General

Migrante si uccide gettandosi sotto un treno, gli era stato negato l’asilo

ANSA 31/01/2019
Prince Jerry, 25enne nigeriano, faceva parte della comunità Migrantes. A darne notizia Don Giacomo Martino.

Un 25enne nigeriano, Prince Jerry, si è suicidato lunedì 28 gennaio a Tortona gettandosi sotto un treno dopo essersi visto negare il permesso di soggiorno per motivi umanitari. La notizia l’ha data monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova, in un messaggio alla chat dei propri parrocchiani, poi circolato ieri sera sui social e ripreso oggi da alcuni quotidiani. I funerali si terranno domani alle 11.30 nella chiesa dell’Annunziata a Genova.
Nella lettera Don Giacomo scriveva: “Cari tutti, ieri sono stato tutto il giorno a tortona- scriveva ieri sera don giacomo- uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, dopo essere stato diniegato prima di natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno”.
“Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui è stato un momento difficile, ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione. Vi scrivo perché abbiamo deciso di portarcelo su a Coronata e seppellirlo nel cimitero lassù”. Coronata è un quartiere collinare di Genova dove vi è un campus educativo per i migranti. “Quanti vorranno e potranno essere presenti saranno il segno dell’ultimo abbraccio terreno a questa vita così desolata. Una preghiera per lui e la sua famiglia”, conclude Don Giacomo.
Prince Jerry era nato nei pressi di Benin City ed era arrivato il 16 giugno 2016 sulle coste siciliane. Già dal quel mese era arrivato a Genova. Chi l’ha conosciuto riferisce che parlava benissimo italiano, faceva volontariato con i ragazzi delle Scuole della Pace e per iniziative come lo Staccapanni della Caritas. “Un ragazzo speciale e straordinario, molto sensibile e anche colto. Era laureato e amava conoscere e apprendere”, ha ricordato don Giacomo. “Aveva fatto richiesta di asilo politico, ma non era stata accolta e lo aveva saputo alla metà di dicembre, il 17 per la precisione. E non rientrava in quello status, non più previsto dalle norme, che prima garantivano il permesso umanitario”.