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Storia di Florence Nightingale, icona femminista e prima infermiera moderna

Il Post 12 MAGGIO 2020
Nacque 200 anni fa e con l’esperienza, la ricerca e l’analisi dei dati fondò le basi delle scienze infermieristiche che applichiamo ancora oggi.

Il 12 maggio è la Giornata internazionale degli infermieri e delle infermiere. La data non è casuale: il 12 maggio del 1820 nacque Florence Nightingale, oggi considerata la fondatrice delle scienze infermieristiche moderne e una delle donne britanniche più influenti dell’Età vittoriana. Nightingale morì nel 1910 e nel corso della sua vita studiò e trasformò il lavoro infermieristico con un approccio scientifico e orientato ai dati, abbattendo le percentuali di morti tra i ricoverati durante la guerra di Crimea ― dove le diedero il celebre soprannome di “ragazza con la lampada” ― e fondando una scuola per infermieri a Londra che esiste ancora oggi.
Oltre che per aver inventato un nuovo approccio alla cura dei malati, Nightingale è ricordata anche per essere stata una donna atipica per gli anni in cui visse. Nata in una famiglia britannica altolocata – in cui le figlie femmine erano destinate al matrimonio e alla cura dei figli e della casa – ricevette dal padre un’istruzione completa, decise di non sposarsi, viaggiò in tutta Europa e lasciò oltre 200 scritti su vari argomenti, alcuni dei quali di grande successo. Fu la prima donna in Regno Unito a ricevere un Ordine al merito e molti scrissero di lei come di un’icona femminista del primo Novecento.
Il nome di Nightingale, Florence, viene dalla città di Firenze, dove nacque mentre la famiglia era da alcuni anni in viaggio in Italia. Il padre di Nightingale, William Edward Nightingale, che aveva ricevuto un’importante eredità e due proprietà in Inghilterra, fu uno dei politici più attivi nella lotta per l’abolizione della schiavitù. Crebbe le figlie con un’istruzione molto più approfondita di quella che veniva normalmente impartita alle figlie femmine all’epoca: insegnò loro le lingue e le materie umanistiche ma soprattutto ― cosa ancora più anomala e che si rivelò determinante per il lavoro di Nightingale negli anni a venire ― la matematica. In uno dei suoi lavori, Nightingale scrisse: «Per capire il pensiero di Dio, dobbiamo studiare statistica».
Per i primi anni della sua vita adulta, Nightingale coltivò la convinzione di essere in qualche modo stata chiamata da Dio e di dover dedicare la propria vita all’aiuto dei bisognosi, come riusciva a fare talvolta con gli abitanti più poveri nei dintorni della proprietà di famiglia. I genitori però si mostravano profondamente contrari all’idea che la figlia potesse lavorare come infermiera, un lavoro che ai tempi era svolto soprattutto da donne analfabete e di umili origini. Nightingale soffriva molto la sua condizione: pensava che lo stile di vita imposto alle donne benestanti, che vedeva quotidianamente trascorrendo le giornate con la madre e la sorella, fosse del tutto inutile. In uno dei suoi scritti intitolato Cassandra – che verrà pubblicato solo dopo la sua morte – Nightingale spiega questa sensazione di impotenza attraverso il mito greco della sacerdotessa che aveva il dono di prevedere il futuro ma era stata condannata a non essere mai creduta.
Tra il 1845 e il 1853 Nightingale ottenne dalla famiglia di trascorrere un periodo di formazione in un ospedale a Kaiserwerth, in Germania, di viaggiare in Europa, e infine di diventare economicamente autonoma con un lavoro da sovrintendente in un ospedale per donne invalide di Londra. Durante un viaggio a Roma, Nightingale conobbe Sidney Herbert, un politico che ai tempi era ministro della Guerra e che le propose di guidare una spedizione di 34 infermiere in Crimea, dove da circa un anno l’esercito britannico stava combattendo contro l’esercito russo con grandi difficoltà.
Nightingale partì per l’ospedale da campo allestito a Scutari, una città sul versante asiatico del Bosforo, in Turchia, dove trovò condizioni igieniche e organizzative disastrose. L’ospedale era stato costruito su un enorme letamaio che contaminava l’acqua e rendeva l’aria irrespirabile; i soldati degenti erano abbandonati su barelle in mezzo alla sporcizia, tra topi e scarafaggi. L’intuizione principale di Nightingale fu attribuire la gran parte delle morti alla scarsità di pulizia, di attrezzature sanitarie e di cibo, e al fatto che i soldati venivano rimandati al fronte prima di essere completamente guariti. Nightingale si mise al lavoro per ripulire e riorganizzare l’ospedale, razionando le poche risorse a disposizione e vegliando lei stessa personalmente su ogni singolo paziente sia di giorno che di notte (da cui il soprannome “la ragazza con la lampada”).
