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Il mio viaggio sulla Terra: più di cinquant’anni in difesa della biodiversità, della vita e della libertàMessaggio per la Giornata mondiale della biodiversità del 22 Maggio 2020

Vandana Shiva 30/05/2020
Siamo Terra

Siamo biodiversità
Siamo Jīva (vita)
Siamo coscienti
Siamo vivi
Siamo liberi
Siamo membri di un’unica famiglia-terra, composta da esseri intelligenti, sovrani, autonomi, auto-organizzati e indipendenti.
Siamo biodiversità: interconnessi con altri esseri attraverso il cibo e l’acqua, attraverso l’aria e il respiro, attraverso la vita e l’intelligenza. Così come gli altri esseri, noi umani siamo esseri sovrani, viventi, intelligenti, auto-organizzati e autonomi, reciprocamente sostenuti e interdipendenti. Nel mondo vivo della biodiversità, tutta la vita è sacra, e la vita fa di tutto per nutrire e sostenere la vita. La vita è la natura di tutti i viventi. Quando brevettiamo e “piratiamo” la vita, la biodiversità, i processi naturali e la natura stessa (mente e corpo degli umani inclusi) violiamo la legge spirituale, la legge ecologica, le leggi della biodiversità e le leggi dei diritti umani.
Ma non c’è bisogno di guardare il furto sotto queste lenti per riconoscerlo come tale. Mettere sotto brevetto la vita è un furto di vita, è la pretesa di possedere qualcosa che non può essere posseduto. Brevettare la vita, molto semplicemente, equivale a schiavizzare la vita stessa, rubando (o piratando) la natura della vita.
La mente meccanica separa, scava ed estrae
La mente meccanica, connessa alla macchina fabbrica-soldi dell’estrazione, ha creato l’illusione di una separazione tra gli umani e la natura, in cui la natura è materiale grezzo e morto da sfruttare. Questo presupposto di una “natura morta” è al centro della logica dell’estrattivismo e della metafora dell’estrazione, estrazione di terra dai popoli indigeni, della fertilità dal terreno, dell’acqua da fiumi e falde acquifere, dei geni dalla biodiversità, della conoscenza dalle comunità indigene. La biopirateria è la pratica di estrazione di conoscenza e biodiversità per brevettare e mettere sotto diritto di proprietà intellettuale.
È in arrivo un nuovo tipo di biopirateria: la brevettazione di informazioni sui nostri corpi e sulle nostre menti e l’estrazione dei dati sull’attività del corpo umano. Ci stanno trasformando nella prossima materia prima. I nostri corpi e le nostre menti solo l’ultima colonia dell’estrazione. L’hanno anche già detto, “le informazioni sono il nuovo petrolio”, e proprio come l’industria petrolifera ha estratto il petrolio per carburare la sua guerra contro il pianeta, l’estrazione di informazioni viene già utilizzata contro le menti e i corpi delle persone.
Questo è un livello più alto di biopirateria, perché crea dei nuovi strumenti per manipolare e controllare le persone. È il tentativo di far scomparire gli esseri umani in un mondo progettato dalla mente meccanica ottusa e ristretta che non può vedere al di là della sua macchina fabbrica-soldi. La mente meccanica vede solo il suo obiettivo: il profitto. Siamo sul precipizio dell’estinzione. Lasceremo che la nostra umanità, il nostro essere creature vive, coscienti, intelligenti e autonome venga distrutto dalla macchina dell’avidità, che non conosce limiti e non è in grado di frenare la sua colonizzazione e la sua distruzione? O fermeremo questa macchina per difendere la nostra umanità, libertà e autonomia? Così tante specie sono state portate all’estinzione, perché le condizioni alla loro sopravvivenza non erano più disponibili. Abbiamo una scelta: possiamo continuare a vivere, proteggendo le condizioni alla nostra sopravvivenza o possiamo estrarre tutta la vita per il “profitto”, lasciando un pianeta morto ad assistere al nostro funerale.
Per cinque decenni ho lavorato sul tema della non separabilità, il mio dottorato è incentrato sui temi della non località e non separabilità nella teoria quantistica. Con il movimento Chipko mi sono impegnata a dedicare la mia vita alla comprensione delle interconnessioni ecologiche della biodiversità e alla protezione della biodiversità. Per me proteggere la biodiversità significa proteggere sia l’integrità della vita che i diritti e i bisogni delle comunità locali che sono preservatrici e custodi della biodiversità. Sono stata testimone di come la mente meccanica delle persone di potere (che controllano la macchina fabbrica-soldi) ha ridotto le foreste, che a loro volta erano fonte di acqua, cibo e combustibile per le comunità locali, a una mera fonte di estrazione li legname e metalli. Hanno ridotto i fiumi, tra cui il sacro Ma Gange a volumi di acqua da estrarre per essere privatizzata, a chilowatt di energia da ottenere con dighe e centrali idroelettriche.
