LIBIA. Le milizie armate ostacolo alla pacificazione
Chiara Cruciati 18 aprile 2019 |
Intervista al giornalista indipendente Mustafa Fetouri: «I gruppi armati di Tripoli non hanno una posizione comune. E tutti non intendono arrivare a un accordo che comporti la nascita di un esercito e di un corpo di polizia unici».
Centrale nel conflitto libico da anni è il ruolo delle milizie armate, cresciute a dismisura dal 2011 e dalla caduta del colonnello Gheddafi e divenute Stati nello Stato, una galassia di piccole autorità che impediscono a oggi una pacificazione interna reale.
Ne abbiamo discusso con Mustafa Fetouri, giornalista indipendente libico, vincitore nel 2010 del premio per la libertà di stampa intitolato a Samir Kassir.
Haftar immaginava un’operazione lampo, ma ha trovato resistenza. Quali milizie gli si oppongono?
Tutte le milizie di Tripoli sono dalla parte del premier del governo di unità libico, Serraj, compresi Misurata e i gruppi islamisti, tra cui gli elementi di quello che fu il Libyan Islamic Fighting Group. Si tratta di milizie potenti come le al-Bunyan al-Marsous che combatterono l’Isis a Sirte (gruppo nato nell’estate 2016 proprio in occasione dell’offensiva contro Daesh, è considerato parte delle forze misuratine, ndr). E ci sono infine le unità dell’esercito libico di stanza a Tripoli. Nessuna milizia tripolina ha finora dato sostegno all’Esercito nazionale libico (che conta circa7mila uomini a cui si aggiungono 12mila uomini di milizie affiliate, ndr), o almeno non pubblicamente.
Perché non è possibile arrivare al tavolo del negoziato, a un dialogo reale? Tutti gli sforzi delle Nazioni unite per portare allo stesso tavolo Haftar e Serraj falliscono.
La ragione principale sono le milizie: il premier Serraj non può mettere la firma su nulla, non ne ha l’autorità. Le milizie che controllano Tripoli non concordano tra loro su una posizione comune. E tutte quante non intendono arrivare a un accordo che comporti la nascita di un esercito unico o di un corpo di polizia.
La guerra libica è stata fin dal principio una guerra regionale e globale. Qual è in particolare il ruolo francese nell’attuale scontro?
La Francia non sta in questo momento giocando un ruolo diretto ma potrebbe giocarlo attraverso gli Emirati arabi e Il Cairo. In ogni caso Parigi non sembra disdegnare quel che sta facendo oggi Haftar. Il desiderio dei francesi è che l’Lna finisca in fretta quello che sta facendo. In fretta e con il minor danno possibile a civili e infrastrutture.