FOCUS ON AFRICA. Mozambico al voto, ma il risultato non cambierà
Federica Iezzi 19 ottobre 2019 |
Nella consueta rubrica del sabato sul continente africano, andremo anche in Sudafrica per il processo per corruzione all’ex presidente Zuma e in Sudan dove sono in corso colloqui di pace tra governo e ribelli.
Sudafrica
L’ex presidente sudafricano Jacob Zuma dovrà affrontare un processo per accuse di corruzione dopo che un tribunale ha respinto la sua richiesta di sospensione permanente del procedimento.
Zuma è stato accusato di corruzione, frode, racket e riciclaggio di denaro in accordo con la società di difesa francese Thales, negli anni ’90 prima come ministro dell’economia provinciale e successivamente come vice presidente dell’African National Congress.
Il giudice Willie Seriti dell’Alta Corte ha concordato con l’accusa che parti degli argomenti di Zuma per far valere il caso erano “scandalosi e vessatori”.
Le accuse sono state presentate per la prima volta nel 2005. Sono state ritirate dai pubblici ministeri nel 2009, poco prima che Zuma diventasse presidente e ripristinate nel 2016.
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Sudan
Sono in corso nella capitale del Sud Sudan, Juba, i colloqui di pace tra una delegazione del nuovo consiglio sovrano del Sudan e i leader ribelli.
Le discussioni hanno lo scopo di porre fine ai conflitti che durano da anni nel Paese e arrivano un mese dopo che le due parti hanno concordato un piano e una serie di misure di rafforzamento della fiducia, compresa l’estensione di un cessate il fuoco già in atto.
La delegazione del consiglio sovrano è guidata dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, mentre la squadra rappresentativa dei ribelli è guidata da Abdulaziz al-Hilu, leader del Sudan People’s Liberation Movement-North, che è attivo nel Nilo azzurro e nel sud Kordofan.
Presenti anche il primo ministro etiope Abiy Ahmed, recente premio Nobel per la Pace, il presidente ugandese Yoweri Museveni e il presidente keniota Uhuru Kenyatta.
La nuova iniziativa di pace arriva dopo l’allontanamento dell’ex-presidente Omar al-Bashir, che è stato rimosso dalla carica a opera dei militari sudanesi lo scorso aprile, a seguito di proteste di massa contro il suo governo trentennale.
L’attuale primo ministro Abdalla Hamdok è stato incaricato di riportare il Sudan al potere civile e sta duramente lavorando sul porre fine ai conflitti con i ribelli.
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Mozambico
In Mozambico si sono aperti i seggi per le elezioni presidenziali, parlamentari e provinciali, prova di un recente accordo di pace tra il partito al potere e l’opposizione armata.
I due partiti dominanti, Frelimo, vincitore di ogni precedente elezione, e Renamo, ex gruppo ribelle trasformato in principale partito di opposizione, si affrontano nella guerra civile che si è conclusa nel 1992.
Quasi 13 milioni di elettori sono registrati nella nazione dell’Africa meridionale, sebbene alcuni osservatori avvertono che l’insicurezza potrebbe impedire ad alcuni di votare.
Le tensioni in Mozambico sono elevate alla vigilia delle elezioni che probabilmente vedranno l’attuale presidente Filipe Nyusi e il suo partito al potere Frelimo, mantenersi in carica.
Mentre si prevede che Nyusi vincerà un secondo mandato nel voto presidenziale, nonostante disordini cronici e una crisi finanziaria legata alla presunta corruzione statale, l’opposizione sta lavorando sugli incarichi provinciali e legislativi.
Si prevede che Renamo vincerà per la prima volta da tre a cinque delle 10 province del Mozambico, a seguito di una modifica della legge che consente agli elettori di eleggere i governatori provinciali. Il partito ha già ottenuto guadagni nelle elezioni municipali dell’anno scorso.
Il candidato del gruppo di opposizione Renamo, Ossufo Momade, dirige un partito di ex ribelli anticomunisti che hanno combattuto una brutale guerra civile con Frelimo dal 1975 al 1992, devastando l’economia e provocando la morte di quasi un milione di persone.