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Il piano di Trump per la pace in Medio Oriente non è nuovo: plagia un’iniziativa israeliana di 40 anni fa

Yehuda Shaul 19/02/2020
Alla Casa Bianca piace far finta che ci sia una rottura con la tradizione. Di fatto sta riciclando mappe e idee vecchie.

Tradotto da Elisabetta Valento
Il presidente USA Donald Trump e i suoi principali aiutanti si vantano di pensare fuori dagli schemi e di sfidare audacemente il comune buon senso. “Abbiamo adottato un approccio non convenzionale,” così si è vantato del suo lavoro Jared Kushner, genero di Trump e architetto del piano di pace israelo-palestinese recentemente presentato dagli USA. “Se ci si fissa sui vecchi, tradizionali punti di discussione, non si faranno mai progressi,” ha sostenuto.
Ma il piano Trump è a dire il vero il più tradizionale possibile. Ha, infatti, sorprendenti somiglianze con un altro piano pubblicato più di 40 anni fa. Nel 1979, l’Organizzazione Sionista Mondiale pubblicò il “Piano generale per lo sviluppo delle colonie in Giudea e Samaria, 1979-1983”­­, scritto da Matityahu Drobles, un ex membro della Knesset per il blocco Herut-Liberal –un precursore dell’odierno Likud– e capo della Divisione per le colonie dell’Organizzazione Sionista Mondiale, l’organismo responsabile della pianificazione e costruzione delle colonie.
Il suo piano era fondamentalmente un dettagliato tentativo di rendere esecutivo il piano di espansione degli insediamenti dell’allora ministro dell’Agricoltura Ariel Sharon, un compito che nei quattro decenni successivi i governi israeliani hanno svolto con grande zelo, collocando 640.000 coloni nelle aree chiave in tutta la Cisgiordania. La visione di Trump è in realtà Drobles 2.0.