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Attacchi terroristici, il mondo sotto scacco dell’odio

Anna Germoni 23/03/2019
In Italia cresce la destra xenofoba per il voto europeo. Sondaggio della comunità ebraica: per il 4% degli intervistati Shoah è “episodio sopravvalutato, tutto da dimostrare”.

Il mondo è sotto scacco dell’odio. Il terrorismo uguale e contrario, come un ping pong letale tra criminali islamisti e fanatici del nazismo, suprematisti della razza bianca. Dopo la strage in Nuova Zelanda con 50 morti e 48 feriti alle due moschee di Christchurch per mano di Brenton Tarrant, 28 anni, australiano che si definisce fascista e xenofobo. Come in un video game horror si riprende con la telecamera e poi gira la mattanza di “stranieri invasori”, una comunità musulmana che stava pregando, in diretta streaming su facebook, per “creare ancora più panico e incitare all’odio razziale”. Ora arriva la notizia di un altro attacco terroristico. A Utrecht, in Olanda, nella piazza 24 Oktoberplein, nel quariere di Kanaleneiland, pieno di mezzi pubblici, Gokmen Tanis, 37 anni, nato in Turchia, spara all’impazzata su innocenti intrappolati e senza via di fuga proprio in quel tram in cui anche lui era salito. La strada per sconfiggere il terrorismo e l’odio universale è ancora lunga. Nel frattempo in Italia, gli 007 lanciano l’allarme eversione ed estremismi. In crescita quello di ultradestra, xenofobo e razzista.
Nel report annuale Sistemi di Informazione Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri 2018, uscito a febbraio del 2019, composto da Dis, Aise, Aisi, e Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) nel capitolo sull’eversione si parla di “dinamismo della destra radicale” e di una “costante attenzione informativa riservata al panorama dell’ultradestra che, caratterizzatosi per una pronunciata vitalità, ha riproposto, alcune consolidate linee di tendenza: competizioni “egemoniche” e fluidità di rapporti”, oltre all’interesse “ad accreditarsi sulla scena politica mantenendo uno stretto ancoraggio alla “base”, ma intensificando “le relazioni con omologhe formazioni estere”. Secondo gli 007 italiani, “le strategie d’inserimento nel tessuto sociale hanno fatto leva su iniziative propagandistiche e di protesta, soprattutto in talune periferie urbane, centrate sull’opposizione alle politiche migratorie”.
Ma non solo. La relazione descrive che “tale attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba, si è accompagnato ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che, al di là del richiamato omicidio di Macerata, potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo”.
Un allarme da non sottovalutare soprattutto in vista delle competizioni elettorali. Ma nella relazione ci sono aspetti ancora più inquietanti dell’eversione di ultradestra. Infatti si assiste al mutamento da “un’immagine “moderata”, così la chiamano i nostri apparati d’intelligence, verso “una determinazione a preservare, per ragioni di proselitismo, i rapporti con quel variegato sottobosco comprendente anche segmenti politicizzati delle tifoserie calcistiche, nonché sigle di matrice neonazista, antisemita e skinhead. In quest’ultimo ambito, si è registrato un rimarchevole fermento organizzativo e programmatico da parte di componenti hammerskin attestate nel Nord Italia, interessate ad espandere il proprio raggio d’azione a livello nazionale attraverso un ambizioso “progetto federativo “.
In Alto Adige per esempio “i tradizionali contatti tra gruppi skinhead germanofoni e circuiti neonazisti tedeschi si sono ulteriormente rafforzati, facendo registrare la presenza di militanti altoatesini ad iniziative di protesta d’impronta xenofoba svoltesi in Germania” oltre a una spiccata proiezione “internazionale delle principali formazioni d’area, con assidui e stretti rapporti con i maggiori gruppi stranieri dell’ultradestra, funzionali all’affermazione di un “fronte identitario paneuropeo”, a difesa delle radici etnico-culturali dell’Europa, di orientamento filorusso e pro-Assad e in contrapposizione alla UE, agli USA e alla NATO”.
