“Abusata per 13 anni da un prete. Tre volte incinta, mi ha fatto abortire tre volte”
21/02/2019 |
Al summit in Vaticano sulla Pedofilia le terribili testimonianze delle vittime da tutti i continenti. “Sono stato violentato oltre 100 volte”.
“Dall’età di 15 anni ho avuto relazioni sessuali con un prete. È durato 13 anni. Sono rimasta incinta tre volte e mi ha fatto abortire tre volte, molto semplicemente perché non voleva usare profilattici o metodi contraccettivi”. È una delle scioccanti testimonianze di violenza sessuale data da una donna africana e trasmessa durante il vertice contro gli abusi in Vaticano voluto da Papa Franceso. “All’inizio mi fidavo così tanto di lui che non sapevo potesse abusare di me – continua -. Avevo paura di lui e ogni volta che mi rifiutavo di avere rapporti sessuali con lui, mi picchiava. E siccome ero completamente dipendente da lui economicamente, ho subito tutte le umiliazioni che mi infliggeva”.
“Avevamo questi rapporti sia a casa sua nel villaggio che nel centro di accoglienza diocesano – prosegue – In questa relazione non avevo il diritto di avere dei “ragazzi”; ogni volta che ne avevo uno e lui veniva a saperlo, mi picchiava. Era la condizione perché mi aiutasse economicamente… Mi dava tutto quello che volevo, quando accettavo di avere rapporti sessuali; altrimenti mi picchiava”. “Sento di avere una vita distrutta – conclude la donna – Ho subito così tante umiliazioni in questa relazione che non so che cosa mi riservi il futuro … Questo mi ha reso molto prudente nelle mie relazioni, adesso. Bisogna dire che i preti e i religiosi hanno modo di aiutare e allo stesso tempo anche di distruggere: devono comportarsi da responsabili, da persone avvedute”.
“Voi siete i medici dell’anima e tuttavia, salvo rare eccezioni, vi siete trasformati – in alcuni casi – in assassini dell’anima, in assassini della fede. Quale terribile contraddizione”. le testimonianze proseguono drammatiche. “L’abuso sessuale lascia conseguenze tremende a tutti”, “le conseguenze sono evidenti, sotto tutti gli aspetti, e rimangono per tutta la vita”, premette il primo testimone, un cileno, che però vuole soprattutto parlare di sé “in quanto cattolico”. “Per un cattolico, la cosa più difficile è riuscire a parlare dell’abuso sessuale; ma una volta che hai preso coraggio e inizi a raccontare – nel nostro caso, parlo di me – la prima cosa che ho pensato è stata: vado a raccontare tutto a Santa Madre Chiesa, dove mi ascolteranno e mi rispetteranno”. Invece, “la prima cosa che hanno fatto è stata di trattarmi da bugiardo, voltarmi le spalle e dirmi che io, e altri, eravamo nemici della Chiesa. Questo è uno schema che non esiste soltanto in Cile: esiste in tutto il mondo, e questo deve finire”.
Nel racconto del sopravvissuto, “il perdono falso, il perdono forzato non funziona. Le vittime hanno bisogno che si creda loro, che le si rispettino, che ci si prenda cura di loro e si guariscano. Bisogna far guarire le vittime, esser loro vicini, bisogna credere loro e accompagnarle”. La richiesta è “di collaborare con la giustizia”, e ciò “che il Papa sta facendo in Cile si ripeta come modello in altri Paesi del mondo”.
Inoltre, “vediamo tutti i giorni la punta dell’iceberg: nonostante la Chiesa affermi che è tutto finito, continuano a emergere casi: perché?”. “Non serve estirpare il tumore e basta”, afferma la vittima cilena, che chiede “che aiutiate a ristabilire la fiducia nella Chiesa” e che coloro “che vogliono continuare a coprire, se ne vadano dalla Chiesa”.
Un sacerdote est-europeo racconta che da adolescente, dopo la conversione “andavo dal prete perché mi insegnasse come leggere la Scrittura durante la Messa; e lui toccava le mie parti intime. Ho passato una notte nel suo letto”. E “l’altra cosa che mi ha ferito è stato il vescovo al quale, dopo molti anni, da adulto, ho parlato dell’accaduto”, e “lui mi ha attaccato senza tentare di comprendermi”.
Altri testimoni un uomo degli Stati Uniti e un asiatico. L’uno prova “ancora dolore per i miei genitori, ancora provo dolore per la disfunzione, il tradimento, la manipolazione che quest’uomo malvagio, che all’epoca era il nostro prete cattolico, ha inflitto alla mia famiglia e a me”. L’altro è stato “molestato sessualmente per tanto tempo, e oltre cento volte, e queste molestie sessuali mi hanno provocato traumi e flashback per tutta la vita. Fa fatica vivere la vita, fa fatica stare insieme alla gente, avere rapporti con le persone. Ho avuto questo atteggiamento anche nei riguardi della mia famiglia, dei miei amici e perfino di Dio”. “Ogni volta che ho parlato con i Provinciali e con i Superiori maggiori – conclude -, questi hanno regolarmente coperto il problema, coperto gli abusatori e questo a volte mi uccide”.