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Bosnia: L’ improbabile rinascita ebraica di Kreševo

di Andrea Zambelli, 19
Maggio 2016.

La famiglia Martinčević
torna dalla Norvegia al suo paesino natale, Kreševo,
incastonato nelle vallate della Bosnia centrale. La stranezza?
I Martinčević sono ebrei,
e Kreševo ora intende offrire a tutti gli alunni delle scuole
dell’obbligo qualche ora di conoscenza della religione e cultura
ebraica.

 

Frano Martinčević
(Yehuda Kolonomos) è un virtuoso organista,
con alle spalle concerti internazionali e lavoro nella cooperazione
tra Norvegia e Bosnia, oltre ad aver suonato perfino in Vaticano.
Kreševo è un paesino di 5.500 abitanti, di cui due terzi
cattolici e un quarto musulmani. 
Qui Frano ha voluto far ritorno
tre anni fa con la moglie Ana e i cinque figli: Rebecca, Isaac,
Joshua, David e Moshe. L’anno scorso aveva deciso di offrire
ai compaesani dei corsi
di musica
(cultura musicale, musica sacra e fisarmonica), in
collaborazione con l’Università di Mostar. 
Ora ai dirigenti
della locale scuola elementare i Martinčević hanno proposto di
estendere
a tutti gli altri bambini

ciò che già facevano coi loro figli –
lo studio della religione e cultura ebraica
.


“Il
consiglio scolastico ha risposto in maniera molto favorevole, e anche
le autorità municipali hanno visto di buon occhio la nostra
iniziativa”, ha detto Frano in un’intervista
alla tv N1
. “L’educazione religiosa è molto importante nella
vita di una famiglia ebraica. Il nostro contributo
all’educazione religiosa a scuola è altrettanto importante, perché
dimostra
che noi ebrei in Bosnia esistiamo
.
In più, la nostra è la più numerosa famiglia ebraica in Bosnia ed
Erzegovina”, sorride Frano.


Siamo
tornati a casa
. Kreševo
è piccola, ma ha molta anima e cuore. Siamo grati a tutti coloro che
ci hanno accettati e possiamo solo ringraziare Dio per ogni nuovo
giorno della nostra avventura. E vogliamo che anche i nostri figli
restino qui in Bosnia ed Erzegovina”, ha raccontato Ana.


Il ritorno
della famiglia Martinčević a Kreševo ha ricevuto il sostegno
della comunità ebraica di Sarajevo
,
la più numerosa nel paese. L’idea è di estendere il più
possibile la possibilità per i bambini bosniaci di entrare in
contatto e conoscere la cultura ebraica. 
“Questo è solo un primo
passo nel ritorno alle nostre radice e alle nostre tradizioni, che in
qualche modo attualizziamo in quella che è la società di oggi,
in un paese multietnico,

conclude Frano.


Generazioni
di ebrei sefarditi in Bosnia ed Erzegovina, durante l’epoca
socialista, sono cresciute con l’educazione tradizionale, ma non
quella religiosa. 
Il loro linguaggio, il ladino, è oggi pressoché
scomparso. 
La rinnovata presenza ebraica a Kreševo, dicono
i Martinčević, dovrebbe essere presa ad esempio: perché
nessuno
in città dovrebbe sentirsi piccolo o insignificante
.


La comunità
ebraica di Sarajevo

farà domanda al ministero dell’istruzione, per poter organizzare
corsi
di cultura e religione ebraica anche nelle scuole della capitale,
all’avvio del nuovo anno scolastico, dopo l’estate. 
Così oltre
a Kreševo anche Sarajevo, città che ancora custodisce la
Haggadah, ritesserà i fili con la sua millenaria tradizione
ebraica. 
FONTE: East Journal