La vita non è un’invenzione. I semi non sono macchine
Nel 1987, quando ho assistito alla conferenza “Le leggi della vita” sulle nuove biotecnologie, ho sentito per la prima volta il cartello dei veleni (il gruppo di aziende chimiche che include anche la fu IG Farben) tentare di categorizzare gli organismi viventi e i semi come macchine da loro inventate, su cui volevano estendere dei brevetti. Sapevo che le sementi non sono macchine assemblate da società chimiche. Sono l’incarnazione della biodiversità e dell’urgenza della natura di riprodursi, rinnovarsi e moltiplicarsi. I semi geneticamente modificati sono semi rubati agli agricoltori e modificati con geni di batteri presenti in natura. L’unica “invenzione” è l’iniezione di geni in laboratorio con una pistola genica o l’infezione di una cellula con l’Agrobacterium, un cancro delle piante. Le società rubano sementi ed estraggono geni per creare ogm. La brevettazione delle sementi era sbagliata ecologicamente, eticamente e ontologicamente. È un errore che deve essere corretto. Trentatré anni fa ho iniziato il mio viaggio per proteggere la biodiversità, l’integrità e la diversità dei semi, e per prevenire la biopirateria e la brevettazione dei semi.
Il progetto Navdanya è cresciuto da questo impegno per la biodiversità. Il movimento ha rivendicato lo stato di “bene comune” dei semi e ha creato centocinquanta banche comunitarie di sementi. In tutto il mondo abbiamo ispirato il movimento della libera circolazione delle sementi. Si è sviluppata una nuova consapevolezza sulla sovranità dei semi.
Abbiamo anche fatto passare leggi e trattati per proteggere la biodiversità. In occasione del Earth summit di Rio del 1992 è emerso un nuovo quadro legale per la convenzione sulla biodiversità. In India nel 2002 è passata la legge per la biodiversità nazionale: “Una legge per provvedere alla conservazione della diversità biologica, ad un uso sostenibile delle sue parti e ad una divisione giusta ed equa dei vantaggi che emergono dall’uso delle risorse biologiche, della conoscenza e delle funzioni incidentali agli stessi o in relazione agli stessi”.
L’India ha approvato leggi che riconoscono che le sementi non sono un’invenzione e quindi non possono essere brevettabili. L’Art 3 del Patent act (la normativa sui brevetti) definisce chiaramente cosa non costituisce “invenzione” escludendo tali soggetti dalla brevettabilità. L’Art 3j della legge indiana sui brevetti esclude dalla brevettabilità: “piante e animali nella loro totalità o parte di essi diversa dai microrganismi, compresi semi, varietà e specie, e processi essenzialmente biologici per la produzione o la propagazione di piante e animali”. Questo è l’articolo utilizzato dall’ufficio indiano dei brevetti per abbattere un brevetto Monsanto su sementi resistenti ai cambiamenti climatici e per fermare le rivendicazioni di Monsanto sui semi di cotone Bt.
La legge indiana del 2001 chiamata Plant Variety Protection and Farmers Rights Act (legge per la protezione della varietà delle piante e dei diritti degli agricoltori) ha una clausola sui diritti degli agricoltori: “gli agricoltori hanno il diritto di conservare, usare, seminare, riseminare, scambiare, condividere e vendere i prodotti della loro coltivazione, sono incluse le sementi di varietà protette da questa legge, così come ne avevano il diritto precedentemente alla stesura di questa legge”. Non solo abbiamo inserito nella legge l’integrità della vita e della biodiversità, asserendo chiaramente che piante, animali e semi non sono delle invenzioni, ma abbiamo anche combattuto e vinto delle cause contro brevetti basati sulla biopirateria come USDA and WR Grace Neem (brevetto numero 436257), Ricetec’s Basmati (brevetto numero 56,63,484 ) e la Monsanto’s Wheat Patent (brevetto numero 962578). Come ho scritto sul mio libro Biopirateria, i brevetti sulla vita e i brevetti sui semi sono un secondo arrivo di Cristoforo Colombo.
Un po’ di storia nella giornata mondiale della biodiversità
Nel 1492 a Colombo fu data una lettera patente dal re Ferdinando e dalla regina Isabella di Castiglia di “scoprire e assoggettare isole e continenti nell’oceano”. Il continente che Colombo stava cercando era l’India, ed è per questo che tutte i nativi del Nord America vengono chiamati indiani. Al suo ritorno dalla “scoperta dell’America” Colombo descrisse al re e alla regina l’oro trovato, la sua estrazione, la lavorazione e il trasporto a Castiglia. Nelle sue lettere non c’era una parola sui popoli nativi, non un ripensamento sul furto commesso. Il furto e la pirateria erano fondamentali per il colonialismo, e lo sono ancora. Nel 1493 Papa Alessandro emanò una bolla papale “Inter Caetera” per naturalizzare l’appropriazione di terra, territori e ricchezze dei popoli indigeni, questa bolla definì il colonialismo come una missione civilizzatrice della chiesa, svolta dai monarchi europei, dai loro pirati e dai mercanti-avventurieri. Ai nostri giorni Colombo, i monarchi, il Papa e Dio sono tutti confluiti in un’unica identità: i miliardari che giocano a fare Dio con gli strumenti della tecnologia, che danno forma e definiscono le nuove “missioni civilizzatrici” basandosi su strumenti e tecnologie di estrazione e controllo. Sono nuove religioni che vanno imposte a forza al mondo intero.