Poesia del giorno. Sandra Beasley
di
Redazione Italia, 24 Maggio 2016
Redazione Italia, 24 Maggio 2016
TU ERI TU
Ho
sognato che eravamo nel tuo bar preferito:
tu eri tu, io ero il
jukebox.
Ti suonavo Sam Cook,
ma tu non mi guardavi mai.
Avrei
voluto ballare. Avrei voluto uno scotch.
Avrei voluto che le
togliessi la mano di dosso.
Tu sfoggiavi il tuo sorriso migliore
e
la camicia che ti fa gli occhi verdi.
Se me l’avessi chiesto, ti
avrei detto
che i suoi capelli sembravano di plastica.
D’altra
parte, la mia bocca era di plastica.
Pesavo 130
chili.
Sbrilluccicavo come il 1972.
Un uomo cercava di sedurmi
a suon di monete
ma io potevo udire il suo camion là fuori,
con
il motore acceso. Ti restavo fedele.
Suonavo Aretha, Marvin, il
Reverendo Al.
Tu la baciavi mentre uscivate dalla porta.
Più
tardi cercavo di suonare una musica mia,
facendo ronzare un
circuito contro l’altro,
facendo andare su e giù la puntina.
Le
bollicine nel mio sangue cantavano.
La mattina dopo sono venuti a
ripararmi.
Sandra Beasley