ISRAELE. Detenuta all’aeroporto Ben Gurion la scrittrice palestinese Susan Abulhawa
2 novembre 2018, Nena News |
Fermata ieri allo scalo di Tel Aviv, potrebbe essere deportata. L’autrice di “Ogni mattina a Jenin” avrebbe dovuto partecipare al Festival di Letteratura Palestinese di Gerusalemme.
Susan Abulhawa, bloccata all’aeroporto di Tel Aviv, sarà deportata questa sera. Lo ha deciso una corte israeliana. La scrittrice è accusata di “violazione le procedure” non avendo “coordinato in anticipo” il suo arrivo come aveva imposto Israele nel 2015 quando già non fu fatta entrare mentre dalla Giordania si accingeva ad entrare in Cisgiordania.
Ieri mattina la scrittrice palestinese-americana Susan Abulhawa è stata fermata al suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ed è ora detenuta dalle autorità israeliane. A dare la notizia è un’amica dell’autrice, Linda Hanna, che ha parlato con il suo legale. Secondo Hanna, Abulhawa potrebbe essere deportata: non le sono state fatte domande al momento della detenzione ma le è stato fatto presente che il fermo è dovuto all’assenza di un visto.
Il visto non è necessario ai cittadini statunitensi. Ma, avrebbero detto le autorità israeliane, avendo l’autrice già subito una deportazione tre anni fa, avrebbe dovuto richiederlo. Abulhawa, secondo Mondoweiss, sarebbe dovuta apparire di fronte a una corte ieri sera, ma non si hanno altre informazioni in merito.
Questa mattina il quotidiano israeliano Haaretz riporta le dichiarazioni della portavoce dell’Autorità per la popolazione, l’immigrazione e i confini, secondo cui la ragione del fermo non è relativa alle attività che Abulhawa avrebbe svolto ma al fatto che non ha in precedenza coordinato il suo ingresso: “Alla fine di luglio 2015 – ha detto la portavoce – Abulhawa è arrivata al valico di Allenby e ha avuto un atteggiamento iroso e volgare e soprattutto si è rifiutata di cooperare quando le è stata chiesta la ragione della sua visita. Da quel momento le è stato reso chiaro che ogni ingresso futuro sarebbe dovuto essere coordinato in anticipo”.
La scrittrice stava raggiungendo Gerusalemme per partecipare al Palestinian Literature Festival, festival di letteratura che inizierà domani e si concluderà il 7 novembre, sponsorizzato dal British Council. Per lei si sono già mobilitati in tanti: una raccolta firme per chiederne il rilascio è partita online e numerosi attivisti stanno lanciando appelli sui social.
Abulhawa è tra le più note scrittrici palestinesi al mondo. Tra le sue opere più note, “Ogni mattina a Jenin” e “Nel blu tra il cielo e il mare”. E’ la fondatrice dell’ong Playground for Palestine, organizzazione che si occupa della costruzione di parchi gioco sia in Palestina che nei campi profughi dell’agenzia dell’Onu Unrwa in Libano.
I genitori sono nati ad a-Tur, a Gerusalemme, da cui sono stati cacciati con la forza nel 1967, durante la guerra dei Sei Giorni, diventando rifugiati. Prima in Giordania, poi in Kuwait dove Susan è nata. Abulhawa è inoltre un’attivista della campagna Bds – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni – contro cui Israele ha messo in campo energie e milioni di dollari. Dopo l’approvazione della legge che criminalizza il boicottaggio, le autorità israeliane hanno enormemente ristretto gli spazi per gli individui e le associazioni che promuovono la campagna, nata nel 2005 su spinta della società civile palestinese.
Negli ultimi mesi sono stati numerosi gli attivisti, anche ebrei, detenuti e in alcuni casi espulsi all’aeroporto Ben Gurion. Tra loro l’americana ebrea Ariel Gold di CodePink; la professoressa e membro di Jewish Voice for Peace, Katherine Frank; e l’attivista ebreo americano Simone Zimmerman, del movimento contro l’occupazione IfNotNow.