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Gambia, i mandingo nel mirino di Jammeh

24 giugno 2016.

Jammeh passa in rassegna le truppe

Non è sufficiente prendersela con gli oppositori, i funzionari pubblici
non fedeli alla sua linea, il mondo gay, i poliziotti e i militari.
Yahya Jammeh, il Presidente del Gambia, se l’è presa con l’etnia
mandingo. In un’intervista, Jammeh, che appartiene al gruppo diola, ha
detto che tutti coloro che creano disturbo nel Paese sono mandingo.
Così, ha iniziato una dura campagna contro i membri dell’etnia.

Il primo a farne le spese è stato il leader dello United Democratic
Party, Ousainou Darboe, arrestato il 16 aprile. Ma sono finiti in
carcere anche semplici cittadini. Come Ebrima Keita, Musa Fofana e
Alasana Jallow che sono apparsi ieri, 21 giugno, di fronte al giudice
con l’accusa di aver parlato male di Jammeh e di aver detto che il
Presidente ha un’avversione proprio verso i mandingo e di aver
denunciato le autorità per aver «sequestrato» Solo Sandeng, un leader
dell’opposizione arrestato durante una manifestazione il 14 aprile e
morto in carcere poco dopo. L’avvocato dei tre ha denunciato che i suoi
clienti non solo sono stati violentemente picchiati in carcere ma sono
stati minacciati con una pistola e costretti a fare confessioni dettate
loro.



Di fronte a queste accuse, Jammeh non si è scomposto e ha dichiarato:
«Tutti i mandingo che sono d’accordo con queste tre persone possono
dirlo e faremo loro provare le stesse sensazioni». Niente da stupirsi.
Lo stesso Jammeh qualche settimana fa ha respinto l’idea di un Governo
di unità nazionale, affermando: «Non ho un’opposizione. Quello che
abbiamo è una parte del popolo che odia questo Paese e io non lavorerò
con loro».



Jammeh, 51 anni, ha preso il potere nel 1994 con un colpo di Stato.
Da allora, ha imposto al Gambia un regime durissimo con la repressione,
spesso spietata, del dissenso. La popolazione, denuncia l’organizzazione
per i diritti umani Human Rights Watch, vive in un clima di paura.
Oltre agli oppositori, ai giornalisti, ai difensori dei diritti umani,
ai leader degli studenti, ai leader religiosi, il Governo ha preso di
mira anche le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transgender facendo
approvare una legge che prevede l’ergastolo per il reato di
«omosessualità aggravata».



Il Presidente in passato si è distinto anche per le sue uscite
eccentriche. Come quando affermò di essere in grado di curare l’Aids con
erbe, preghiere e banane. Recentemente ha dichiarando la fine dello
Stato laico, quale era stato fino a quel momento il Gambia, e
l’istituzione di una Repubblica islamica. In questa mossa, molti
osservatori hanno letto una risposta alla crescente freddezza da parte
dei Paesi europei nei confronti del Gambia (e quindi a una riduzione
degli aiuti allo sviluppo). Diventando uno Stato confessionale, avrebbe
preso le distanze dagli ex colonizzatori, ma si sarebbe attirato le
simpatie dei Paesi del Golfo. E soprattutto avrebbe favorito l’afflusso
dei loro aiuti…

 FONTE: Africarivista