IL “CLAN” BUONO DI SCAMPIA
14 Febbraio 2017
Napoli, le sue luci, i suoi colori, una città ancorata alle tradizioni, nonostante tutto, un cuore che batte nel cuore della spontaneità. Un prisma di specchi, a luci ed ombre, su cui si riflettono, in continuo contrasto, lotta per la sopravvivenza e vita stessa. Napoli, città di fascino senza tempo, alchimia di storia, nobiltà, semplicità e veracità. In questo contesto di difficoltà e speranze, incontro una persona speciale, un uomo che sta dedicando la sua vita al servizio di chi, altrimenti, non avrebbe prospettive né futuro. Il suo nome è Giovanni Maddaloni, il quartiere in cui vive ed opera è Scampia, periferia simbolo del più completo disagio umano e morale della città. Lo raggiungo, partendo dal salotto buono di Napoli, attraverso un percorso metropolitano che, stazione dopo stazione, non nasconde il suo volto di sofferenza e voglia di riscatto.
Nel quartiere di Gomorra
Arrivo a Scampia. Ad accogliermi, una vista ormai nota, per essere stata più volte silente protagonista di numerosi reportage e film, primo fra tutti “Gomorra” di Matteo Garrone, che ha consegnato al grande pubblico uno spaccato sociale fino a quel momento sconosciuto e ignorato da molti. In questi luoghi dalle mille contraddizioni, Giovanni Maddaloni, campione di judo, e adesso maestro, ha organizzato la sua palestra, dove negli anni, ha formato campioni olimpionici, tra cui il figlio Pino e il genero Carmine Russo.
Positività
Su Giovanni o Gianni per gli amici, sono stati scritti articoli e libri, ma grazie alle vittorie olimpiche dei suoi atleti, e poi, ad un famoso film “l’oro di Scampia“, è stato conosciuto dal grande pubblico, che poi ne ha saputo apprezzare le doti umane, grazie alle quali sono nate e cresciute le numerose iniziative di solidarietà ed importanti progetti sociali. Gianni e i suoi ragazzi, hanno presentato Scampia al mondo, come un luogo in cui il fare e la voglia di positività, non sono più un sogno.