Filippine contro grandi inquinatori: “Violano i diritti umani”
28 luglio 2016.
L’accusa
pesantissima è affidata a un documento dettagliato e puntiglioso. In
quelle 60 pagine il governo delle Filippine mette alla sbarra 47 delle più grandi multinazionali al mondo di petrolio, carbone, cemento e risorse minerarie.
Le emissioni di CO2 prodotte dalle loro attività – si legge nel documento – hanno danneggiato gravemente i diritti umani fondamentali dei cittadini, tra cui il diritto “alla vita, al cibo, all’acqua, alla sanità, a un’abitazione adeguata e all’autodeterminazione”.
È la prima volta nella storia che un
governo si spinge così in là nel fare muro contro muro ai colossi
dell’industria globale. Le autorità di Manila si sono affidate alla Commissione per i diritti umani delle Filippine,
un organo costituzionale che detiene il potere di investigare eventuali
violazioni.
governo si spinge così in là nel fare muro contro muro ai colossi
dell’industria globale. Le autorità di Manila si sono affidate alla Commissione per i diritti umani delle Filippine,
un organo costituzionale che detiene il potere di investigare eventuali
violazioni.
La pubblicazione del documento è il primo passo. Le
multinazionali adesso hanno 45 giorni di tempo per rispondere
dei danni causati a milioni di cittadini. Scaduto il termine potranno
iniziare ufficialmente le audizioni e l’eventuale processo.
multinazionali adesso hanno 45 giorni di tempo per rispondere
dei danni causati a milioni di cittadini. Scaduto il termine potranno
iniziare ufficialmente le audizioni e l’eventuale processo.
Sotto la scure di Manila finiscono grandi nomi come Shell, BP, Chevron, BHP Billiton e Anglo American.
Ma la legislazione delle Filippine obbliga a presentarsi alle audizioni
soltanto quelle multinazionali che hanno uffici nel paese: le altre la
scampano. Oltre a quelle appena citate, dovranno quindi rispondere anche
ExxonMobil, Total, Lafarge, Holcim e Taiheiyo Cement Corporation.
Ma la legislazione delle Filippine obbliga a presentarsi alle audizioni
soltanto quelle multinazionali che hanno uffici nel paese: le altre la
scampano. Oltre a quelle appena citate, dovranno quindi rispondere anche
ExxonMobil, Total, Lafarge, Holcim e Taiheiyo Cement Corporation.
Le Filippine sono uno degli stati più a rischio per i cambiamenti climatici, come testimoniano i tifoni sempre più frequenti e devastanti che hanno spazzato l’arcipelago negli ultimi anni.
La Commissione – che può chiedere
all’Onu di appoggiare l’indagine – chiede alle compagnie di spiegare
come intendono eliminare, rimediare e prevenire le violazioni dei
diritti umani effetto dei cambiamenti climatici. “Questo è un importante punto di partenza per stabilire un precedente morale e legale – afferma Zelda Soriano di Greenpeace – I
grandi inquinatori possono essere ritenuti responsabili per violazioni
attuali e minacciate dei diritti umani che derivano dai combustibili
fossili”.
all’Onu di appoggiare l’indagine – chiede alle compagnie di spiegare
come intendono eliminare, rimediare e prevenire le violazioni dei
diritti umani effetto dei cambiamenti climatici. “Questo è un importante punto di partenza per stabilire un precedente morale e legale – afferma Zelda Soriano di Greenpeace – I
grandi inquinatori possono essere ritenuti responsabili per violazioni
attuali e minacciate dei diritti umani che derivano dai combustibili
fossili”.
FONTE: Rinnovabili