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L’archivio ottomano, uno strumento potente dei palestinesi per fare valere i loro diritti di fronte all’occupazione sionista

Qays Abu Samra 18/02/2020
Alla fine dello scorso anno, la Turchia ha consegnato all’Autorità Palestinese una copia elettronica di circa 38.000 pagine di documenti dell’archivio ottomano relativi alla proprietà fondiaria.

Tradotto da Grazia Parolari
Al-Qods– La lotta del popolo palestinese per dimostrare la proprietà della terra sotto occupazione israeliana potrebbe fare un passo avanti grazie all’archivio ottomano.
Alla fine dello scorso anno, la Turchia ha consegnato all’Autorità Palestinese una copia elettronica di circa 38.000 pagine di documenti dell’archivio ottomano relativi alla proprietà fondiaria.
L’Impero ottomano governò il territorio della storica Palestina dal 1516 al 1917 e l’archivio contiene documenti risalenti a prima del 1917.
L’archivio è attualmente presso la Fondazione Mithaq, a Gerusalemme est. La fondazione appartiene al Ministero dei Beni e degli Affari Religiosi della Palestina e si occupa anche della ricerca del patrimonio islamico.
Dall’Agenzia di Cooperazione e Coordinamento turca (TIKA), la fondazione ha ricevuto casseforti speciali per la conservazione dell’archivio.
Salvavita
“Gli archivi palestinesi sono andati perduti a causa del mandato britannico, dell’occupazione israeliana e dello sfollamento della popolazione della Palestina”, ha detto all’Agenzia Anadolu Murad Abu Subh, responsabile dei documenti ottomani della Fondazione Mithaq.
Abu Subh ha osservato che “Israele annette le terre palestinesi utilizzando la Legge degli Assenti o affermando che sono proprietà di persone o associazione ebree”.
In tal senso, ha affermato che l’archivio ottomano è un “salvavita” per i palestinesi per dimostrare la proprietà della terra e della proprietà.
Inoltre, i documenti sono riservati e consegnati alle parti interessate previa consultazione con le pertinenti istituzioni palestinesi.
I documenti sono scritti in lingua ottomana e il processo di traduzione è svolto da specialisti palestinesi.
Cooperazione turca
Da parte sua, il presidente di Mithaq, Khalil al Rifai, ha affermato che è in atto una grande collaborazione tra diverse istituzioni turche e la fondazione.
“La Turchia ci fornisce tutto ciò che richiediamo senza problemi”, ha detto a Rifai, aggiungendo che la Turchia ha fornito l’archivio per volontà del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Rifai ha riferito che Mithaq sta compiendo incessanti sforzi per evitare la giudaizzazione di Gerusalemme e ha sottolineato che “l’archivio ottomano è la nostra arma per dimostrare la verità”.
Nella sua biblioteca nazionale Israele conserva documenti che dimostrano la nostra proprietà della terra, ha detto il presidente di Mithay, aggiungendo che tutti i documenti palestinesi sono stati confiscati da Israele.
“Non vi è alcuna giustificazione perché Israele si preoccupi della consegna degli archivi ottomani; chiunque lavori legalmente non teme tali documenti”, ha detto Al Rifai.
Prima di ricevere il fascicolo, se un cittadino palestinese voleva documentare la proprietà della sua terra, doveva recarsi in Turchia per ottenere i documenti. Ma da oggi puoi ottenerli in Cisgiordania.
I media israeliani hanno messo in evidenza la preoccupazione di Israele per la decisione turca volta ad aiutare i palestinesi a dimostrare il loro diritto alla terra occupata da Israele, in particolare Gerusalemme e la Cisgiordania, fornendo loro l’archivio ottomano.
Il giornale israeliano Hayom ha riferito che “gli avvocati dell’Autorità Palestinese stanno già utilizzando documenti archiviati dell’era ottomana per rivendicare i diritti fondiari”.