SOS Villaggi dei Bambini entra a Madaya e lancia un appello
di SOS Villaggi dei Bambini, 18 gennaio 2016.
Chiediamo l’evacuazione immediata dei bambini e ragazzi privi di cure. Stanno morendo di fame e hanno bisogno di cure e protezione immediata.
“I nostri sforzi e quelli dei nostri partner internazionali sono stati ostacolati dai posti di blocco e da un macchinoso e lento sistema di consegna dei permessi di transito. Da una prima valutazione sul campo emerge che i bambini si trovano ad affrontare difficoltà estremamente drammatiche. Stanno morendo di fame e hanno bisogno di cure immediate.” –
ha raccontato commosso Alia Al-Dalli, direttore internazionale di SOS Villaggi dei Bambini in Medio Oriente.
Questo è stato ciò che Abeer Pamuk (il nostro collaborare di SOS Villaggi dei Bambini in Siria) ha visto, entrando nella città:
“Madaya è una città senza vita. Negozi chiusi e case distrutte. La situazione è davvero terribile per tutti i residenti, soprattutto per i bambini. Guardarli camminare è uno spettacolo straziante. Sono pallidi, magri. Si muovono e parlano con grande fatica. Hanno denti neri e gengive sanguinanti. Sono tutti malati. Non hanno cibo. Quelli nati all’inizio dell’assedio sono in condizioni peggiori, in quanto non sono stati nutriti dalla nascita. Sembrano tutti più piccoli rispetto alla loro età. Ho visitato molte case dove ho visto adulti e bambini scheletrici. Mangiano erba e gatti e quello che trovano. Moltissimi vengono imbottiti di sonniferi; i genitori pensano che in questo modo non sentiranno la fame e smetteranno di piangere. Molti uomini cercano cibo nei boschi ma muoiono, per colpa delle mine e non sappiamo quanti siano i cadaveri dei bambini tra le montagne. Sono piccoli e veloci e sappiamo che vengono mandati in quei luoghi impervi per questo motivo. Stiamo collaborando con le Nazioni Unite, il SARC (Mezzaluna Rossa Araba Siriana) e altre Ong per aiutare i bambini in difficoltà. Il problema oggi è che nonostante stiano ricevendo cibo, molti non riescono nemmeno a mangiare. Il nostro obiettivo è quello di portare i bambini non accompagnati e separati dalle loro famiglie nei Centri e Villaggi SOS di Damasco (a Saboura e Al Qura). Questa risposta è coerente con la nostra politica di protezione dell’infanzia e il nostro impegno volto a garantire che ogni bambino abbia una casa sicura e protetta, sia al riparo da violenze e abusi, riceva una sana alimentazione, istruzione, cure mediche e possa vivere in una famiglia. Il futuro di Madaya e dei suoi figli è ora collegato alle varie organizzazioni umanitarie che sono le uniche a poter entrare in città e aiutare la gente. Finché l’assedio continua, queste persone avranno bisogno di aiuto. E’ devastante vedere cosa gli esseri umani possano provocare. Ho visto un sacco di cose durante la crisi siriana, sono stato in un sacco di posti, ma negare i bisogni fondamentali per vivere è il più terribile effetto che un conflitto possa causare alle persone. Un bambino mi ha detto: “Si può scappare dai razzi, ma non si può dimenticare la fame”.
SOS Villaggi dei Bambini chiede al Governo, alle forze di sicurezza siriane e a tutte le parti in conflitto, di consentire l’evacuazione da Foah, Kefraya e Madaya dei bambini privi di cure familiari o a rischio di perderle rendendo possibile la loro accoglienza in rifugi sicuri (i Villaggi SOS e gli Spazi a Misura Bambino di Damasco) e assicurarsi che le organizzazioni umanitarie non governative e le agenzie internazionali abbiano un accesso sicuro e facilitato per aiutare i bambini malnutriti e bisognosi di cura, oltre a fornire assistenza alla popolazione sofferente nelle aree assediate.
“Come ha dichiarato Ban Ki Moon (Segretario generale delle Nazioni Unite. Ndr) l’uso del cibo come arma è un crimine di guerra. Ciò che sta accadendo in Siria e nelle città assediate è atroce. Sono più di 400mila le vittime. Noi continuiamo a lottare per difendere e proteggere i bambini e ragazzi soli e le famiglie in difficoltà, come sempre, senza paura” – ha affermato Maria Grazia Rodriguez Y Baena, Presidente di SOS Villaggi dei Bambini Italia.