgie, cefalee essenziali, etc.). La “scienza medica” riconosce solo due
cose: che tali malattie sono manifestazioni somatiche di dis-equilibri
psico-affettivi; che certi dis-equilibri psico-affettivi trovano “sfogo” di
preferenza su certi “organi-bersaglio”. Domanda: il polmone è organo-bersaglio
di quali disordini? La scienza glissa, mentre preti e poeti di ogni epoca e
latitudine rispondono all’unisono: il polmone è organo-simbolo della Vita. Antropologi
culturali e filologi confermano: Vita = Pneuma, Respiro, Spirito, Anima, Soffio
(vitale). Gli attacchi di Thanatos si somatizzano nei polmoni determinando
difficoltà respiratoria (angor, angina, ansia, angoscia, mors). Fermiamoci qua:
Thanatos-Paura si manifesta nel sintomo “difficoltà respiratoria”. In realtà
c’è una terza caratteristica, tipica della cultura occidentale, che complica
ulteriormente le cose: è la lotta senza quartiere contro ogni manifestazione
legata a Thanatos, fino alla rimozione della morte stessa, e la
colpevolizzazione di chiunque mostri “inclinazioni tanatologiche”. Di segno
opposto, ma di ugual significato, è l’esaltazione delle manifestazioni legate a
Eros (erotismo, salutismo, edonismo, consumismo, etc.). Invece le culture orientali,
e “native” in generale, promuovono un bilanciamento di entrambi i principi,
dimostrando una saggezza molto prossima a quella di madre Natura. Infatti, la
paura è alla base dell’istinto di conservazione; una sana dose di paura è
vitale di fronte a pericoli immediati, veri o presunti, attivando il sistema
simpatico (preparazione alla lotta e alla fuga), mentre diventa patologica se
cronicizzata, o socializzata o, peggio ancora, avvitata su se stessa nella
fallimentare pretesa di “uccidere la morte”. Si giunge così all’esaurimento
energetico e alla depressione, con predominio del sistema parasimpatico
(rilassamento, abbandono, resa). E se si aggiungono suggestioni di pene
infernali nell’aldilà, il terrore aumenta…
Ma tornando nel campo della medicina ufficiale, vediamo le Polmoniti
Atipiche Primarie (PAP). Già il nome puzza di psico-somatico, ma un po’ alla
volta in questo capitolo sono stati introdotti alcuni micro-organismi
(Clamidie, Coxielle, Micoplasmi, Legionelle, Pneumocisti) a confortare la fede
deterministica in base alla quale per ogni effetto fisico dovrebbe esserci una
causa fisica… Le PAP si differenziano dalle broncopolmoniti esogene per due
caratteristiche: i batteri sopra citati sono intra-cellulari, cioè causano
malattia non direttamente ma per una disordinata risposta immunitaria contro la
cellula che li ospita; le PAP non colpiscono le cellule dell’albero
broncopolmonare direttamente comunicanti con l’aria inspirata, bensì il tessuto
connettivo interno, intimo, che è
il regno del sistema immunitario, neuro-vegetativo, ormonale: in una parola è
il regno del “self”.
Da alcuni decenni si va sviluppando la Medicina di Comunità, con un approccio
identico a quello della medicina classica: anamnesi, esame obiettivo, ipotesi
diagnostiche differenziali, esami strumentali di esclusione/conferma, diagnosi,
prognosi, terapia. Non è stato ancora inaugurato il capitolo delle malattie
socio-somatiche, ma l’attuale pandemia vi si deve iscrivere d’ufficio poiché la
componente emotiva è innegabile, anzi prevalente.
Una volta rimessi a posto, sia pure per sommi capi, il sistema-virus e
il sistema-uomo, potremmo dire che il resettaggio è concluso. Però resta da
capire, possibilmente, come mai l’intera umanità stia andando in tilt, dando
la colpa a virus che di regola provocano solo banali raffreddori. I coronavirus
sono qui da miliardi di anni, e convivono più o meno pacificamente con tante
specie animali, mutando di frequente. Nell’uomo, i coronavirus se ne stanno
nelle prime vie respiratorie e, quando qualcosa va storto, tutto si risolve con
un banale raffreddore, dopodiché i coronavirus tornano al loro posto o vengono
“archiviati”. Nel 2002 e nel 2012 furono registrati focolai epidemici di
polmoniti interstiziali gravi, associate a varianti assai “indisciplinate” di
coronavirus: SARS con 80.000 casi e quasi 8.000 morti; MERS con 800 casi e
quasi 300 morti. Tutti quei focolai si auto estinsero e, in ossequio alla legge
primaria della co-evoluzione, il “killer più temibile” fu quello che più si
auto precluse la possibilità di propagarsi.
Ora abbiamo una nuova variante, Covid19, di cui è illusorio cercare il
“paziente zero” perché l’internet virale è in grado di suscitare “portatori
zero” in mille punti del pianeta, nell’arco di una giornata. Covid19, essendo
associato
a malattia grave molto meno della SARS, può diffondersi più facilmente. Fin qui
non abbiamo nulla di nuovo, anzi, registriamo l’ennesima conferma delle leggi
statistiche co-evolutive in base alle quali Covid19 potrà diffondersi in tanto
in quanto convivrà pacificamente con la specie umana. Eppure, questa volta una
novità c’è, eccome, e riguarda proprio la Medicina di Comunità: è la
precocissima dirompente incalzante ondata di terrorismo mediatico. I soggetti
più suscettibili mostrano evidenti sintomi di panico irrazionale, rivelano uno
stato ansioso persistente con punte di angoscia “soffocante”. Il loro sistema
neuro-vegetativo, ormonale, endorfinico, immunitario si sposta in maniera
abnorme dal quadrante di Eros (danza creatrice di Shiva) al quadrante di
Thanatos (inerzia fisica e mentale).
Questo mal-essere si somatizza nel proprio organo-bersaglio:
l’interstizio polmonare sviluppa infiammazione e edema che ostacolano i
regolari scambi gassosi. Tutto ciò avviene nel giro di poche ore, con una
rapidità che neppure il più temibile patogeno a tropismo polmonare è mai stato
capace di esibire, mentre sappiamo bene che può farlo
il sistema immunitario dell’ospite. Controprova: nei pazienti con polmonite
interstiziale associata a Covid19, in tutto il mondo si stanno usando farmaci
immunosoppressori con risultati positivi, ancorché preliminari. Infine, va
registrata un’ulteriore anomalia: nelle epidemie in cui l’agente infettivo
gioca un indiscutibile ruolo primario soccombono principalmente i soggetti con
un sistema immunitario meno maturo o meno equilibrato, cioè bambini e anziani.
In questa “epidemia” gli anziani muoiono in proporzione ancora maggiore, mentre
i bambini non vengono neanche sfiorati… Sta di fatto che la vecchiaia procede
nel territorio di Thanatos, mentre la giovinezza sta nel regno di Eros.