Il primo inverno che Nightingale trascorse a Scutari più di 4mila soldati morirono nell’ospedale da campo, la maggior parte per malattie come tifo e colera. Sei mesi dopo l’arrivo di Nightingale il governo britannico mandò una commissione sanitaria che portò rifornimenti, e aggiustò il sistema fognario e di ventilazione. Sugli effettivi risultati dell’intervento di Nightingale in Crimea, ci sono interpretazioni storiche contrastanti: alcuni attribuiscono all’intervento di Nightingale il calo di due terzi che si verificò nel numero di morti, mentre più recentemente altri hanno sostenuto che i suoi interventi sarebbero stati inutili senza l’intervento della commissione del governo.
Sulla sua esperienza in Crimea, Nightingale scrisse un documento di più di 800 pagine incentrato sull’importanza delle condizioni di vita dei pazienti ricoverati. In quegli anni inventò e sperimentò una serie di servizi ospedalieri come un servizio di cucina dedicato a pazienti con bisogni alimentari speciali, un servizio di lavanderia per i degenti e lezioni e biblioteche per tenerli intellettualmente attivi. Il rapporto di Nightingale portò all’istituzione di una Commissione reale per la salute dell’esercito.
Dopo la guerra Nightingale tornò a Londra, dove fu accolta come un’eroina e premiata dalla regina e dal governo britannico con un riconoscimento di 250mila sterline. Cominciò a lavorare nella Commissione reale per la salute dell’esercito, dove dimostrò di essere all’altezza dei migliori statistici d’Inghilterra ma soprattutto diede un contributo fondamentale riuscendo a rappresentare e comunicare i dati che erano stati raccolti. Inventò un tipo di grafico che si chiama diagramma polare o, “Nightingale rose diagram”, grazie al quale riuscì a comunicare in modo accessibile la correlazione tra gli interventi sanitari e il tasso di mortalità nell’ospedale da campo.
Dai suoi 37 anni in poi Nightingale fu spesso costretta a letto dalla brucellosi, una malattia infettiva che aveva contratto in Crimea, e soffrì di lunghi periodi di depressione. Nonostante questo continuò a incontrare politici, ad avere grande influenza sulle riforme sanitarie del tempo e a scrivere ed essere letta da sempre più persone.
Nel 1859 pubblicò Notes on Nursing, uno dei testi considerati alla base delle scienze infermieristiche moderne e che ebbe grande successo anche al di fuori della sua scuola. L’approccio raccontato in Notes on Nursing fu preso a esempio durante la guerra di secessione americana nei primi anni Sessanta dell’Ottocento; negli anni Settanta Nightingale ebbe come allieva Linda Richards, che diventò a sua volta una delle pioniere delle scienze infermieristiche negli Stati Uniti e in Giappone. Nel 1893 un’altra illustre infermiera americana, Lystra Eggert, scrisse il giuramento di Nightingale (in inglese Nightingale pledge), una specie di versione del giuramento di Ippocrate per gli infermieri e le infermiere.
Nightingale non si sposò mai: sappiamo che a 17 anni rifiutò la proposta di matrimonio del politico e poeta Richard Monckton Milnes, che la corteggiò per nove anni, e probabilmente anche quelle di altri di altri uomini, come l’accademico Benjamin Jowett. Ebbe amicizie intense e durature come quelle col politico Sidney Herbert, con Mary Clarke, una scrittrice britannica più grande di lei di 27 anni esperta di storia dei diritti delle donne, e con Mary Clare Moore, una suora con la quale lavorò in Crimea. Alcuni suoi allievi dissero di lei che rimase casta tutta la vita, un’ipotesi in parte spiegabile col fatto che parlò sempre del suo lavoro come di una vocazione religiosa.
Nel 1883 Nightingale ricevette l’Ordine della Croce Rossa Reale, per meriti eccezionali di assistenza infermieristica militare; nel 1904 l’Ordine di San Giovanni e nel 1907 fu la prima donna a ricevere l’Ordine al merito. Fu insignita anche delle Chiavi della Città di Londra, un pubblico riconoscimento riservato a personalità illustri della città. Morì a novant’anni, dopo alcuni anni trascorsi in cecità e affetta da demenza senile.
Nel libro del 1918 Eminent Victorians, dove il saggista britannico Lytton Strachey passa in rassegna le storie degli eroi dell’Età vittoriana, spesso rivisitandole e smontandole, un intero capitolo è dedicato a Nightingale, che viene elogiata per il modo in cui riuscì a ottenere visibilità nazionale e divenne un’icona femminista degli anni Venti e Trenta del Novecento.