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La letteratura come terapia – un’intervista con Denise Ferrari sulla scrittura di Mavi Pendibene

di Milena Rampoldi, ProMosaik, 28 aprile 2020. Qui di seguito la mia intervista con Denise Ferrari. Abbiamo pubblicato di recente la sua tesi di laurea sulla letteratura di Mavi Pendibene, una letteratura terapeutica al femminile.
Quali sono i motivi principali per
cui hai deciso di studiare le opere di Mavi Pendibene?
Il motivo principale è stata la mia conoscenza
personale dell’autrice. Conosco la sua casa, il luogo in cui vive, il suo stile
di vita e mi sono accorta del legame sincero e profondo che c’è tra tutto
questo e la sua scrittura.
Mavi scrive semplicemente perché le piace, la fa star
bene e il giudizio degli altri le interessa relativamente poco. La scrittura è
fin dall’inizio un fatto casuale, naturale, come naturale è stato il
diffondersi del suo primo libro “Un po’ di sale nell’acqua tiepida”: nessun
annuncio o pubblicità dei media ma un imprevedibile passaparola che ha portato
alla nascita di una piccola comunità di lettori che parlano di lei e
manifestano il piacere di aver incontrato i suoi libri. Tutto questo è
probabilmente un altro dei motivi che mi ha spinto a fare di Mavi e dei suoi
scritti l’oggetto della mia tesi, inoltre amo il suo stile essenziale, netto,
apparentemente semplice. Con i suoi piccoli libri sembra quasi che l’autrice
voglia avvicinarsi al lettore in punta di piedi, senza importunare, e poi, con
delicatezza, accompagnarlo nel suo mondo, magari solo per un breve momento,
lasciandogli qualcosa su cui riflettere.
Per quale motivo oggi come oggi è
fondamentale parlare della letteratura al femminile?
Nel
panorama letterario, ancora oggi, la presenza femminile è decisamente modesta.
Ben venga, dunque, un’altra voce femminile e una visuale che rispecchia questo
variegato mondo di donne.
Quali sono
i temi principali di cui tratta Mavi Pendibene nelle sue opere?
Il
tema principale è la vita della scrittrice che scorre in un luogo bellissimo e
da lei amatissimo: un’antica cascina in un paese a pochi minuti dal mio,
Casaleggio Boiro. Intorno gravita un microcosmo di animali, piante, poche
persone con cui l’autrice è in contatto.
Un
mondo di pace che si riflette nelle sue pagine e che si imprime profondamente
nella mente del lettore.
I
libri che preferisco, in quanto rispecchiano al meglio la personalità di Mavi e
su cui mi sono focalizzata nel mio lavoro, sono “Un po’ di sale nell’acqua
tiepida” e “Ti sia dolce l’autunno”. Lei stessa li definisce “emozioni allo stato
puro”. L’autrice descrive esperienze interiori in un ambiente che scopriamo a
poco a poco attraverso il suo sguardo sulle cose, sguardo che va dall’esterno,
attraverso il paesaggio, le stagioni, la neve, la luna, all’interno della sua
amata Casa Boiro. La dimora, elemento essenziale dei suoi testi, è il luogo
dove potersi rifugiare, sentirsi se stessa. La casa è viva, tutto nell’universo
di Mavi ha vita e carattere, anche gli oggetti hanno un’anima.
Le
descrizioni si ripetono senza diventare banali o monotone perché lo spazio è
visto e ripensato sotto molteplici aspetti che non si limitano alla sua vita e
all’ambiente che la circonda ma contengono riflessioni sull’esistenza che
toccano, chi più chi meno, ognuno di noi.
Che cosa
rende il suo approccio alla letteratura e il suo stile così particolare?
Il
suo approccio alla letteratura è estremamente naturale e sincero. Non c’è nulla
di forzato, inventato, falsato.
Siamo
completamente immersi in questo mondo così speciale e semplice. È come se
l’autrice raccontasse le nostre emozioni, che trasformasse in parole quello che
abbiamo dentro e non riusciamo a dire.
Credo
sia questa naturalezza così poco codificata e al di fuori degli schemi che
rende spontanea e viva la sua prosa.
Spiegaci il motivo della scelta del
titolo della tua opera.
“Tacita torna la neve” in realtà è una frase che non
mi appartiene, l’ha scritta un conoscente quando ha pubblicato il mio lavoro su
un sito web. Mi rendo conto che sia decisamente più affascinante, poetica ma in
realtà il titolo della mia tesi è “Sulla narrativa di Mavi Pendibene”: è stato
concordato con il mio relatore ed esplicita il genere letterario che l’autrice
predilige. Nel suo caso si tratta di brevi racconti, come ho già detto,
apparentemente semplici in quanto Mavi scrive di getto e poi rilegge e corregge
molte volte il testo prestando attenzione non solo alla forma ma anche al suono
delle parole. È convinta che, per questo genere di scrittura, sia
indispensabile essere intonati.
Non le interessa, almeno per ora, cimentarsi in altri
generi perché ciò implicherebbe cambiare stile e forse perdere quella
spontaneità, quella leggerezza e soprattutto quella gioia che Mavi trova nella
scrittura.
Perché la
scrittura è terapia e in che senso questo vale per le opere di Mavi?
Mavi
Pendibene vive molto isolata, non frequenta tante persone ma, probabilmente, ha
il desiderio di comunicare delle emozioni. È il suo modo di aprirsi al mondo e
credo sia una necessità.
La
scrittura le ha insegnato a confrontarsi con gli altri e con se stessa: nei
primi libri appare molto chiusa, quasi sulla difensiva mentre da “Frittelle di
mele a mezzanotte” in avanti si avverte una disponibilità diversa. In “Complice
l’estate” apre la casa al nipote e ha un dialogo profondo con lui. In “I miei
fratelli erano marinai” ci racconta le sue origini e ne “Le disobbedienze dello
sguardo”, attraverso alcuni libri di autori da lei prediletti racconta, senza
più timori, se stessa.
Ricordo
una presentazione in cui Mavi affermava che nella vita di tutti i giorni  raramente pensava al passato o al futuro e che
il suo principale obbiettivo era vivere il presente. Il passato però torna
spesso nei suoi libri e sembra che l’abbia aiutata a risolvere dubbi e a
placare rimorsi: tornando con la mente a eventi trascorsi e mettendoli per iscritto,
si è resa conto che la Mavi del passato era una persona diversa e non poteva
essere giudicata con gli occhi di oggi. Questo pensiero le ha permesso di
perdonarsi, come se la scrittura le avesse dato la possibilità di voltare
pagina, di ricordare e di vivere il presente con più serenità.
Anche
la lettura è, in un certo senso, una terapia: la serenità e la pace che
trasmettono i suoi libri è importante e tranquillizzante. Una vera medicina…