Nella relazione del 2017, uscita sempre a febbraio del 2018, l’intelligence italiana delineava alcuni punti: “un dinamismo crescente della destra radicale” attraverso la nascita di nuove sigle a cui aderiscono soprattutto i giovani per intercettare “istanze nazionaliste e i sentimenti di insofferenza verso la presenza extracomunitaria”, che per accrescere “cavalcano situazioni di disagio sociale legate soprattutto alle problematiche abitative e occupazionali, promuovendo iniziative propagandistiche, provocatorie (anche all’insegna del nostalgismo fascista) e di contestazione”.
Oltre alla preoccupazione per “l’iniziativa legislativa sullo ius soli oggetto di un’accesa campagna di protesta che è arrivata a evocare, quali esempi dei presunti rischi connessi all’approvazione del provvedimento, gli attentati jihadisti occorsi in Europa”. Gli 007 hanno rilevato anche “una presenza attiva della destra oltranzista in altri contesti e teatri esteri, come testimoniato dalla promozione, in Siria e in Kosovo, di missioni umanitarie a sostegno di quelle popolazioni”.
E in ambito della tolleranza zero verso il diverso in chiave “anti-immigrazione, l’intelligence sottolinea ” il rilievo della campagna Defend Europe che, promossa da un circuito identitario europeo di recente costituzione, si è concretizzata in azioni di disturbo contro imbarcazioni delle ONG attive nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo”.
Ma l’allarme di un irresponsabile incitamento all’odio xenofobo e antisemita, arriva ai massimi livelli nel “barometro dell’intolleranza” anche dalla Commissione Europea. Infatti nell’indagine dal titolo Special Eurobarometer 484/Perceptions of antisemitism” pubblicata a gennaio del 2019 e richiesta appunto dall’Ue (https://osservatorioantisemi-c02.kxcdn.com/wp-content/uploads/2019/01/ebs_484_en.pdf ).Questo sondaggio mostra che la maggioranza degli europei considera l’antisemitismo come un problema nel loro paese. Più di un terzo degli europei afferma che negli ultimi cinque anni è aumentata la percezione dell’odio razziale.
Accanto alle maggioranze che credono che l’antisemitismo sia aumentato, circa un terzo degli intervistati condivide questa opinione in Belgio (36%), Austria (33%), Finlandia (32%) e Italia (31%). In questo grafico si ha la prevalenza di diverse manifestazioni di antisemitismo, percepite dagli europei nei loro paesi di origine. L’Italia è al quarto posto, dopo Francia, Svezia e Germania.
In questo altro grafico, più della metà degli intervistati afferma che il problema più allarmante dell’antisemitismo nel loro paese è la negazione dell’Olocausto.
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L’educazione culturale e la memoria storica dell’Olocausto è considerata un fattore importante per prevenire l’odio razziale. Il 51% ha paura di un crescente “antisemitismo su Internet, compresi i social network online”. Seguono gli atti di vandalismo di edifici o istituzioni ebraiche” ed “espressioni di ostilità e minacce verso gli ebrei in strada o altri luoghi pubblici “, oltre alla “profanazione dei cimiteri ebraici”. Anche i media secondo gli intervistati sono colpevoli di acuire il sentimento di odio nei confronti degli ebrei.
Questo sondaggio commissionato dall’Ue, mostra chiaramente le preoccupazioni di manifestazione xenofobe, sempre più diffuse in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Italia, in Belgio e in Austria.
Ma anche la Fondazione di documentazione ebraica in collaborazione con l’Ipsos, ha realizzato nel novembre 2016, ma pubblicato un anno dopo, un’indagine italiana per stabilire quel barometro dell’intolleranza del nostro paese nei confronti degli ebrei e degli immigrati.
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Se la Shoah per il 4% degli intervistati italiani “è un episodio sopravvalutato, tra l’altro tutto da dimostrare” e per il 53% “è stata una grande tragedia, ma ce ne sono tante anche altre di cui si parla meno” la strada per sconfiggere il terrorismo universale è ancora lunga.