Vincino, cuore indomito di libertario
VALTER VECELLIO |
Mille battaglie a colpi di matita. Ma che fretta hai avuto di andartene, c’è ancora tanto da sbertucciare, tanti potenti impotenti prepotenti arroganti da mettere alla berlina…
Caro lettore: ti scrivo del mio amico Vincenzo Gallo, che forse conosci come Vincino. Un palermitano innamorato della sua città, della sua Sicilia, e anche di questo paese. Un artista della matita e del pennarello. Il suo tratto apparentemente infantile, quasi uno scarabocchio, era invece raffinatissimo, nel tratto; un colpo di fioretto e di sciabola insieme: irresistibile e imbattibile nel saper cogliere, attraverso il particolare, la sfumatura, il ‘tutto’ e la sua essenza. Parlare, ricordare, raccontare il ‘mio’ Vincino, ha qualcosa a che fare con la rubrica che ogni mercoledì tratta dei temi della giustizia? Sì, qualcosa ha a che fare. Vincino non era ‘solo’ disegno, sberleffo e gentile irrisione capace di fulminarti con due rapidi schizzi.
Caro lettore: Vincino, è stato compagno di ‘Male’/fatte memorabili. Disegna per ‘l’Ora’, il quotidiano di sinistra siciliano che ha scritto pagine memorabili della storia dell’antimafia, quella vera. Poi passa a ‘Lotta Continua’, se la ride di tutti e di tutto, anche di alcuni suoi seriosissimi compagni, e mette in piedi‘L’Avventurista’, un inserto satirico che leva il pelo a chiunque abbia la sventura di capitare a tiro; ma è conPino Zac (anche lui un geniale pazzo della matita, da tempo ‘volato’ ‘altrove’) che scrive un pezzo importante della storia del giornalismo italiano: fonda il settimanale ‘Il Male’, un hellzapoppin’ di trovate surreali e geniali…
Caro lettore: te lo ricordi il famoso ‘falso’ dove si riproducono perfettamente false pagine di ‘Repubblica’, del ‘Paese Sera’, della ‘Stampa’, e si dà l’annuncio che finalmente si è catturato il Grande Vecchio, il vero capo delle Brigate Rosse? L’ispettore di polizia è impersonato da quell’eterno burlone di Sergio Saviane; il poliziotto è lui, Vincino; e tutti e due mettono le manette ai polsi a Ugo Tognazzi, che si presta al gioco…Chissà, ora da qualche parte, magari con Luciano Salce, Paolo Villaggio, Bonvi e altri mattacchioni,chissà che cosa stanno architettando… Certamente continueranno i loro scherzi, i loro lazzi, magari in compagnia di un altro scavezzacollo: Wolinski: e non ci sarà ‘santo’ che sarà al riparo dalle loro ‘zingarate’…
Caro lettore: guardo i disegni che mi hai dedicato quando, direttore del ‘Male’, sono finito in galera per una settimana… C’era un magistrato veneto che ogni mercoledì, preventivamente, sequestrava il ‘Male’, ‘colpevole’ di una vignetta irrispettosa, di una battuta poco corretta. Al quinto o sesto sequestro, si organizzò una diffusione ‘militante’ davanti a palazzo Chigi; vengono i poliziotti del primo distretto, non hanno proprio voglia di scherzare; si viene arrestati con l’imputazione di oltraggio e resistenza. Non c’era né l’uno né l’altro e al processo l’insussistenza delle accuse sono riconosciute. Intanto però sette giorni a Regina Coeli ce li regalano.
Caro lettore: vado avanti coi ricordi. Quella direzione del ‘Male’ mi procura una cinquantina tra denunce e querele; tutte balorde: per dire: accusato di divulgazione di segreto militare per aver pubblicato la cartina dell’isola La Maddalena ricavata dall’enciclopedia alla Biblioteca Nazionale… Reati così, se ne prendeva uno dal codice e te lo trovavi appioppato; poi venivi assolto, o archiviavano il procedimento; ma intanto il fastidio, l’avere un certificato dei carichi pendenti lungo una quaresima e degno del pericolo pubblico numero 1… Una volta, per uno sberleffo a un magistrato il tribunale di Orvieto prima, di Perugia poi, pensa bene di emettere una condanna a due anni e sei mesi senza la condizionale. La Cassazione ci mette poi una toppa solo perché si monta una campagna stampa, e qualcuno capisce che due anni e sei mesi di carcere per una vignetta, sia pure nei confronti di un magistrato, è qualcosa di abnorme. Ma sono in pochi quelli che dicono che si esagera: Oreste del Buono, Giorgio Forattini, Giampiero Mughini, Indro Montanelli, Marco Pannella, Salvatore Sechi…Per il resto, silenzio, indifferenza…
Caro lettore, vedi, parlo di Vincino, ma anche di come funziona la giustizia: perché queste cose sono accadute in un passato non troppo lontano. Sì, avevo qualche capello in più e qualche chilo in meno; ma non si sta parlando di quando c’erano i Borboni, il papa re, gli austriaci a Milano. C’era già da decenni una Costituzione, l’Italia era già una Repubblica nata dalla Resistenza, ecc.; certo, anche allora, scherzare coi santi e coi magistrati si rischiava qualcosa; certo anche oggi la satira viene vista con sospetto; anche oggi si ‘sparano’ querele e denunce per intimidire e tappare la bocca… Nulla di particolarmente nuovo, sotto il sole. E non certo per un caso Pino Zac, Vincino, altri erano grandi amici di Pannella, radicali di nome e di fatto, sostenitori delle battaglie libertarie spesso immortalate e pubblicizzate nelle loro vignette…
Caro Lettore: riguardo la montagna dei disegni di Vincino, quelli di Pino Zac, di Andrea Pazienza, e di altri: e rido e piango insieme…maledizione! Ma che fretta avete avuto ad andarvene così presto, che fretta avete avuto tutti, c’è ancora tanto da sbertucciare, tanti potenti impotenti prepotenti arroganti da mettere alla berlina…; e voi ve ne siete andati tra il lusco e il brusco, e ci avete lasciato qui, da soli…