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Julian Assange rimane in carcere Perfida Albione

di Kai Littmann, Tlaxcala, 9 gennaio 2021, traduzione italiana di Milena Rampoldi. La Gran Bretagna ha rifiutato la libertà su cauzione di Julian Assange. Nonostante il verdetto di lunedì che ha respinto l’estradizione negli Stati Uniti del lanciatore d’allerta australiano, la Gran Bretagna lo fa rimanere in carcere. Un altro scandalo.


Schizzo di udienza di Julian Assange il 4 gennaio all’Old Bailey di Londra-ELIZABETH COOK / PA VIA AP

La Gran finirà per rendersi infrequentabile. Dopo una “Brexit”, allucinante per il suo dilettantismo e un atteggiamento pietoso dei dirigenti britannici, Londra aggiunge un altro elemento alla lunga lista di ragioni che faranno sì che nessuno rimpiangerà il fatto che la Gran Bretagna abbia abbandonato l’Unione europea. Dopo aver rifiutato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti per motivi legati alle “condizioni di fragilità psicologica”, mercoledì mattina un tribunale londinese ha respinto la richiesta di libertà su cauzione inoltrata dalla difesa di Assange, che avrebbe potuto avvenire immediatamente. Il Regno Unito continua ad infliggere la sua tortura a colui che ha portato all’attenzione del mondo i crimini di guerra usamericani.

Da lunedì, Julian Assange e i suoi difensori avevano una certa speranza. Dopo il rifiuto di espulsione di Julian Assange negli Stati Uniti dove lo attendono 175 anni di prigione, molti osservatori si aspettavano che Assange sarebbe stato rilasciato su cauzione mercoledì per porre fine alla sua Via Crucis a favore della libertà di stampa. Ma questo senza contare sulla “perfida Albione” che naturalmente si diverte a torturare l’informatore.


Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate“: Belmarsh

Ma la Gran Bretagna non vuole estradare Julian Assange. Già nel suo verdetto pronunciato lunedì, la giudice Vanessa Baraitser aveva indicato che in linea di massima era d’accordo con la richiesta usamericana e che l’estradizione era stata rifiutata solo a causa dello stato psicologico in cui di trovava Julian Assange dopo anni di torture inflittegli dalla Gran Bretagna (come aveva detto Nils Melzer, il relatore delle Nazioni Unite sulla tortura). Rifiutando il suo rilascio su cauzione, Londra vuole tenersi Assange come un’ideale “merce di scambio” per negoziare un nuovo accordo di libero scambio tra Londra e Washington.

Non c’è più tempo da perdere e, soprattutto, non dobbiamo più fidarci delle istituzioni britanniche. L’Unione Europea deve rivolgersi al più presto al nuovo presidente usamericano Joe Biden (che purtroppo ha sempre mostrato un atteggiamento ostile nei confronti di Assange…), sanzionando immediatamente la Gran Bretagna. Finché Assange non sarà liberato, dovremmo chiudere i porti, vietare l’atterraggio di aerei dalla Gran Bretagna, sospendere ogni movimento di merci e persone tra la Gran Bretagna e l’Europa. L’Europa ha il potere di imporre un atto di umanità alla Grande Bretagna, ma alla fine c’è da temere che i responsabili europei non facciano che essere complici della perfidia britannica.

Tutti quelli che avevano pensato che oggi si sarebbe potuta trovare una soluzione del caso di Assange sono stati nuovamente vittime di un’illusione. Julian Assange si trova ancora dietro le sbarre nella prigione di Belmarsh che (da quello che dicono i suoi avvocati) è una prigione mal riscaldata e ove circola il virus SARS-CoV-2. Ma la Gran Bretagna vuole veramente aspettare che Assagne ci lasci le penne dietro le sbarre? Ma Londra lo vuole torturare a morte? Ora l’Europa deve prendere questo caso a petto. E questo va fatto per salvare quest’ultima briciola di credibilità che ancora rimane nelle istituzioni europee. Julian Assange deve essere messo immediatamente su piede libero. Punto e basta.