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“Picchiato, sottoposto a elettroshock, minacciato e interrogato”: lo studente bolognese Patrick George Zaki arrestato in Egitto

ANSA 10/02/2020
Un tweet del ministero dell’Interno egiziano ha confermato che Patrick George Zaki, attivista per i diritti delle persone Lgbt e ricercatore egiziano di 27 anni, iscritto al primo anno di un master dell’università di Bologna, è stato arrestato su mandato della procura generale e posto in custodia cautelare per 15 giorni. Riferendosi a «informazioni pubblicate su qualche sito sospetto delle reti sociali», il dicastero ha poi smentito che Patrick sia italiano e ha affermato che ha «nazionalità egiziana».

La vicenda
Patrick George Zaki è stato arrestato all’aeroporto del Cairo nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 febbraio. A darne notizia è stato Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia preoccupato per la sorte del giovane – appena rientrato in patria per una visita alla famiglia che si trova a Mansoura – che potrebbe ricalcare quella di Giulio Regeni, torturato e ucciso in Egitto nel 2016.
Amnesty International: evitare un nuovo “caso Regeni”
Il «rumore» per l’allarme lanciato da AI, spiega Noury, «è una deterrenza per chi pensa che nessuno nel mondo sappia cosa succede e che quindi crede di poterlo trattare come gli pare, come accaduto con Giulio». Patrick George Zaki , conferma l’esponente di Amnesty, si trova al momento in stato di arresto a Mansoura, sua città natale per un mandato di cattura emesso nel 2019 «su cui non sappiamo cosa c’è scritto». La notizia è arrivata ad Amnesty tramite una rete di attivisti egiziani e italiani.
L’università di Bologna ha creato un gruppo di crisi per seguire, in stretto contatto con le autorità competenti, la vicenda di Patrick George Zaki . «L’università di Bologna – ha detto il prorettore Mirko Degli Esposti – sta seguendo con grande attenzione l’evolversi della situazione e auspica che questa vicenda possa avere un esito rapido e positivo, nella piena trasparenza e completezza delle informazioni e nel pieno rispetto dei diritti delle persone». Patrick George Zaki ha vinto una borsa di studio, dopo una rigorosa selezione, per partecipare al master internazionale Gemma, un corso di studio unico in Europa sugli studi di genere.
Ecrf: Zaki accusato di istigazione a protestare
Secondo la Ong Egyptian Commission for Rights and Freedoms (Ecrf, per cui lavorano anche due avvocati corrispondenti legali della famiglia Regeni) l’accusa, per l’attivista egiziano, sarebbe di «istigazione al rovesciamento del regime al potere». Le imputazioni riguardano anche la «diffusione di notizie false, incitazione a proteste, tentativo di rovesciare il regime, uso dei social media per danneggiare la sicurezza nazionale» e «propaganda per i gruppi terroristici e uso della violenza». In un post che conferma l’arresto pubblicato su Facebook la Ong spiega che che Zaki sarà in stato di detenzione per almeno 15 giorni. L’inchiesta, condotta dalla Procura di Mansoura sud, nel delta del Nilo, sarebbe partita il 23 settembre 2019. Secondo fonti della Farnesina, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio segue con attenzione gli sviluppi della vicenda attraverso l’ambasciata italiana al Cairo.
La denuncia dell’Eipr: «Torturato con elettroshock»
A preoccupare, oltre alla gravità delle accuse, è anche il trattamento riservato all’attivista dalle Forze di polizia egiziane. L’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’associazione a cui fa capo il giovane ritiene infatti che nelle 24 ore intercorse tra il suo arresto al Cairo e il trasferimento in una struttura di detenzione a Mansoura, a 120 chilometri dalla capitale egiziana, Patrick George Zaki sia stato «picchiato, sottoposto a elettroshock, minacciato e interrogato su diverse questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo».
Il timore di torture durante la detenzione
«Autorità giudiziarie egiziane hanno confermato l’arresto», spiega Noury, ma «c’è un periodo di diverse ore di cui di lui non si è saputo nulla». L’arrivo dello studente al Cairo «è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì», poi «è giunta la notizia della formalizzazione dell’arresto». «Ci aspettiamo un susseguirsi di ordini di detenzione di 15 giorni, rinnovabili più volte, e naturalmente in questa situazione di detenzione prolungata, con la scusa di condurre indagini, il rischio è che le condizioni detentive siano equiparabili a tortura, se non la tortura stessa», conclude Noury, che preannuncia la presentazione di interrrogazioni sulla vicenda da parte di vari parlamentari italiani.
Politici mobilitati
Tra i primi a mobilitarsi via twitter – c’è la capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera, Lia Quartapella: «Patrick George è uno studente di una università italiana. Presenterò una interrogazione per chiedere se il governo italiano ha chiesto informazioni sulle ragioni dell’arresto e se ha protestato». «Dopo la denuncia di Amnesty il governo italiano e le autorità accademiche dell’ateneo bolognese intervengano con decisione nei confronti del governo egiziano per l’arresto del giovane egiziano studente dell’università di Bologna. Arresto avvenuto sicuramente per il suo impegno a difesa dei diritti umani», attacca Nicola Fratoianni, esponente di Sinistra Italiana-Leu.
Bruxelles studia caso
10 febbraio 2020- “Siamo al corrente del caso” dello studente Patrick George Zaki “e lo stiamo valutando con la nostra delegazione Ue al Cairo, e se necessario intraprenderemo le adeguate azioni. Appena avremo raccolto più informazioni saremo in grado di dire qualcosa di più concreto”. Così il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), Peter Stano, che rispondendo ai giornalisti ha spiegato che è stata l’Italia a richiamare l’attenzione sul caso.