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Onu accusa Israele di crimini di guerra contro manifestanti palestinesi a Gaza

28 febbraio 2019, Nena News
“I militari israeliani hanno violato la legge internazionale. Alcune di queste violazioni potrebbero costituire crimini di guerra o contro l’umanità”, afferma Santiago Canton, presidente della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sulle proteste nei territori palestinesi occupati.

Le Nazioni Unite condannano Israele per le uccisioni sulle linee con la Striscia di Gaza dei manifestanti palestinesi della Grande Marcia del Ritorno cominciata quasi un anno fa, il 30 marzo. L’indagine svolta da Santiago Canton, presidente della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni unite sulle proteste nei territori palestinesi occupati, ha raccolto le prove di crimini contro l’umanità commessi dall’esercito israeliano nel respingere le proteste poiché i cecchini hanno preso di mira bambini e persone facilmente identificabili come operatori sanitari e giornalisti. “I militari israeliani hanno violato la legge internazionale sui diritti umani e del diritto umanitario – afferma Caton – Alcune di queste violazioni potrebbero costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità”.
Circa 250 palestinesi sono stati uccisi in 11 mesi durante le manifestazioni lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele per chiedere la fine del blocco israeliano e il diritto dei palestinesi di poter tornare ai loro villaggi di origine. Migliaia sono stati feriti da proiettili e fra questi molti rimarranno disabili a vita. La commissione ha condotto 325 interviste con le famiglie degli uccisi, con i feriti, testimoni e altre fonti, esaminando oltre ottomila documenti. Ha inoltre esaminato filmati girati da droni e altri materiali.
L’inchiesta era stata commissionata dal Consiglio diritti umani dell’Onu e ha indagato sulle uccisioni avvenute dall’inizio della protesta fino al 31 dicembre. “Oltre 6mila manifestanti disarmati sono stati colpiti dai cecchini militari sui luoghi delle proteste”, ha aggiunto Caton – “l’indagine ha evidenziato ragionevoli basi per ritenere che i cecchini israeliani abbiano sparato a giornalisti, sanitari, bambini e persone con disabilità, sapendo che erano chiaramente riconoscibili in quanto tali…(sono stati uccisi e feriti palestinesi)…che non partecipavano direttamente alle ostilità né rappresentavano una minaccia imminente”.
La commissione nel suo rapporto smentisce la narrazione israeliana secondo la quale le proteste erano volte a mascherare atti di terrorismo. “Le manifestazioni erano di natura civile, con obiettivi politici enunciati chiaramente” – si afferma nel rapporto – “nonostante alcuni atti di violenza significativi, la Commissione ha rilevato che le manifestazioni non costituirono dei combattimenti o campagne militari”. Caton sottolinea che le autorità israeliane non hanno collaborato all’indagine.
Da parte sua Israele respinge le conclusioni dell’inchiesta dell’Onu. Il ministro degli Esteri, Yisrael Katz, l’ha definita “ostile, falsa e prevenuta…”Nessuna istituzione – afferma Katz – può negare il diritto di Israele all’autodifesa e a difendere i propri cittadini e le frontiere dagli attacchi violenti. Israele respinge quel rapporto”.