Riflessioni sull’ultimo uomo ridotto a un codice a barre
Mauro Pasquinelli 26/05/2020 |
Genesi e finalità della pandemia
Non e’ scopo di questa riflessione stabilire se la pandemia sia stata artificialmente creata dai nuovi padroni del mondo, o emerga spontaneamente dal caos della devastazione criminale della natura. Sia come sia l’imputato numero uno e’ il capitalismo, vuoi nella forma neo-liberista occidentale, vuoi in quella statalista cinese. Sia come sia la Pandemia e’ la nuova tecnica “miracolosa” per far si che il servo interiorizzi i comandi del Signore.
Se anche fosse, ma nessuno puo’ dirlo con certezza, che il virus sia stato modificato in un settore del laboratorio OMS di stanza a Wuhan, controllato da Inglesi e Americani, resta il fatto che la Cina e’ reticente e quindi complice, correa nel crimine.
La complicita’ tra neoliberisti e statalisti si realizza ugualmente se ipotizziamo, che la pandemia sia una falsa pandemia, utile ad entrambi i capitalismi per perfezionare e collaudare nuovi dispositivi di disciplinamento sociale. Ma lo e’ anche se ipotizziamo, al contrario, che il virus sia realmente presente, devastante ed espressione, come affermano i piu’ attenti ecologisti, del Global Warming, della deforestazione che restringe gli spazi di molti animali portatori del virus, e che annulla il naturale distanziamento tra loro e l’uomo.
In ogni caso e detto in termini marxiani, la pandemia pone sul banco degli imputati tout court il modo di produzione capitalistico, cioe’ un modello economico e sociale predatorio ed invasivo, nemico della salute pubblica, giunto per auto-combustione alla sua fase terminale e suicidaria.
Ci sono due laboratori dove si puo’ analizzare la pandemia, quello medico e quello politico sociale. Non essendo virologo posso solo inoltrarmi nel secondo campo.
Recita un vecchio adagio : “la strada verso l’inferno e’ lastricata di buone intenzioni”. Tradotto oggi vuol dire: ci vogliono far credere che stanno pensando alla nostra salute e sicurezza, ma in realta’ stanno solo testando nuovi dispositivi biopolitici di dominio, nuove forme orwelliane di controllo e assoggettamento totale dell’uomo. Un benthamiano Panocticon dei tempi moderni.
Fanno morire di fame sei milioni di bambini l’anno, che potrebbero essere salvati a basso costo con un vaccino che si chiama cibo, solo rinunciando allo 0,00000001 dei loro oceanici introiti truffaldini, e pensate che geni del Business come Bill Gates tutelino la nostra salute? Sarebbe ridicolo solo pensarlo! Purtroppo milioni se non miliardi di umani ci credono, e il loro crederci e’ una forma di collaborazionismo. Non ci potrebbero essere 1000 psicopatici supermiliardari al vertice della governance mondiale, senza miliardi di collaborazionisti, piu’ o meno consapevoli, piu’ o meno volontari, piu’ o meno passivi.
Viviamo dentro il romanzo piu’ distopico mai scritto. Le elite dominanti, i nuovi padroni universali sanno bene che il loro sistema e’ al collasso economico, politico, finanziario, ecologico, etico e culturale. Sanno bene che esso non e’ piu promessa di un futuro migliore per miliardi di uomini, e si e’ convertito in una minaccia per le stesse basi ecologiche dell’esistenza umana. Cosi si affrettano a compiere esperimenti socio-orwelliani per ridurre le popolazioni, saccheggiare diritti, prevenire rivoluzioni, distanziare i corpi, chipparli, controllarli, sottoporli a prove di obbedienza totale , non con dittature militari sconvenienti come nel secolo scorso, ma sotto la sferza di pandemie. La storia ci dira’ se artificialmente create o meno.
L’olio di ricino ha ceduto il passo nel dopoguerra alla societa’ dello spettacolo, di cui Debord ci offri’ un magistrale ritratto. Oggi essa giunge al suo culmine vertiginoso, la pandemia spettacolarizzata. Il piano diabolico sembra funzionare. Il tempo ci dira’ fino a che punto. Ma intanto non puo’ sfuggire, anche al piu’ disattento osservatore, un fatto di inquietante portata storica: milioni di persone che alla fine del 2019, in Cile, Ecuador, Francia, Colombia etc insorgevano contro il neo-liberismo ed occupavano le piazze delle loro capitali, sono rifluiti nelle proprie case, senza colpo ferire. Hanno temuto piu’ il virus che la repressione, il carcere e la tortura.
Abbiamo assistito ad eventi ben programmati che neanche la fantasia dei piu’ celebri autori di romanzi distopici poteva immaginare: Tg trasformati in bollettini di guerra, panico alimentato e diffuso a reti unificate, numeri dei morti gonfiati ad arte, file di bare esibite a monito, quarantene, distanziamento dei corpi, mascherine, psicopolizia, microchip, delazioni, vigili urbani trasformati in SS, funerali proibiti, cadaveri bruciati senza permesso dei famigliari. Se quattro mesi fa qualcuno avesse predetto tali eventi, sarebbe stato preso per pazzo. Ma cio’ che e’ follia tra gli umani puo’ diventare normalita’. A tutto si abitua, questo strano bipede che e’ l’homo sapiens.
Una cosa e’ certa. Le misure prese dai governi per contrastare il contagio ci danno la dimensione perfetta, sul piano simbolico, del posto riservato all’ ultimo uomo nel capitalismo assoluto: una pura e semplice unita’ statistica, un simulacro biopolitico, un soggetto irrelato, distanziato, de-identificato che ha la sola funzione di assistere passivo allo spettacolo macabro ed avvilente del nuovo leviatano. Uno zomby che si aggira tra lunghe file, paziente, remissivo e muto, per comprare merci e pagare bollette. Un paria che diffida del suo simile. Il capitalismo della Pandemia, si rivela nella sua vera essenza o nuda vita. Appare senza fronzoli e mediazioni come sistema che fa del soggetto una suo surrogato, dell’uomo un passivo e solitario consumatore di immagini e bufale televisive. Siamo giunti all’apoteosi dell’uomo neoliberale, dell’individuo assoluto, solo, in competizione con tutti, diffidente, spaventato, barricato nel suo bozzolo egoico.