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Argentina: “La maggior parte del movimento piquetero sono donne” – Un’intervista con Fabiana Merino



di Sergio
Segura, ProMosaik America Latina. Nel 2001, l’Argentina vive una crisi senza
precedenti. L’economia crolla e le proteste sociali per ottimizzare il livello
di vita vengono represse con violenza. Il movimento piquetero si è fatto
sentire nelle strade e oltre. Donne coraggiose si sono impegnate nella lotta
per un paese migliore. Abbiamo parlato con una di queste donne, Fabiana Merino,
che ci ha raccontato, come le donne di questo movimento hanno intrapreso
cammini difficili che non sono stati riconosciuti dalle narrazioni
storiche. 
 
Tutti i giovedì nella Piazza
di Maggio (Plaza de Mayo), davanti al Palazzo Presidenziale, le madri della
Piazza di Maggio fanno diversi giri per ricordare i loro figli scomparsi,
30.000 anime che rincorrono la memoria di un paese che oggi come oggi lotta per
non regredire a delle situazioni simili a quelle della dittatura
civile-militare. Insieme a lei decine di altre donne giungono sul posto. Tutte
hanno la loro storia. Fabiana è una di loro. Fa parte del Frente Popular Darío
Santillán e durante la manifestazione ha raccontato a ProMosaik America Latina
della sua esperienza.
ProMosaik: Come nasce il movimento piquetero di cui fa parte?
Fabiana Merino: Nasce con il Movimiento de
Trabajadores Desocupados (MTD) Aníbal Verón: la situazione era simile a quella
odierna. Mancavano i beni alimentari per gli abitanti dei quartieri. I
programmi sociali nelle province venivano tagliati. E la maggioranza del paese
si ritrovava senza lavoro. Giunse tutto il male che aveva prodotto il
neoliberismo in Argentina all’inizio del 2000.
PM: In che cosa consiste un piquete, quando viene organizzato e come si
svolge?
F.M.: Quando i nostri diritti non ci vengono concessi, ci riuniamo con
organizzazioni in loco, organizzando delle mobilitazioni. In primo luogo
richiediamo tutto quello che si deve richiedere sul versante burocratico;
quando lo Stato non ci risponde, ci sentiamo obbligate a protestare sulle
strade, a bloccare le vie e le strade al fine di ottenere una risposta a quello
che negano.
PM: Come è stata la risposta dello stato ai piquetes e qual era la
partecipazione delle donne?
F.M.: La maggior parte delle persone di cui si compone il movimento piquetero
sono donne, molte delle quali sono adulte, mentre altre ancora sono giovani. Tuttavia
ci troviamo nel mezzo di una realtà in cui le decisioni politiche vengono prese
dagli uomini. E proprio questa situazione negli ultimi anni abbiamo cercato di
cambiare. Lo stiamo discutendo passo per passo, perseguendo l’obiettivo di
costruire una società più giusta ed egalitaria, in cui noi donne prendiamo le
decisioni e non sempre cuciniamo o puliamo il moccio ai figli.
Abbiamo subito abbastanza
repressione. Quando ha iniziato il programma di Argentina Trabaja quattro anni
fa, abbiamo ritrovato compagni feriti da dei proiettili di gomma e diversi sono
stati arrestati. Tuttavia dopo dure giornate siamo riuscite ad ottenere quello
che vogliamo. Abbiamo avuto modo di partecipare a questo programma sociale che
ha rappresentato un vantaggio per molte persone, anche se oggi come oggi si vorrebbero
escludere.