Strage al Reina: la polizia turca accusa l’uzbeko Abdulkabir Masharipov
8 Gennaio 2017
Svolta nelle indagini sulla strage di Capodanno nel locale Reina di Istanbul. Infatti la polizia turca avrebbe identificato il presunto militante dell’Isis che ha fatto irruzione nella discoteca causando la morte di 39 persone. Secondo quanto riportato da alcuni media turchi, le forze dell’ordine avrebbero identificato l’attentatore in un cittadino uzbeko di nome Abdulkadir Masharipov. In base a quanto scritto dal quotidiano Hurriyet, il killer era giunto a Istanbul dalla provincia di Konya lo scorso 15 dicembre. Inoltre, secondo il quotidiano, la cellula uzbeka dell’Isis a Konya continuerebbe a fornire il suo appoggio a Masharipov, ancora in fuga, il cui nome in codice sarebbe Abu Muhammed Hhorasan.
L’errore nelle indagini
Nei giorni scorsi la polizia turca aveva commesso un errore nelle indagini. In base a un video-selfie, registrato dal presunto attentatore nella celebre piazza Taksim di Istanbul, le autorità avevano identificato quello che credevano essere il responsabile della strage al Reina. La tv di stato turca Trt aveva riferito che si tratta del 28enne Iakhe Mashrapov, con passaporto del Kirghizistan. Successivamente, l’uomo si era presentato presso le forze dell’ordine turche e aveva mostrato il suo passaporto, dimostrando così che al momento dell’attacco, non solo non si trovava a Istanbul, ma era anche fuori dalla Turchia. Lo stesso Mashrapov, in un’intervista all’agenzia kirghisa Akipress, ha dichiarato di essere stato scambiato per l’attentatore per una somiglianza ma di essere stato rilasciato dalla polizia dopo un controllo all’aeroporto di Istanbul. Mashrapov sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage. “Mi hanno interrogato per circa un’ora, l’aereo per Bishkek è stato ritardato per questo – ha raccontato – La polizia ha spiegato che venivo interrogato perché somigliavo all’uomo nella foto. Si sono scusati e mi hanno lasciato partire”.
L’attacco
L’attacco è avvenuto verso l’1:30 ora locale, le 23:30 in Italia. Sul numero degli assalitori, ancora non c’è certezza: solo uno, secondo fonti ufficiali; fino a tre, secondo testimoni e media locali. E il ministero dell’Interno turco afferma che l’assalitore è ancora in fuga. Il locale preso di mira è il ‘Reina’: un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul. Al momento dell’attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone. L’attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all’ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla. Molti si sarebbero perfino gettati nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte. Gli investigatori che hanno ricostruito la dinamica dell’attacco parlano dell’esplosione di un numero di colpi tra 120 e 180.
Un gruppo di italiani scampati alla strage
C’era anche un gruppo di italiani nella discoteca “Reina” di Istanbul, teatro della strage di Capodanno. Si sono salvati buttandosi a terra e schivando i colpi che il killer sparava a bruciapelo, riuscendo a cavarsela solo con qualche escoriazione. Si tratta di tre modenesi, un palermitano ed una ragazza bresciana, quest’ultima rimasta lievemente ferita al volto, in Turchia per lavoro e che ieri avevano deciso di trascorrere la notte di San Silvestro nel noto e affascinante locale sul Bosforo con le altre centinaia di persone presenti nel nightclub quando l’attentatore è entrato in azione. Molti dei feriti – un settantina oltre al tragico bilancio di 39 morti – si sarebbero fatti male proprio a causa della calca, continua il racconto dei cinque sopravvissuti, secondo quanto rivelato a Trc-Telemodena.