La città bianca dell’amianto
28 Giugno 2017
“Sono nato di fronte allo stabilimento Eternit, non ho mai visto un albero verde lì intorno. Era tutto grigio. Era l’amianto che fuoriusciva da tutte le parti. Dappertutto, come se nevicasse”, dice un abitante di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria.
È nel comune piemontese che, nel 1907, la multinazionale Eternit apre il più grande stabilimento d’Europa. Qui si produce fibrocemento, una mistura di cemento e amianto usata nell’edilizia. Negli anni sessanta varie ricerche dimostrano che la polvere di amianto provoca malattie respiratorie e una grave forma di tumore, il mesotelioma pleurico.
Per decenni lo stabilimento disperde la polvere di amianto nell’ambiente e continua la produzione fino al 1986, senza informare i lavoratori dei rischi per la loro salute. Più di 1.600 persone sono morte a Casale Monferrato per patologie correlate all’amianto e ancora oggi c’è un alto tasso di mortalità attribuito all’Eternit. Dal 2014 ci sono stati vari processi per accertare le responsabilità dell’azienda, ma nessuno è arrivato a una sentenza definitiva.