General

La rotta balcanica è chiusa. I profughi troveranno nuove strade.

Di Claudia Torrisi, fanpage, 05 Aprile 2016

Mentre riprendono gli sbarchi sulla
via del Mediterraneo centrale, dalla Libia alla Sicilia, si vocifera
di nuove rotte adriatiche. 

Di questo già si parla tra i migranti in
Grecia. 

Testimonianze di alcuni profughi raccontano di offerte da
parte dei trafficanti per strade alternative a quella balcanica.



Mercoledì mattina al porto di Augusta
(Siracusa) è arrivata la nave della marina militare italiana Aliseo,
con a bordo 796 migranti salvati in più operazioni di soccorso nel
Mediterraneo. A Trapani è arrivata la romena Mai, trasportando 381
persone, mentre sono dirette a Messina Acquarius, con 371 salvati, e
a Reggio la Diciotti della Guardia Costiera – con un carico di 774
anime. 

Il giorno prima a Pozzallo, invece, era arrivata un’altra nave
militare, stavolta norvegese, la “Siem Pilot”, che
trasportava 730 persone soccorse il giorno di Pasqua nel Canale di
Sicilia. Si tratta di nordafricani, salpati dalle Libia a bordo di
alcuni gommoni. 

A pochi giorni dall’accordo tra Unione europea e
Turchia e dalla chiusura della rotta balcanica, in Italia e in
Sicilia sembra di essere tornati a due anni fa: se dal 2014 al 2015
si era registrato un -9% sugli sbarchi, per i dati del Viminale sono
4.493 i migranti arrivati sulle nostre coste in questi primi mesi del
2016. 

Il 43% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. 
Così il presidente del Consiglio Europeo Donal Tusk ha ricordato che
nonostante il piano turco sia “un fatto cruciale per risolvere
la crisi umanitaria in Grecia”, non va dimenticato che “abbiamo
ancora lavoro da fare sulle altre rotte migratorie in Europa,
compresa quella del Mediterraneo centrale”. 

Dall’altra parte
precipitano gli arrivi quotidiani nelle isole elleniche: secondo
quanto riporta il Financial Times
, dal 20 marzo – giorno
dell’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia, al 26 dello stesso
mese si è passati da 930 a 78 unità. 

Anche se l’agenzia
Reuters
oggi riporta 766 nuovi arrivi in Grecia.



Quanto deciso tra Unione
europea e Ankara, tra l’altro, si aggiunge a fili spinati e barriere

che già da diverso tempo stanno imperversando nel Vecchio
continente: nei mesi scorsi l’Austria ha deciso una forte limitazione
degli ingressi, mentre gran parte dei paesi dell’ex Jugoslavia hanno
chiuso le frontiere. 

Il risultato è stato una sorta di “imbuto
balcanico”, che ha la sua rappresentazione più evidente nel
campo di Idomeni, al confine con la Macedonia, dove centinaia di
migranti sono rimasti bloccati. 

Pur di riuscire a passare la
frontiera, alcuni di loro hanno tentato strade alternative, guadando
un fiume. 

In quell’operazione, almeno due donne sono morte.
Per il momento a riprendere la
via che porta sulle coste della Sicilia sono stati per lo più
nordafricani ma, sbarrate le altre rotte, è facile che la situazione
cambi.
 Anzi, sta già
accadendo. 

Come Emiliano Abramo, portavoce della
Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, “il passaparola tra i
migranti è veloce. A noi risulta che moltissimi siriani bloccati tra
Grecia e Turchia stanno già telefonando in Italia ai loro
connazionali per informarsi su come cambiare rotta e arrivare in
Libia. 

E lo stesso stanno facendo i trafficanti, gli scafisti. 
Perché
paradossalmente la Libia è la via più rodata per l’Europa, pur se
il viaggio resta infernale. 

Ma meglio l’inferno che niente, per tanti
disperati.

E dai porti libici già adesso mi risulta che una marea
umana sia pronta a partire, con l’avvicinarsi della bella stagione
e il mare calmo”
.

http://static.fanpage.it/wp-content/uploads/2016/03/small_160320-140631_to200316rtx_00216-300x225.jpg

La rotta del Mediterraneo
centrale è pericolosa, e a causa dei continui naufragi e morti in
mare negli anni il Canale di Sicilia si è guadagnato il soprannome
di “cimitero d’Europa”
.
Non è, però, l’unica alternativa che rimane agli “orfani”
della rotta balcanica. Si parla da qualche giorno di una “via
adriatica”, che passa dall’Albania e arriva alle coste pugliesi. […]


Nonostante il ministro dell’Interno Angelino Alfano abbia
recentemente assicurato
che fino a questo momento “non
abbiamo evidenza di questo flusso enorme”, è anche vero che il
governo è già al lavoro con Tirana – che ha chiesto
che una ventina di poliziotti
italiani presidino le frontiere. 

Le
rotte di cui si vocifera sono diverse, oltre ad andare dalla Grecia
all’Albania e poi verso l’Italia, passano da Tirana dirette in
Montenegro, aggirando la Macedonia. 

O dalla Turchia per l’Ucraina e
la Polonia, con ultima meta la Germania.

http://www.metronews.it/sites/default/files/articolo/2015/10/26/migranti.JPG

Una eventualità cui la
Guardia Costiera in particolare vuole arrivare preparata:

stando a quanto abbiamo avuto modo di apprendere, alle motovedette
già di stanza in Puglia, si sono recentemente aggiunte una “300”
mandata ad Ancona (già qualche mese fa) e addirittura una 328 (una
motovedetta con una lunga autonomia, capace di compiere in breve
tempo anche tragitti più lunghi) solo poche settimane fa.

Del resto secondo uno
studio del think thank European Policy Centre
è altamente
probabile che “rimandare i migranti in Turchia e implementare
con successo lo schema 1×1 – cioè un siriano reinsediato nell’Ue
dalla Turchia per ogni siriano irregolare rimandato indietro in
Turchia dalla Grecia – spinga immigrati e trafficanti ad usare
altre rotte potenziali”, e non è escluso “un ulteriore
aumento delle pressioni migratorie da molte parti del mondo,
specialmente nei Paesi del fianco sud dell’Unione”. 

Di queste
nuove rotte si parla già tra i migranti in Grecia, come raccontato
da una
giornalista del New York Times
che ha raccolto testimonianze di
alcuni profughi che hanno raccontato di ricevere offerte dai
trafficanti per rotte alternative a quella balcanica.



Posto che i migranti vogliono
ancora entrare in Ue
, ha
spiegato Wil van Gemert dell’Europol al New York Times, ci saranno
strade alternative, chiaramente offerte e organizzate dalle
organizzazioni criminali. 

La differenza è che “opereranno in
maniera più nascosta, usando rotte più difficili considerati gli
sforzi messi in campo dai paesi” per fermare i migranti. 

In
Grecia, ad esempio, i trafficanti fanno offerte per portare la gente
clandestinamente in Italia, sia via mare che in altri modi ancora più
pericolosi. 

Come, ad esempio, a piedi per i terreni montuosi
dell’Albania, percorrendo una strada che poi li porterà ad
attraversare l’Adriatico. 

Altri offrono viaggi per le foreste della
Macedonia, o attraverso la Bulgaria per raggiungere la Serbia. 

“Mi
hanno detto: ‘Il confine è chiuso per sempre'”, ha raccontato
Mirwas Mahmoodi, un migrante afghano di 21 anni. “Non arriverai
mai in Europa, a meno che non usi me”.